Regio Metropolitano: il 6 novembre Jan Latham-Koenig dirige l’Orchestra del Teatro Regio. Auditorium Giovanni Agnelli – Lingotto

A causa del protrarsi di un’indisposizione, Marc Albrecht non potrà dirigere il concerto in programma sabato 6 novembre all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, il Teatro Regio ringrazia per la disponibilità Jan Latham-Koenig, che ha accettato di sostituirlo, e augura al Maestro Albrecht una pronta guarigione. Il direttore inglese torna a dirigere l’Orchestra del Regio dopo il grande successo del 2016 con il capolavoro di Leóš Janáček La piccola volpe astuta. In programma, il Preludio del I atto dai Maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner, Don Juan (Don Giovanni) di Richard Strauss e la Sinfonia in re minore di César Franck.

La carriera di Jan Latham-Koenig spazia tra il repertorio operistico e quello sinfonico. Vero europeo nel cuore, ha infatti origini francesi, danesi e polacche, ha studiato al Royal College of Music di Londra, prima di aggiudicarsi la “Gulbenkian Fellowship”. Debutta alla Staatsoper di Vienna nel 1988 con un sensazionale successo che lo lancia nel mondo portandolo a dirigere più di 100 concerti. Da allora ha diretto molte grandi produzioni nei più prestigiosi teatri del mondo. Grande successo hanno ottenuto i Dialogues des Carmelites al Teatro Colón di Buenos Aires e all’Opéra national du Rhin, vincendo per quest’ultimo il Premio Claude-Rostand 1999 e il Diapason d’or per la migliore opera in video nel 2001. Si è esibito poi trionfando ai BBC Proms. È stato Direttore musicale dell’Orchestra di Porto, che ha fondato su richiesta del governo portoghese, al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, al Teatro Massimo di Palermo e delle Orchestre Philharmonique de Strasbourg e Opéra national du Rhin. Come Direttore ospite è stato apprezzato al Teatro dell’Opera di Roma, alla Filarmonica Teatro Regio Torino e alla Young Janáček Philharmonic, e Direttore musicale al Teatro Municipal di Santiago. Ha inciso un disco con la Filarmonica del Teatro Regio in un programma dedicato a Poulenc che è stato votato disco del mese dal BBC Music magazine.

Tanto Die Meistersinger von Nürnberg di Wagner quanto il poema sonoro Don Juan di Strauss ebbero la loro genesi in Italia. Nelle sue memorie, Wagner racconta che nel 1861, mentre era a Venezia, rimase folgorato di fronte alla pala dell’Assunta di Tiziano. Il dipinto era stato realizzato nel Cinquecento: in quella stessa epoca, nei paesi di lingua tedesca i maestri cantori, organizzati in corporazioni, si sfidavano in gare canore. Il compositore, anni prima, aveva vagheggiato di scrivere un’opera ispirata a quei personaggi storici e adesso, rimessosi dallo sfibrante lavoro sul Tristano e Isotta, decise di riprendere quel progetto. I maestri cantori di Norimberga sono una commedia che ha per protagonisti un cavaliere, una ragazza e un gruppo di borghesi, bonari ma orgogliosi della loro arte vocale. Questa storia d’amore, piena di burle e di equivoci, affronta un argomento molto caro a Wagner: lo sforzo della musica moderna per affermarsi di fronte alle resistenze del conservatorismo. Nell’opera, la questione è affrontata con ottimismo: il cavaliere vince la gara di canto, trovando un equilibrio fra spontaneità e regole consolidate, e sposa l’amata. Sin dalle prime note del Preludio, Wagner ci dimostra di aver scritto l’opera col sorriso sulle labbra, giocando con la tradizione. Nonostante il Preludio presenti un riassunto musicale della vicenda, fu il primo brano composto da Wagner e fu eseguito già nel 1862, sei anni prima del debutto dell’opera.

La composizione del poema sonoro Don Juan di Richard Strauss iniziò nel 1888. Benché sia stato concepito sotto i cieli tersi del Belpaese, questo Don Giovanni non è una creatura mediterranea, bensì un uomo votato all’annientamento. Fonte d’ispirazione è il poema drammatico incompiuto di Lenau Don Juan, pubblicato nel 1851. Il protagonista è un eroe inquieto che va alla ricerca dell’amore ideale e quindi non fa una conquista solo “pel piacer di porla in lista”, come il Don Giovanni mozartiano. Strauss usò il poema come stimolo, senza prevedere un vero programma. Nella composizione, tuttavia, ci sono cambiamenti così teatrali di atmosfera, di organico e di ritmo, che si è tentati di immaginare dei riferimenti precisi al dramma. Il venticinquenne Strauss tenne a battesimo la composizione nel 1889 e fu il lancio per la sua carriera.

La Sinfonia in re minore di César Franck ebbe la sua prima esecuzione solo qualche mese prima del Don Juan e, proprio come il poema sonoro di Strauss, tradisce l’ammirazione del suo autore per Wagner. Franck, nato in Belgio ma francese di adozione, era sulla soglia dei settant’anni e non aveva ancora raggiunto la vera fama; a Parigi era ammirato come organista e compositore di musica sacra, ma in questi anni i suoi interessi stavano volgendo altrove senza incontrare un consenso unanime. La stessa Sinfonia in re minore al suo debutto destò più perplessità che entusiasmo, soprattutto fra i colleghi, che la ritennero troppo vicina alla tradizione sinfonica tedesca. Quest’accusa non aveva soltanto implicazioni artistiche: erano trascorsi solo diciannove anni dalla fine della disastrosa guerra franco-prussiana.

Regio Metropolitano si realizza con il fondamentale sostegno di Intesa Sanpaolo, Socio Fondatore del Teatro Regio e con il patrocinio della Città di Torino.
I prossimi appuntamenti di novembre (ore 20.30): lunedì 15 Gianandrea Noseda ritorna alla guida dell’Orchestra e del Coro del Regio e presenta: Nänie, per coro e orchestra di Johannes Brahms, il poema sinfonico Riccardo III di Bedřich Smetana, il Canto delle Parche ancora di Brahms e la Sinfonia n. 7 di Antonín Dvořák. Sabato 20 il Regio Metropolitano si sposta al Teatro Colosseo, dove Diego Fasolis dirige l’Orchestra del Regio in un programma che prevede: il Concerto brandeburghese n. 1 di Johann Sebastian Bach, il Concerto grosso n. 4 di Arcangelo Corelli, la Sinfonia n. 25 di Wolfgang Amadeus Mozart e Music for the Royal Fireworks di Georg Friedrich Händel. Venerdì 26 e domenica 28 all’Auditorium Giovanni Agnelli viene presentata, in forma di concerto, Aida di Giuseppe Verdi, uno degli appuntamenti più attesi di questa stagione, un’occasione per apprezzare gli aspetti più intimistici dell’opera di Verdi. Il maestro Pinchas Steinberg dirige l’Orchestra e il Coro del Regio e protagonisti di grande rilievo internazionale come Angela Meade (Aida), Stefano La Colla (Radamès), Anna Maria Chiuri (Amneris) e Amartuvshin Enkhbat (Amonasro). L’opera è proposta in occasione del 150° anniversario della prima assoluta nel 1871 e fa parte del programma ufficiale delle celebrazioni dedicate a Enrico Caruso, promosso dal Comitato nazionale istituito dal Ministro della Cultura in occasione del 100° anniversario della scomparsa del celebre tenore (1873-1921).

BIGLIETTERIA
I biglietti e le card per i concerti e gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio con orario: da lunedì a sabato 13-18.30 e domenica 10-14 – Tel. 011.8815.241/242. È possibile acquistare i biglietti anche presso i punti vendita Vivaticket e online su www.teatroregio.torino.it e su www.vivaticket.it, oltre a un’ora prima degli spettacoli presso le relative sedi.

PREZZI BIGLIETTI
Concerti: € 20 – 15 – Under 30 € 8
Aida: da € 50 a € 150 – Under 30 € 20

PREZZI CARD
Card 4 spettacoli: € 60 – 4 spettacoli a scelta (con eccezione di Aida), in qualsiasi settore.
Card Giovani a 4 spettacoli € 20 – Riservata agli under 30; 4 spettacoli a scelta (con eccezione di Aida), in qualsiasi settore. Le stesse card possono anche essere utilizzate da più persone per lo stesso spettacolo.

Per l’acquisto dei biglietti e delle card è possibile utilizzare i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti del Teatro Regio annullati causa Covid-19.