Antonello Angiolillo il ‘Sommo Poeta’ de La Divina Commedia ci parla di sé

Mentre aspettiamo di vedere in scena la nuova versione de La Divina Commedia Opera Musical che farà il suo debutto milanese  al  Teatro Ciack il 7 marzo, così come vi avevamo già informato nel nostro articolo di presentazione,  e a cui vi rimandiamo per tutte le informazioni sullo spettacolo, ribadendo però ancora una volta che questa messa in scena sarà ancora più galvanizzante della precedente edizione.

Per accertarci che questo sia vero abbiamo però voluto sentire direttamente i suoi principali protagonisti e, dopo aver intervistato  Myriam Somma, interprete di Beatrice, ora ascoltiamo Antonello Angiolillo, che indossa  i panni di Dante, e al quale abbiamo chiesto:

Domanda – Per la seconda stagione consecutiva vieni confermato nel   ruolo di Dante ne La Divina Commedia, cosa rappresenta per te oggi questo personaggio?

Risposta – Un bel traguardo. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di portare in scena ruoli molto profondi e impegnativi, da un punto di vista emotivo, e questo ha richiesto un impegno e uno sforzo attoriale diverso da solito. Oppure sono io che, ormai cresciuto, mi avvicino a loro con un impegno ed uno sforzo diverso. L’uno o l’altro la soddisfazione è tanta e “Dante”, racchiude in se un peso storico e culturale non indifferente. La Divina Commedia è il secondo libro più letto al mondo dopo la Bibbia e, senza nulla togliere alla Bibbia tra i due, come opera d’arte, direi che viene prima la Divina Commedia. Detto questo puoi immaginare quale soddisfazione possa essere per me vestire i panni di questo personaggio.

Domanda – Si può dire che per te introitare questo personaggio ingombrante è il risultato di un viaggio interiore dentro te stesso?

Risposta – E’ sicuramente un viaggio e lo è  tutte le sere ma non dentro me stesso. E’ piuttosto un viaggio dentro i racconti dei miei compagni. Il testo ci da tutto quello che serve per affrontare e costruire un personaggio. Se a questo si aggiunge l’ascolto con gli altri attori il gioco è fatto. Caronte, Francesca, Pier delle Vigne, Ulisse, Ugolino, Catone, Pia de Tolomei, Matelda sono portati in scena da colleghi molto bravi e ben diretti da Andrea Ortis. Ascoltarli e lasciarmi prendere dai loro racconti è tutt’uno ogni sera e le lacrime sono ormai un appuntamento fisso. Si può piangere per il dolore, per la sofferenza ma anche per la gioia e il viaggio di Dante offre tutte queste possibilità se si ha voglia di mettersi in gioco. E’ ovvio che uso tutte le mie emozioni nel momento che escono fuori e si palesano.

Domanda – Dopo il doppio ruolo di  Tick/Mitz in Priscilla, sembra che  tuoi personaggi abbiano preso un altra direzione: Dan in Next To Normal, il Reverendo Shaw Moore in Foot Loose, un altro ruolo non semplice in Murder Ballad  e ora ancora Dante.  E’ solo un caso o  una precisa scelta?

Risposta – Il caso non esiste secondo me. E’ tutto visibile, siamo noi che non sappiamo osservare. Scelta e caso vanno sempre a braccetto. Ognuno di noi può costruirsi il proprio “caso”. Quindi potrei dire che è un caso costruito negli anni con le giuste scelte. A questo aggiungici l’eta! Ahahhaha

Domanda –  Se ci sarà ancora un altra edizione de La Divina Commedia nei prossimi anni vorresti ancora farla?

Risposta – Oggi ti rispondo di si. Si lavora veramente bene con il regista, con la produzione e con tutto lo staff artistico e tecnico. Cosa sarà di me nei prossimi anni però, non mi è dato ancora saperlo. Ho già superato il mezzo del cammin di nostra vita e quindi…
Scherzi a parte, sarò ben felice di continuare a vestire i panni del Divin Poeta fintanto che risulti credibile nel farlo.  Stiamo facendo tante matinée per le scuole e sento con questo la responsabilità di trasmettere a quei ragazzi la passione per un genere meraviglioso e per un testo incredibile che spesso viene a noia sui banchi di scuola. Ma, come dice Andrea Ortis “può la bellezza essere noiosa?”, non credo.

Domanda –  Come tutti avrai dei sogni nel cassetto, il tuo o i tuoi quali  sono?

Risposta – Nel tempo i miei sogni professionali giovanili sono cambiati e più che essere focalizzati su ruoli, o spettacoli in particolare, sono dedicati a macro-sogni. Fino ad ora ho realizzato tutti i miei sogni professionali che l’Italia mi permetteva. Per realizzarne altri dovrei espatriare e/o passare ad altri generi. Piano piano si farà tutto. Come già detto ho superato il mezzo del cammin di nostra vita, ma non sono ancora alla frutta e c’è tempo per realizzare tutto.

Grazie Antonello  per il tempo che ci hai voluto dedicare nel rispondere alle nostre domande, anche con un pizzico di ironia. Le tue affermazioni ci hanno dato conferma che il ruolo a te affidato ben si addice alla tua personalità e presto ti vedremo sul palco dove darai vita, nel migliore dei modi, al tuo Dante.