Celebrati in Duomo i funerali di Dionigi Tettamanzi, amato dai milanesi ed in odor di santità

In un Duomo gremito fino all’inverosinile, oltre 5mila fedeli  e tantissimi rimasti sul sagrato della piazza, nonostante fosse l’8 di agosto, si sono celebrati i funerali di Dionigi Tettamanzi, che fu  arcivescovo della diocesi ambrosiana dal 2002 al 2011.  Tante le autorità presenti a rendere omaggio a questo uomo amato dai milanesi. Sulla prima fila della navata centrale, il sindaco di Milano Giuseppe Sala a fianco di Raffaele Cattaneo, in rappresentanza del governatore Maroni per Regione Lombardia, poi tanti i sindaci dei Comuni che fanno parte dell’Arcidiocesi. Inoltre presenti, il prefetto Luciana Lamorgese, il questore Marcello Cardona, il ministro Maurizio Martina, l’ex premier Mario Monti. Sulla prima fila anche i fratelli Gianna e Antonio e la segreteria storica Marina Oggioni.

Inoltre un nugolo di sacerdoti, più di mille, disposti sulla navata laterale destra e tantissimi i porporati  (31 vescovi e 9 cardinali) che hanno voluto concelebrare il rito con il cardinale Angelo Scola, attualmente  Amministratore Apostolico in attesa dell’8 settembre, giorno in cui prenderà possesso della diocesi monsignor Mario Delpini, che pure era presente alla cerimonia funebre.

Tra i cardinali vi erano: il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, il cardinale Gualtiero Bassetti, attuale presidente della Cei e arcivescovo di Perugia, e poi ancora l’arcivescovo emerito di Torino Severino Poletto, Edoardo Menichelli, amministratore apostolico di Ancona, Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze oltre a Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara e Francesco Coccopalmerio presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi.

In apertura della cerimonia, il cardinale Scola ha dato lettura del messaggio di papa Francesco che ha voluto indirizzare ai famigliari e alla diocesi per la dolorosa perdita.

Alla cerimonia, disposti nella navata sinistra erno presenti tantissimi esponenti di altre religioni, che hanno voluto testimomiare l’affetto e la stima per il porporato passato all’altra riva, alla Casa del Padre!

Significativa e commovente al momento dell’offertorio la presenza dei piccoli e adolescenti pronipoti, del cardinale a consegnare le offerte al celebrante cardinale Scola.

Tutti, fedeli e clero, lo ricordano come uomo mite e simpatico e soprattutto vicino alla gente, vicino agli ultimi e dalla grande semplicità. Tanti lo ricordano, avendolo conosciuto da vicino, per il suo sorriso e la sua affabilità e quel voler essere vicino a tutti. La sua stessa assistente Marinella di anni 62,  come ha ricordato monsignor Delpini, che le aveva fatto i complimenti per la sua fedele dedizione ha affermato: “che dovevo fare io gli volevo bene”. Ecco queste sono parole che poi si ritrovavo confermate da altri che dicono “Noi milanesi lo amavamo molto, è stato con noi troppo poco”, così si è espresso Domenico, 77 anni e tanti altri.

A salutare il compianto cardinale Tettamanzi,  anche tantissimi giovani seminaristi, che commossi hanno assistito alla esequie del loro confratello che li precede nel Regno di Dio. Alcuni i ho incontrati fuori, mentre si abbracciavano fraternamente nella loro esplosione di vita dovuta alla giovane età, confessando la loro convizione a percorrere una strada non facile, ma necessaria per annunciare la Buona Novella. Ad uno di questi, di cui non conosco neanche il nome, stringendogli la mano ho detto “saluto il futuro papa”.  Non so se è un bell’augurio ma sicuramente sentito, perchè quel ragazzo aveva qualcosa di speciale nel suo sguardo.

A rendere omaggio  a Teattamanzi sono giunti  anche da altre regioni perchè la fama di “buono” era andata oltre i confini della diocesi. Non mi soprenderebbe se tra non molto si iniziasse un percorso canonico per il suo riconoscimento come “Beato“. Già di fatto lo è tra le braccia del Padre che lo accolto presentato dal Cristo nel suo Regno. Ma il diritto canonico ha i suoi tempi e procedure rigide.

Una considerazione però va fatta perchè averlo sepolto nel Duomo e aver permesso già lo stesso pomeriggio la preghiera dei fedeli sulla sua tomba, la dice lunga. Infatti la sua tomba è ai piedi dell’altare Virgo Potens dove è presente anche l’urna del beato cardinale Schuster, di fianco alla sepoltura di uno dei suoi predecessori il cardinale Giovanni Colombo. Al momento della sepoltura, rigorosamente privato, erano presenti il cardinale Scola, monsignor Delpini, i familiari e i più stretti collaboratori del cardinale Tettamanzi.   Libera interpretazione, ma verosimile.

Nell’omelia Il cardinale Scola ha ricordato:Il rapporto del cardinale Dionigi con la società civile ebbe un peso notevole. Si manifestò non solo attraverso un’apertura al confronto sociale a cui va aggiunto quello ecumenico e interreligioso, ma anche attraverso un’attenzione ai problemi della famiglia, delle famiglie ferite, della vita, del lavoro e dell’emarginazione nelle sue tante e dolorose forme. Aggiungendo “Il Cardinale era guidato da un profondo senso di giustizia che si esprimeva nella promozione e nella difesa dei diritti di tutti e di ciascuno vissuti nel loro legame profondo con i doveri e garantiti da buone leggi. Seppe denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre. Egli ha voluto essere un testimone fedele di Cristo teso a non perdere nessuno di quanti la Chiesa gli aveva affidato”. Poi ha proseguiti dicendo “Affidare, come ora stiamo facendo, il cardinale Dionigi al Padre, non può ridursi ad un gesto di umana gratitudine. Deve scavare in noi in profondità, interrogarci sullo stato della nostra fede e sulla disponibilità a lasciarci prendere a servizio, a spezzare ed offrire tutta la nostra vita come il Cardinale ci ha insegnato fino alla fine, soprattutto negli ultimi mesi della sua malattia, portata in atteggiamento di piena e consapevole offerta“..

In un breve ma profondo intervento l’arcivescovo eletto mons. Mario Delpini ha detto: «Mi pare che la ragione che ci accomuna tutti in questo tributo di preghiera e di affetto sia questa: è stato facile voler bene al Cardinale. È stato il suo temperamento, il suo modo di fare, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità, ecco, comunque, c’era qualcosa in lui che ha reso facile volergli bene. Se posso permettermi, credo che ci venga ancora un’ultima raccomandazione dal cardinale Dionigi e vorrei farmene voce. Forse vuole dirci quest’oggi: «Siete tanti, siete bravi, avete tante qualità, forse non avete tutte le qualità desiderabili, forse nessuno è perfetto. Però, ecco, una raccomandazione vorrei farvi: cercate di fare in modo che sia facile volervi bene».

Una cosa è certa mancherà molto a tutti!!