Crisi climatica, siccità e riscaldamento globale: cause ed effetti del caldo record in Lombardia

La Lombardia in generale ma soprattutto la città di Milano continua a registrare temperature che sono troppo alte per le medie stagionali, rendendo il capoluogo veramente invivibile soprattutto a causa della siccità, evidente dall’ambiente polveroso e dalle piante di giardini pubblici e privati sofferenti, acuito dall’ordinanza comunale che ne viete l’irrigazione per il risparnmio idrico.

Purtroppo non ci sono buone notizie in arrivo e, secondo le previsioni meteo, il caldo a Milano sarà sempre più torrido  e le temperature previste sfioreranno i 40 gradi.  Sarà superato record dell’agosto 2003 in cui furorno registrati 38,3°C. Non ci rimane che sperare il caldo sia accompagnato almeno da una leggera ventilazione, per far si che non aumenti troppo il tasso di umidità, attualmente attestato intorno al 60% che se aumentasse farebbe percepire un caldo ancora maggiore.

Ora dopo l’anticiclone africano è arrivato l’anticiclone delle Azzorre che  farà alzare ulteriormente le  temperature a partire da giovedì prossimo e si attende dunque un fine settimana di fuoco, difficile da gestire specie per gli anziani e le persone particolarmente vulnerabili per patologie respiratorie e cardiocircolatorie.

Ma come dice un vecchio adagio non sappianmo ancora di che morte morire e per questo vogliamo fare un po’ di chiarezza sulla situazione caldo, basandoci su quanto dicono gli esperti del meteo, secondi i quali la Terra sta andando incontro ad un “riscaldamento globale”  e i terreni agricoli al nord, dove invece prima erano sempre verdeggianti, ora sono in difficoltà idrica.  I disagi maggiori sono causati dalla prolungata assenza di pioggie e, le poche cadute in alcune zone lombarde, non sono state, minimamente sufficienti, a soddisfare il bisogno delle coltivazioni. Sopravvivono solo le grandi piante boschive grazie alle loro radici profonde che assorbono umidità dal terreno.

Siamo dunque  in pieno di una crisi climatica e dell’emergenza più grave degli ultimni vent’anni. A risentirne non solo l’uomo, ma anche agricoltura e allevamento aninale. A livello nazionale, si calcola una perdita di 2 miliardi di euro dovuti in gran parte alla siccità.