La Parola Giusta con Lella Costa da memoria al passato – recensione

La parola giusta – Piccolo Teatro Grassi
dal 2 al 6 ottobre 2019
di Marco Archetti
con la collaborazione di Lella Costa e Gabriele Vacis
regia Gabriele Vacis
con Lella Costa
scenofonia, luminismi e stile Roberto Tarasco
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Centro Teatrale Bresciano

Per altre info sullo spettacolo, orari e prezzi, vedi il nostro precedente articolo.


Spettacolo visto e recensito da Lucia Ferrigno

Una straordinaria interpretazione di Lella Costa ed un grande successo per il Piccolo Teatro Grassi che torna a riflettere sul terrorismo, lo spettacolo che rientra nel progetto di memoria sul quinquennio 1969-1974 è una coproduzione Piccolo Teatro di Milano e Centro Teatrale Bresciano, ed è parte di “La stagione inquieta della Repubblica”, ricorrendo nel 2019, il 45° anniversario della strage di Piazza della Loggia e il 50° anniversario di Piazza Fontana. Un monologo di 80 minuti in cui l’attrice ha dato il meglio di sé, facendo rivivere al pubblico in sala, raccontando la storia di una donna, gli anni dei momenti drammatici e con grande abilità ha saputo miscelare il ricordo dei due eventi, interpretando con voce calda e appassionata, la fitta drammaturgia di Marco Archetti.

Perfetta la regia di Gabriele Vacis, unico filo conduttore una ragazza di 17 anni che porta con se fino alla sua morte il desiderio di giustizia per le vittime innocenti, ma anche il desiderio della pace interiore. Bellissima la scenografia che ripropone quel 28 maggio piovoso in Piazza della Loggia e, posta bene sul palco una sedia vuota, che appare fin dall’inizio. Le scelte delle musiche, infine mostrano un lavoro complesso che Roberta Tabasco ha saputo realizzare con una scenofonia che di fatto costruisce l’ambiente. Con “La parola giusta”, Lella Costa ci ha regalato talento, passione e impegno civile e soprattutto ha saputo tracciare una linea indelebile tra memoria e desiderio di raccontare ai giovani i cosiddetti “millennials “, mediante la storia di Antonio e la donna che racconta con le parole giuste lavoglia di andarsi a cercare dati, fatti, statistiche, ma soprattutto altre storie…

Al regista Gabriele Vacis, và anche il grande merito di aver auspicato che il pubblico si portasse a casa la voglia di consapevolezza che qualcuno si assuma la responsabilità di trovare e usare parole giuste, iniziando dal Teatro che può e deve mettere insieme Storia e storie, testimonianza e racconto, oggettività e immaginazione cercando di non confondere memoria e desiderio.

Perché chi ha vissuto il tempo delle bombe e delle stragi, ha il dovere di non smettere di raccontare, di ricordare: come ha dichiarato Lella Costa, perché «noi non siamo testimoni perché c’eravamo: siamo testimoni perché non abbiamo mai smesso di esserci».

Uno spettacolo che propone fatti, luoghi e memorie che rimaranno nella memoria individuale e collettiva anche di chi non c’era!