Ottavio, clochard per necessità, reso invalido da un pirata della strada, ma a chi spetta aiutarlo?

Milano, 3o luglio 2017 – Ci sono occasioni nella vita che ci capitano senza che noi li cerchiamo: arrivano e basta!

A me succedono spesso e tutte le volte ringrazio Dio per queste esperienze che riesco a fare mio malgrado, perché mi aiutano a vedere i miei problemi insignificanti se messi a confronto con con le vere tragedie della vita.

E’ vero che il più delle volte quello che ci accade è frutto delle nostre scelte, le quali causano delle conseguenze a cui poi non possiano sfuggire e, nel caso che riusciamo a trovare una soluzione, quasi mai è indolore.

Ma ci sono situazioni in cui ci si viene a trovare senza una nostra precisa scelta, bensì per azioni di altri che ci coinvolgono senza che ci chiedano se siamo d’accordo o meno.

Una di queste mi è capitata di sentirla al Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano in questa ultima calda domenica di luglio.

Complice il caldo torrido decidevo di prendere una bottiglia d’acqua nel distributore automatico posto sotto i portici che conducono all’uscita. Immediatamente sentivo dei lamenti di un uomo che stava seduto su una carrozzina poco distante. Avvicinandomi mi rendevo conto che vomitava e si lamentava per i dolori. Così abbiamo iniziato a parlare e mi ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita.

Il suo nome è Ottavio, classe 1961 (56 anni ma ne dimostra settanta), cittadino rumeno, ingegnere ed ex bancario, parla 5 lingue, e pare non ha nessuno al mondo che si interessi di lui, tranne un cugino in Germania che non ne vuole sapere ed un altro negli Stati Uniti che non vede da anni.

Ottavio lavorava come funzionario alla “Banca Commerciale” e per conto di questa pare fosse andato in Scandinavia per seguire dei lavori.

Poi circa 4 anni fa durante una breve vacanza in Italia, si trovava a Trieste con la sua autovettura, quando venne tamponato ad un semaforo da un pirata della strada che è scappato e non si è mai costituito, né tantomeno trovato.

La sua vita da quel momento è cambiata: ottavio nell’incidente ha riportato 3 vertebre cervicali rotte ed è rimasto paralizzato alle gambe e semi paralizzato agli arti superiori specie il lato sinistro.

Lui aveva un assicurazione che con la casco avrebbe dovuto riconoscergli il danno subito, invece l’assicurazione italiana lo rimanda in Romania, ma nelle sue condizioni chi lo porta, come si muove?

Trova un avvocato che si interessa, ma dopo avergli spillato un po’ di soldi sparisce e lo abbandona.

Forse avrebbe diritto perfino ad una pensione di invalidità ma le pratiche deve esperirle in Romania ed il problema si ripete. Il consolato rumeno in Italia non è in grado di aiutarlo: tutto il suo aiuto consiste nel procurargli nuovi documenti tutte le volete che viene derubato nei vari dormitori pubblici. Anche oggi un tipo, forse un suo connazionale, a cui avrebbe dato 20 euro per prenderlo qualcosa da mangiare è sparito con il denaro.

Sento il posto di polizia dell’ospedale ed un agente conferma a grandi linee tutto quanto, precisando che lo conoscono perché lo portano spesso le ambulanze, ma non hanno alcun dossier su di lui. Mi ha però informato che Ottavio è stato in un centro diversi mesi e poi uscito. Un vigilantes invece dice che è stato portato ieri sera alle 20 circa e dopo essere stato curato è stato dimesso.

Al triage ci dicono che Ottavio è un abitué, ma che non possono tenerlo dentro, servono i posti.

In effetti Ottavio ci dice che la notte gli avevano trovato una barella per riposare qualche ora ma al mattino è stato dimesso sulla sua carrozzina e spostato sotto i portici. Ma lui ha le piaghe e soffre maledettamente e le pillole antidolorifiche che ha ingoiato, gli hanno spaccato lo stomaco perchè ha una gastrite cronica. Quindi vomita e non si nutre da oltre 24 ore.

Il fatto è che Ottavio tecnicamente non è un ricoverato e quindi non ha diritto a mangiare, se vuole e ha i soldi può prendere qualcosa ai distributori automatici.

Lo sfortunato uomo ci ha anche raccontato del suo ricovero a Sondalo in un centro a lunga degenza durato 8 mesi (forse quello a cui si rifersce il poliziotto), dove era stato fatto ricoverare da un medico del Niguarda di Milano.

Ora Ottavio è stanco e vuole riposare, ma gli prometto di interessarmi di lui, ma soprattutto mi chiedo se c’è qualcuno, privato o istituzione, che possa aiutarlo e restituirgli po’ di dignità.
Infine, non ultimo viene da chiedersi:
Dov’è il servizio Sociale?
Il Consolato cosa ha fatto per lui?

Seguiranno aggiornamemti appena possibile, ma se potete dargli una mano scrivete a weblombardia@gmail.com

Breve video autorizzato da Ottavio