Al Franco Parenti in scena l’esilarante commedia ‘Il delitto di via dell’Orsina’, con la regia vincente di Andrée Ruth Shammah

Il delitto di via dell’Orsina

E’ in scena al Teatro Franco Parenti di Milano dal  9 dicembre 2021 il nuovo spettacolo di Andrée Ruth ShammahIl delitto di via dell’Orsina” (titolo originale L’affaire de la rue de Lourcine -1857) di Eugène Labiche, un testo quasi mai rappresentato in Italia che replicherà fino al 23 dicembre sul palco del Pierlombardo per poi iniziare la sua tournée, in diversi teatri italiani.

Per altre notizie sullo spettacolo, cast, orari e prezzi vedi il nostro articolo di presentazione.

Una trama, dei personaggi e un inaspettato equivoco ed è così che parte tutto. Da lì in avanti, un incrociarsi di malintesi e di giustificazioni, danno il là a molteplici battute e situazioni che provocano fragorose risate e convinti applausi. In due righe, questo è quello che si vive in queste sere al Teatro Franco Parenti, una delle realtà milanesi dove si respira vero teatro ad altissimo livello.

Andrée Ruth Shammah, regista dello spettacolo “Il delitto di via dell’Orsina“, ha aperto le porte del suo teatro per far godere la vera arte recitativa, incastonata in un testo spavaldo di alto ritmo, con interessanti sovrapposizioni di battute, e si è divertita a giostrare il talentuoso cast che le ha dato modo di curare ogni minimo dettaglio, a favore dell’arte dell’ora, il Teatro.

La sinossi racconta di una famiglia aristocratica che, in una mattina qualunque, vede il capostipite svegliarsi ancora preso dai fumi dell’alcool della sera prima e, che contornato da due maggiordomi, la moglie stridula e attenta in maniera splendidamente comica. Ed infine, da un inaspettato ospite trovato nel suo letto al risveglio, con cui scoprirà di aver vissuto la sera prima, sera da ricostruire pezzo per pezzo, tra mille incomprensioni, giochi di parole e scleri attoriali divertentissimi.

Già dalle primissime battute è chiaro che anche gli spettatori, siamo parte integrante dello spettacolo e che la nostra attenzione è ripagata da innumerevoli colpi di scena dettati sia dalla cura registica che, dalle capacità vocali, espressive e di interpretazione degli attori, dai geniali cambi scena, dagli splendidi e curati costumi, dall’accompagnamento musicale dal vivo e da un signorile tocco alle luci.

L’attenzione data allo spettacolo ci ha permesso di apprezzare tutti i dettagli delle movenze attoriali, del tono di voce e, come anche la stessa Shammah ci ha confessato in conferenza stampa, tutte le variazioni sceniche nate durante le lunghe prove che si sono tenute per arrivare alla creazione di questo spettacolo. Infatti, le trovate e le intuizioni degli attori sono preziose ai fini realizzativi e personalizzano ancora di più la storia, calzando ancora meglio sulle caratteristiche dei performers, che si sono piacevolmente fatti dirigere. Tutto ciò è risultato evidente da come il cast si è divertito a sfoggiare i propri tecnicismi, libero da qualsiasi briglia registica.

Il delitto di Via dell'Orsina
Massimo-Dapporto e Antonello Fassari – immagine dalle prove

In questa occasione Andrée Ruth Shammah dirige per la prima volta due grandi interpreti del teatro e del cinema italiano: Massimo Dapporto e Antonello Fassari.Pensando a questi due personaggi – afferma Shammah – profondamente diversi l’uno dall’altro: uno ricco, nobile, elegante e l’altro rozzo, volgare, proletario che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto, ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare (e che non ha mai lavorato assieme) ma assolutamente perfetta per dare vita a questa storia. Quello che è successo è che, appunto, si è intromessa la vita. E quando nel teatro si intromette la vita, il finale, inevitabilmente, cambia.”

Con questo suo nuovo spettacolo, Andrée Ruth Shammah  ha accettato una sfida stimolante per tornare a confrontarsi con la drammaturgia francese, scegliendo il padre nobile ​del vaudeville, maestro nella costruzione di equivoci e intrecci, vorticosi e irresistibili, che trascinano i personaggi in situazioni assurde e deliranti.

Così la produzione, non solo si è affidata a due “attoroni”, ma ha voluto esagerare con la scelta meticolosa del restante cast, con altri nomi affermati e con emergenti di livello, come: Susanna Marcomeni, Andrea Soffiantini, Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi e la partecipazione di Antonio Cornacchione.

Il cast artistico si completa con la costumista Nicoletta Ceccolini che ha giocato di fantasia nella realizzazione deli outfit, e ha potuto usufruire della ricca costumeria del Teatro Franco Parenti gestita da Simona Bondoni, le luci sono di Camilla Piccioni; mentre le musiche, eseguite dal vivo, da una piccola orchestra (pianoforte – flauto – clarinetto) sono di Alessandro Nidi con la collaborazione di Fabio Cherstich.

Il lavoro meticoloso non si è fermato al riadattamento in italiano dell’opera francese, ma è stato stravolto il periodo storico, le ambientazioni, aggiunta di un personaggio, i temi trattati, le battute che provengono anche da altre opere dello stesso Labiche. Cercando e riuscendo a trovare più vita nella storia e raccontando in una sola opera non solo uno spettacolo di Labiche, ma Labiche stesso.

Ridere fa sempre bene, ma c’è risata e risata, quelle arrivate e vissute al Parenti, non provengono da volgarità, ne doppi sensi scontati e usuali, ma direttamente da ragionati e vissuti momenti fantasiosi all’interno di una realtà parallela, che prende vita sul profumato legno del palco.