Al Teatro Litta ‘L’insonne’, in scena fino al 28 ottobre

Visto alla prima del  18 ottobre  e recensito da Lucia Ferrigno.

Bellissimo ed articolato per la profondità dei concetti, lo spettacolo di Autelli, ispirato a Ieri, l’ultimo romanzo di Agota Kristof , L’insonne, appare come una profonda analisi di una mente martoriata dai ricordi del protagonista Tobias/Sandor.

Per atre info sullo spettacolo vedi il precedente articolo.

Meritevoli di lode, Alice Conti e Francesco Villano che interpretano la voce narrante cruda e disperata, impersonando Sandor e Line in uno scenario composto da un cubo chiuso da veli di tulle, come in una sorta di gabbia dorata, sebbene povera, dove i due fratelli/amanti sviscerano, la propria solitudine, il dolore e la condizione di esuli in una terra straniera, ma dove a primeggiare è l’ncondizionato Amore per la scrittura.

A muoversi all’interno dello spazio di una stanza sono i fratelli/amanti con i loro pensieri guidati dall’immaginazione e dai ricordi consapevoli di una storia d’amore impossibile.

Lo strazio dei ricordi viene ben rappresentato dalle proiezioni di vecchie fotografie, un gioco di   luci ed ombre di suoni amplificati dove il ticchettio degli orologi e l’incessante rumore dello scoscio della pioggia creano inesorabilmente effetti irreali che hanno mantenuto il pubblico ipnotizzato.

Tant’è che alla fine dello spettacolo, conclusosi con calorosi applausi, il pubblico non ha abbandonato la prestigiosa sala del Teatro Litta in fretta, come avviene di consueto. Gli spettatori, invece,  sentendosi reduci da quella amara disperazione, dove non c’è via di uscita per la speranza e per gli inganni e dove la scrittura si è rilevata come una menzogna, un tentativo di raccontare la propria vita, certamente fallito, è rimasto per alcuni minuti immobile a sipario ormai chiuso.

Un nuovo modo di fare Teatro dunque, un Teatro che crea terreno favorevole alla riflessione, dove la realtà e la finzione si sovrappongono per raggiungere l’Essenziale.