Era stato presentato alla stampa lo scorso 21 marzo, così come da noi già annunciato, e ieri sera è stato inaugurato il Parenti District Art & Design, il nuovo progetto firmato dalla poliedrica Andrée Ruth Shammah, che trova spazio in città tra le tante ricche iniziative per la Milano Design Week Fuorisalone, a cui si aggiunge la Fiera del mobile di questa settimana e che vede eventi in ogni angolo di Milano.
L’inaugurazione di ieri sera è stato un successo oltre l’immaginabile e gli spazi dei Bagni Misteriosi, nella palazzina del Franco Parenti, sono stati invasi da almeno 10 mila persone, che si sono avvicendate fino a tarda notte. I visitatori sono stati soprattutto i giovani attirati dal fascino dell’acqua della piscina e dalla fantastica cornice di questo luogo unico a Milano, in cui sono stati consumati fiumi di vino, ma tutto si è svolto nella massima civiltà senza che fosse riportato alcun danno alle cose e alle piante. Questo dimostra, dice Ruth Shammah, che la “bellezza produce educazione” perché “entrare in luoghi come questi induce un certo rispetto e timore come se si entrasse in un tempio“.
Non ripeteremo quanto già scritto circa le iniziative di questo evento, ma vi rimandiamo al precedente articolo, possiamo dirvi però quello che abbiamo visto ci ha lasciati impressionati e, talvolta, senza fiato per un vero concentrato di emozioni nel visitare le varie mostre e installazioni collocate in ogni angolo di tutti gli spazi del quartier generale occupati dal “Parenti District”.
Tutti i progetti saranno visitabili fino a domenica 14 aprile. In quanto alle emozioni esse cominciano dall’ingresso nel foyer dove sulla parete di sinistra si può apprezzare un arazzo realizzato con materiale completamente naturale, mentre sulla parete opposta si possono ammirare delle piante biofiltranti, che crescono senza radici, riducendo l’inquinamento domestico.
Molto suggestiva l’installazione che riproduce gli effetti dell’acqua sulla materia attraverso funzionali oggetti di design.
Non meno suggestive le lampade realizzate con gli scarti delle vetrerie di Murano, dell’artista Silvia Finiels, lavorate con particolari tecniche e assemblamenti creativi. La mostra prende il nome “Dell’immagine e del Vetro” ed è curata da Jean Blanchaert.
Lo stupore aumenta nel vedere in un altra sala dove si ospita l’installazione dal titolo “Riflessioni riflesse” sempre con alla base il vetro e curata dalla stessa Jean Blanchaert.
Questa mostra rimarrà fruibile fino al 16 aprile ma le speciali opere saranno in parte visibili presso la Galleria Zanusso di C.so di Porta Vigentina, 26 a Milano.
Si passa poi nel foyer basso dove sono esposti i divani realizzati da Mario Prandina, in arte Plinio il giovane che da oltre ventanni produce mobili con legni derivati dalle travi antiche. Alcune di questi, come tavolini e sedie accolgono da anni il pubblico del Teatro Parenti nella zona caffetteria. Non meno interessanti i mobili realizzati in legno di pino degli studenti dell’università svedese di Konsfack.
Ma quando si arriva nella sala che ospita l’installazione dal titolo “Riflessioni riflesse” lo stupore cresce e non ci si stanca di ammirare le opere realizzate in vetro soffiato che riproducono i batteri, dopo averli studiati in un laboratorio di batteriologia. In mezzo a queste vere e proprie opere si ammira e apprezza la danza di una ballerina.
Scendendo in basso nella sala AcomeA ci si trova nel luogo del workshop “Design is eros” ad opera degli studenti del Politecnico di Milano. I cui docenti i proff. Arista, De Lucchi e Greco i quali illustrano i 13 nodelli, realizzati dagli studenti del Politecnico che meritano di essere visti e forse realizzati in scala diversa in altri luogi in occasione di eventi a tema il Design

Un discorso a parte merita la mostra collettiva “Immersione libera”, il progetto di Marina Nissim in collaborazione con Galleria Continua, che ha preso il via il 2 aprile e si concluderà il 18 maggio.
Il curatore della mostra è Giovanni Paolin, un giovane con evidente esperienza nel campo dell’arte e della curatela, maturata allo IUAV di Venezia, ma anche da diverse collaborazioni importanti tra cui alla 55a Biennale d’Arte nel 2013, e Full Color, la personale di Franco Fontana a Palazzo Franchetti nel 2014 ed altro.
Oggi è stata la nostra guida spiegandoci con competenza e simpatia le diverse installazioni, presentandoci anche alcuni artisti e i curatori ospiti: Giulia Colletti, Caterina Molteni, Treti Galaxie.
La collettiva a cui partecipano 12 giovani artisti (ma non troppo), di diversa estrazione e nazionalità, è stata pensata per opere capaci di fondersi con lo spazio circostante e favorirne esperienze immersive, in grado di coinvolgere il visitatore con sculture, opere pittoriche, stampe, fotografie, proiezioni video e installazioni, oltre eventi temporanei, realizzati settimanalmente, con la collaborazione dei tre curatori ospiti.
Punto di attrazione è l’installazione del progetto “Around The Water”, la casa galleggiante realizzata in pino svedese e maestrevolmente montata nella Piscina de I Bagni Misteriosi da Fabio Cherstich.
In tutto è evidente la regia della Shammah che spinta dal suo profondo legame col teatro riesce a far dialogare gli oggetti che poi saranno protagonisti della performance “Talking Objects”. Molto magico è entrare nei laboratori d attrezzeria dove nascono gli oggetti di scena degli spettacoli, riconoscibilissimo il cavallo usato da Timi nel suo ultimo spettacolo “Un cuore di vetro in inverno”.
Questo grande progetto, contenente al suo interno altri progetti, è una grande occasione di visibilità per l’intera zona per tutte quelle attività commerciali e culturali che hanno aderito all’illuminata idea di una donna dinamica e incontenibile come Andrée Ruth Shammah.
Non bisogna essre profeti per prevedere che il prossimo anno questa vulcanica donna, si farà venire un altra idea per incrementare il suo progetto e e farlo crescere, perchè lei pensa sempre in grande.
Dopo tutto ciò ci si rende conto di avervi detto poco e vi invitiamo pertanto ad approfondire tutto attraverso l’apposita sezione del sito del Franco Parenti, ma soprattutto di visitare questi spazi fonte di ispirazione e arricchimento per la mente.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.