Vietato l’Ingresso – Tam Milano: lo studio Calvi Ceschia Viganò, proclamato il vincitore con il camerino ‘Diorama’

Dopo aver annunciato nel nostro precedente articolo la conclusione delle votazioni del pubblico e aver dato appuntamento ai lettori per la diretta Facebook sulla pagina del TAM – Teatro Arcimboldi Milano – ieri sera si è tenuta la serata di gala per la proclamazione del vincitore di VIETATO L’INGRESSO, il progetto curato da Giulia Pellegrino, con cui sono stati ridisegnati i 17 camerini del teatro da altrettanti prestigiosi progettisti della scena milanese, grazie all’aiuto di oltre 200 aziende italiane di design, che hanno messo a disposizione i propri pezzi iconici e le proprie risorse a titolo gratuito.

Al progetto hanno collaborato anche due studi di progettazione (fuori concorso) che si sono presi in carico la riprogettazione del corridoio e dei bagni comuni.

Il pubblico del TAM, che ha visitato i camerini durante il Salone del mobile, ha scelto il proprio camerino preferito sul sito del teatro dal 4 al 27 settembre: in oltre 7.000 hanno votato decretando il camerino vincitore.

Lo studio che si è classificato al primo posto e che ha ottenuto l’incarico di riprogettazione del “Camerino Muti” a piano palco e dedicato al celebre Maestro d’orchestra che per primo l’ha inaugurato all’apertura del teatro nel 2002, è lo studio “CALVI CESCHIA VIGANÒ ARCHITETTI ASSOCIATI” con il camerino intitolato “DIORAMA”. 

VIETATO L’INGRESSO è un piccolo miracolo milanese nato e cresciuto in pochi mesi e che si è trasformato in un progetto unico e originale testimoniato anche da numeri che simboleggiano il grande successo dell’iniziativa:

  • 19 studi di progettazione con oltre 50 progettisti
  • 206 aziende partner
  • 10.000 visitatori che hanno visitato i camerini durante il Salone del Mobile
  • 7.551 voti di preferenza
  • oltre 3500 cataloghi distribuiti

e poi i numeri tecnici del cantiere: 

  • pitturazione 1000 mq
  • 400 mt di cavi elettrici
  • 60 mt di tracce
  • 150 mq di tende
  • 380 corpi illuminanti
  • 220 fra placche e interruttori
  • 17 vasi per i fiori
  • 16 docce
  • 20 lavandini
  • 18 maniglie tutte diverse
  • Oltre 1800 litri d’acqua bevuti durante il cantiere
  • 350 tra artigiani, elettricisti, posatori e muratori
  • 89 giorni di cantiere
  • 0 cose smarrite
  • tanto entusiasmo

La direzione del TAM desidera ringraziare tutti gli studi che hanno aderito al progetto Atelierzero, BDGS e Daniela Volpi, Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati, DAP Studio,
Enrico Scaramellini Architetto, Francesco Rota Architettura, Galante Menichini Architetti,
Gio Latis Studio,  Lupettatelier,  Monica Baio Nicola Quadri,  NM Nick Maltese Studio,
Paolo Volpato e Caterina Steiner,  Park Associati,  RGA studio,  Studio Cagnato, Senselab + Nicolò Gobini, studio wok e i due studi di progettazione (fuori concorso) che si sono presi in carico la riprogettazione del corridoio e dei bagni comuni KÄRLANDRÆ e DFA Partners. 

Un ringraziamento anche a tutti coloro che hanno abbracciato il progetto: imprese, aziende, collaboratori e il media partner Elle Decor, che hanno reso VIETATO L’INGRESSO un esempio unico di sinergia fra il mondo del design con le sue sfaccettature e sensibilità e il colorato e vivace mondo dello spettacolo.

DIORAMACalvi Ceschia Viganò Architetti Associati
Un camerino che contiene un mondo!
Mentre il teatro, commedia o tragedia che sia, è un rito comunitario, il camerino è un luogo privato, nel quale è “vietato entrare”.
Abbiamo immaginato gli artisti, abituati a mostrarsi in pubblico, che nel camerino si possono permettere ogni cosa, provare e sbagliare, ridere e piangere, avendo come solo testimone la propria immagine riflessa nello specchio. Abbiamo perciò immaginato un luogo intimo e silenzioso, fatto di materiali domestici e accoglienti.
Il camerino ha una forma perfetta come solo un cerchio può essere, ma si deforma con angoli e nicchie colorate dove trovano spazio lo specchio e le luci per il trucco.
L’ambiente circolare è racchiuso da una boiserie in legno di cedro caratterizzata da una plissettatura concava che crea effetti chiaroscurali.
Il corridoio d’ingresso impreziosito da un vaso in vetro di Murano svela solo all’ultimo lo spazio del camerino.
Il pavimento è un tappeto in lana blu che riveste anche pareti e divano fino ai piani per il trucco, conferendo morbidezza e comfort acustico.
Immaginiamo gli artisti vivere in questi spazi la realtà sognante di un “diorama”, un paesaggio in miniatura, in cui ognuno si possa sentire accolto e accudito nella propria intimità.

Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati
Calvi Ceschia Viganò nasce da un’amicizia, dalla condivisione delle idee e dalla consapevolezza che unire i nostri tre percorsi personali in una visione condivisa avrebbe ampliato lo sguardo di ciascuno.
Pensando alla città e territorio come un fatto collettivo, espressione dei valori pubblici di una comunità, e all’architettura come momento individuale, fondata sulla visione particolare di ciascuno, ci curiamo di risolvere l’implicita contraddizione che li oppone per mezzo di soluzioni progettuali puntuali e sostenibili. La nostra esperienza trentennale ci ha insegnato che l’incontro tra “storia” e progetto, tra valore pubblico e privato, tra permanenza e trasformazione, tra regola ed eccezione può produrre un impatto efficace in termini di differenza e di complessità di risultato senza per questo sbilanciare il delicato rapporto tra l’architettura e le persone che abitano la città e il territorio. L’architettura è discontinua, incompiuta senza mai aspirare alla permanenza, sottomessa al gioco delle modifiche e delle sostituzioni. Crediamo sia interessante realizzare un’architettura che consideri il divenire come variabile di progetto, affinché la vita dell’opera, senza il controllo del suo autore, possa essere ancora generatrice di relazioni nuove e positive.