Eppur sorride: Amedeo Abbate diverte con la sua placida comicità ben riuscita

Non ci saremmo mai aspettati che accadesse… Che Amedeo Abbate (unico e solo attore in scena) potesse abbozzare un sorriso, mai espresso durante tutto lo spettacolo, malgrado le risate del pubblico e gli applausi che hanno accompagnato frammenti di monologo, volutamente lento, ironico, spesso cinico.

Per altre notizie vedi l’articolo di presentazione.

Il rosario, quasi cantilenato, ha fatto passare i suoi grani nelle mani del protagonista, toccando molti aspetti della vita, sua ma anche di ciascuno di noi: il covid, la guerra in Ucraina, il quotidiano arrabattarsi, la ricerca di un amore…

Ma l’argomento pungente è il senso di solitudine, con il relativo bisogno di parlare. Mentre si racconta, sta meglio. Ripensiamo a “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano perché, in senso metaforico, i numeri primi rimandano alla solitudine, in quanto sono quei numeri che sono divisibili solo per se stessi e per zero; non hanno relazioni con altri che non con se stessi e con il nulla.

Temi importanti, sensibilità in prima linea… Eppure il bello della diretta sta nel partecipare a 360 gradi, sorridendo e anche ridendo nei giochi di parole, nei tranelli grammaticali e nelle allusioni più ardite: dalla matematica di Gesù che sapeva solo moltiplicare e che subirà la violenza del segno + (la croce), ai baci della mamma “conditi” con un po’ di papà.

Nulla risulta stucchevole: la curiosità e l’aspettativa della battuta successiva tengono viva l’atmosfera concentrata su una scena minimal e un solo “sfigato” (così si identifica).

Il cambio di camicia/giacca (con tasca portacenere) segna il confine tra essere single e la vita di coppia, fugace, passionale quando si riesce (meglio con sottofondo Rock), ingannevole come risposta al “solo” interiore.

Lo sguardo rivolto al nulla, che non incrocia lo sguardo di nessuno è il biglietto da visita di chi non vuole cercare fuori da sé e, affacciato alla finestra, guarda gli sfigati e i non sfigati, identificandosi a tempi alterni.

Un omaggio al sano ridere e ironizzare sulla vita, rendendo la solitudine anche una status scelto e non subito. Da vedere!!

Un applauso a Simone Luzzi, apertura di serata spensierato ed emozionato.