Filarmonica – Concerti d’autunno: lunedì 15 novembre debutta il direttore texano Robert Trevino

Lunedì 15 novembre alle ore 20 sale per la prima volta sul podio della Filarmonica Robert Trevino: 37 anni, origini messicane ed è cresciuto a Fort Worth, in Texas. Cresciuto sotto l’egida di Michael Tilson Thomas e Seiji Ozawa, ha sviluppato una particolare sensibilità per il repertorio mitteleuropeo e ad oggi è una delle bacchette americane più apprezzate e richieste dell’ultima generazione. Al Teatro alla Scala Trevino è accompagnato dal violinista Emmanuel Tjeknavorian, ventiseienne musicista viennese di origini armene, interprete del concerto per violino n. 5 di Mozart. Dopo l’intervallo la serata prosegue con l’esecuzione della Leningrado di Šostakovič.

Trevino è direttore musicale dell’Orchestra Nazionale Basca, direttore ospite principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e consigliere artistico della Malmö Symphony Orchestra. Il Direttore texano è inoltre promotore appassionato della musica del nostro tempo: ha commissionato, eseguito in anteprima e lavorato a stretto contatto con molti importanti compositori, tra cui John Adams, Philip Glass, Sofia Gubaidulina, Jennifer Higdon, Andre Previn, Augusta Read Thomas, Shulamit Ran e John Zorn. La contemporanea è un interesse comune con l’orchestra, percorre infatti l’intero programma del ‘22 con una serie di nuove commissioni.

Il programma:
Nella prima parte della serata una delle opere della gioventù di Mozart, il Concerto per violino n. 5, composto a soli diciannove anni nel 1775. La bellezza melodica, la forte contrapposizione dei singoli movimenti, l’uso sicuro delle possibilità espressive dello strumento tutte presenti non sono portate ai massimi livelli. La vitalità e l’esuberanza della composizione traspaiono già a partire dall’Allegro aperto iniziale. Connotazioni assai diverse acquista invece la musica dello straniero nel contesto della Sinfonia n. 7 di Dmitrij Šostakovič. Il sottotitolo “Leningrado” definisce una geografia e una storia: fu scritta tra luglio e dicembre 1941, durante l’assalto della città russa da parte dei nazisti. Un pezzo che racconta gli abissi del dolore ma, nella parte finale con il suo ansimante respiro di do minore e do maggiore, ci parla di un popolo che si riscopre unito resistendo all’assedio, dando voce a un anelito di libertà.