Teatro Franco Parenti: standing ovation per Cassandra, in scena fino a domani 2 dicembre

Standing ovation ieri sera al Parenti per Sonia Bergamasco: la sua particolarissima interpretazione di Cassandra ha avuto successo.

Per altre notizie sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE:
Prima dell’evento troviamo un palcoscenico che dà un senso di vuoto, dallo sfondo e dal pavimento bianchi; dei meravigliosi serpenti in legno, di forma e dimensioni diverse, son disposti lungo lo spazio, creando un’atmosfera tra il mistico e la cultura da museo.

Fra i sussurri di una platea che si chiede che cosa rappresenterà questo spettacolo, la luce cala e lascia illuminati in cerchi solo i rettili lignei. Crea quasi sconcerto l’entrata di Sonia: un abito nero, lunghissimo, da dama, con la gonna pomposa e il velo scuro calato sul volto, semitrasparente. Un prologo di voce maschile che esce da bocca di donna, ferma, immobile, un suono d’orologio che accompagna a tratti ogni cambio di situazione scenica, portandoci in un ritmo e in un rapporto di spazio-movimento totalmente extra-quotidiani.

Allegorie. Tante sono le allegorie portate da Cassandra che niente ci risparmia e non ha paura di esser mistica apparizione pura, vittima di questo mondo o perturbante trasgressione verbale senza filtri.

Il timbro della Bergamaschi passa da un simil-sibilo stanco che si risveglia dal profondo suolo a quel grido prepotente in grado di trapassare il pubblico, quasi infastidendolo volutamente per risvegliarlo da un distonico torpore, ovvero da quel finto sonno che ci sta portando a distruggere la nostra Madre Terra. Sì, perché Resurrexit Cassandra ci vuole avvisare di stare attenti e di accorgerci dei disastri che, come esseri umani, stiamo provocando a noi stessi e al nostro Pianeta.

L’intenso e lungo monologo egregiamente sostenuto da Sonia è accompagnato da luci in variazione e immense proiezioni di lei sullo sfondo, mentre regge o muove un’ascia contro di noi, contro i racconti narrati del passato, contro di sé o contro il mondo stesso. Qui, si vede il genio multimediale di Jan Fabre, speciale maestro fra i maestri del teatro contemporaneo.

Moderne canzoni sono sussurrate da Sonia, come se la voce stanca delle sue sventure volesse trovar un po’ di sollievo d’allegrezza.

Cassandra non è solo una figura dell’antica Grecia, conoscitrice del futuro e inascoltata: è anche oracolo moderno portatore di una necessità di presa di consapevolezza; questa coscienza si può ottenere “cambiando pelle”, proprio come fanno i serpenti e come fa anche lei, serpe mistica-figura-positiva dell’intuito della coscienza che ripetutamente muta il proprio abito in scena, diventando “un’altra sé”. Così, anche noi, dovremmo ascoltarla e trasformarci per evolverci e salvare il nostro Pianeta.

Ressurrexit Cassandra, di Ruggero Cappuccio (è sua la voce maschile del prologo), ideazione, regia, scenografia, film di Jan Fabre, sarà in scena al parenti sino a domani sera, Giovedì 2 Dicembre 2021, inizio ore 20.30.

Credito Foto: Marco Ghidelli