Sarà in scena fino al 25 marzo lo spettacolo ‘Minchia signor Tenente’, debuttato con successo ieri sera al Teatro San Babila di Milano e che vi abbiamo presentato con il nostro precedente articolo, a cui vi rimandiamo per altre info sul cast, orari ecc…
Il pubblico ha molto apprezzato questo bellissimo spettacolo di Antonio Grosso, applaudendolo a lungo alla fine, ma anche a scena aperta, per la spontaneità delle battute. In effetti lo spettacolo è veramente bello e, nonostante si tratti di prosa leggera, fa ridere e piangere insieme, perchè i suoi riferimenti non sono affatto leggeri e richiamano alla memoria di tutti il sacrificio dei Giudici Falcone e Borsellino, due eroi che hanno smosso la coscienza civile degli italiani e non solo, così come sono stati eroi gli uomini della scorta e, a volte, in modo inconsapevole, sono eroi tutti gli uomini in divisa nella loro quotidianità anche se, fortunatamente, non sempre cruenta.
I vari quadri di questo spettacolo suscitano ilarità ed è spontaneo ridere per quello che accade tra le mura di quella caserma, di una indefinità località della Sicilia.
Questo testo di Antomio Grosso può essere visto come un bell’esempio di Teatro Civile, che con ironia riesce a veicolare nel pubblico un grande messaggio sociale ed invita a non dimenticare un cancro invasivo e silenzioso, ancora presente tra di noi, anche se in forma diversa e apparentemente meno violenta.
Il cast, molto affiatato, ha reso una prova teatrale ben riuscita, con un’interpretazione che non lascia alcun dubbio sul talento di ognuno di loro. Una menzione speciale al caratterista Natale Russo che con maestria ha interpretato il suo personaggio con una mimica impeccabile e, nonostante le sue battute non fossero comprese da tutti per il suo dialetto siciliano stretto, è riuscito a sucitare fragorose risate.
A fine spettacolo su un telo bianco scorrono le immagini dei morti ammazzati e ad ognuna di queste arriva una fitta al cuore e un turbinio di tristi ricordi, che hanno caratterizzato il nostro recente passato.
Giovedì salirà sul palco Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e leggerà lo stesso scritto che alla fine di ogni replica vine letto dagli attori in scena.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.