Memorie del sottosuolo di Fëdor Dostoevskij, al Teatro Elfo Puccini dal 14 al 19 dicembre

memorie del sottosuolo

14 – 19 dicembre –  Elfo Puccini, sala Bausch
Memorie del sottosuolo
da Fëdor Dostoevskij
adattamento drammaturgico di Marco Isidori
regia Marco Isidori
luci Sabina Abate, Paolo Scaglia
sipario Trionfo della Morte di Daniela Dal Cin
produzione Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa 2021

I Marcido Marcidojs fanno esplodere la tendenza dostoevskijana che attraversa sotterraneamente il loro lavoro come un basso continuo e, in concomitanza con la celebrazione del bicentenario dello scrittore russo, portano in scena Memorie del sottosuolo, uno dei testi chiave della sua opera. Lo spettacolo debutta in prima nazionale al Teatro Gobetti di Torino il 16 novembre 2021.

Paolo Oricco è protagonista assoluto di questo monologo, ma non è ‘solo’ sul palco, con lui c’è lo scenario/sipario Trionfo della Morte di Daniela Dal Cin, un’opera pittorica ispirata all’affresco quattrocentesco di Palazzo Abatellis a Palermo.

≪Senza questo specifico/speciale attore – spiega il regista – lo spettacolo da Dostoevskij non sarebbe stato concepibile; ha visto la luce del palco perché Paolo Oricco ha infuso completo sé medesimo nel progetto≫.

E riguardo all’allestimento scenografico Marco Isidori prosegue dicendo che ≪l’invenzione artistica di Daniela Dal Cin è una parte (organo) strettamente solidale al lavoro sia registico che interpretativo, anzi, si può azzardare l’ipotesi che si tratti della stretta filiazione di un medesimo pensiero, condotto con una pluralità di mezzi artistici diretti verso un comune risultato drammatico…≫.

«Da quanto tempo i Marcido pensano ad una messa in scena di Dostoevskij! Forse, dall’esordio della compagnia, i motivi del grande russo, attraversarono sempre, e neanche troppo sotterraneamente, il nostro lavoro, come un basso continuo implacabile, anche se abbastanza camuffato nelle sue manifestazioni sceniche, da risultare illeggibile alla superficialità della cronaca.

Adesso abbiamo deciso di esprimere compiutamente in uno spettacolo, facendola esplodere, questa nostra tendenza dostoevskjiana, prendendo per le corna quelle Memorie del sottosuolo che sono forse uno dei testi chiave dell’opera del russo, pronti ad affrontare una misura certo non facile e carica di rischio, ma per noi di straordinario fascino drammatico. Le parole, meglio dir subito, senza ambiguità, la ‘Parola’ di Dostoevskij, e quelle proposte in prima persona dall’autore nelle Memorie su tutte, sono talmente impregnate di un concentrato dell’umano travaglio, da fotografare, far suonar netto, al di là di ogni ambiguità ideologica o storica, il tema ossessivo di questo scrittore, la dominante tragica spalancata e sviluppata in ogni piega possibile del discorso, una nota costante, pronunciata affermativamente, e poi immediatamente contraddetta in un vortice poetico di ritrattazioni così specificamente teatrali, espanse, dichiarate, così tanto e così talmente parole tutte ineluttabili nella loro spudoratezza, da fornire, anzi, pretendere dalla prova dell’attore che le dirà, una sensibilità sia tecnica che emotiva tale da condurre lo spettacolo verso quella regione della comunicazione dove l’istanza di chi parla travasa nell’animo di chi ascolta con la potenza inequivoca dei fenomeni naturali, rendendo evidente che, come scrive Nietzsche: “Il grado di sofferenza di cui un uomo è capace determina la sua profondità e la sua serietà, ma anche la sua gioia”.

Dostoevskij in queste sue Memorie del sottosuolo che noi abbiamo ‘tradotto’ con spirito di grande adesione sentimentale, e nello stesso tempo di altrettanto grande partecipazione politica, ce lo dimostra magistralmente. I Marcido hanno voluto che il teatro mostrasse appunto che al gorgo altalenante della gioia e della disperazione, l’uomo non può sottrarsi. Certamente il Teatro, se deve portare un simile peso, non può accontentarsi dell’usuale canonica, deve, almeno tendenzialmente, fare lo sforzo di sporgersi oltre se stesso; magari rinunciando, magari fallendo, magari equivocando, comunque sempre tentando di mostrare quel che nella normale prassi delle scene, resta celato.
Questa almeno è stata la nostra scommessa».
Marco Isidori

TEATRO ELFO PUCCINI, sala Bausch,
corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/sab. ore 19.30; dom. ore 15.30
– Prezzi: intero € 33 / rid. giovani e anziani €17,50 / online da € 16,50
– Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org