Marjorie Prime – recensione, in scena fino al 17 novembre al Teatro Franco Parenti

E’ ancora in scena fino al 17 novembre al Teatro Franco Parenti di Milano lo spettacolo di MARJORIE PRIME di Jordan Harrison  con la regia di Raphael Tobia Vogel che sta incuriosendo e interessando il pubblico milanese, soprattutto per il tema trattato.

Per altre notizie sullo spettacolo vi rimandiano al nostro precedente articolo.

Marjorie, una speciale Ivana Monti, ottantenne malata di Alzheimer, incontra se stessa nel Prime giovanile del marito Walter morto nel naturale, ma vivo in quel serbatoio di ricordi che l’anziana ha riempito parlando di sé.

Si raccontano, compensando emotività, memoria e intelligenza.

La morte della donna vede la sua sostituzione con un Prime che la figlia Tess ama e apprezza in dialoghi confidenziali, rassicurazioni e comprensioni di fatti del passato: eventi nuovi per questo rapporto madre/figlia, che ha silenziato il dolore della perdita del fratello di Tess, di quella Tess che contestava il Prime Walter, personaggio surreale, ma così equilibrante nella confusione mentale di Marjorie.

E sono 2 Prime, Walter e Marjorie, specchi di vita con i quali ripercorrere una vita; 2 Prime che determinano in Tess il senso del tempo che è passato, portandosi via le occasioni reali, le condivisioni, le possibilità.

Un confronto stupendo: l’autore Jordan Harrison fa dialogare l’introspettiva Tess con la madre Prime e con il marito Jonathan in carne e ossa. Il primo è in realtà un monologo, una botta e risposta tra Tess e ciò che di Tess è stata riempita la madre Prime; il secondo è un amore parlato, una resistenza alla debolezza, una ricerca di pace…mai raggiunta, neanche nel suicidio di Tess in Madagascar.

Jonathan tenterà di affidare alla moglie Prime l’elaborazione del suo lutto, senza raggiungere quell’intima trasparenza reciproca che caratterizzava il suo matrimonio.

Cercherà di riempire con i ricordi la moglie Prime, ma trovare in lei se stesso non basterà a consolarlo. Il desiderio di ritrovarla speciale, intraprendente e mai scontata non sarà esaudito.

Spettacolo emozionante, ricco e, nello stesso tempo, equilibrato. I passaggi scenici da personaggio a Prime sottolineano la sorprendente capacità interpretativa degli attori, che conducono il pubblico a “saltare” da reale a surreale, da vissuto a vivibile, senza mai appesantirlo, grazie all’intelligente regia.

L’ambiente non cambia, se non per la visione attraverso la vetrata di fondo, ma supporta nei dettagli (scatola di fotografie, lampade, sedie, il caricaprime), l’avvicendarsi delle emozioni e dei dialoghi.

Un onore partecipare!