La Lombardia in generale ma soprattutto la città di Milano continua a registrare temperature che sono troppo alte per le medie stagionali, rendendo il capoluogo veramente invivibile soprattutto a causa della siccità, evidente dall’ambiente polveroso e dalle piante di giardini pubblici e privati sofferenti, acuito dall’ordinanza comunale che ne viete l’irrigazione per il risparnmio idrico.
Purtroppo non ci sono buone notizie in arrivo e, secondo le previsioni meteo, il caldo a Milano sarà sempre più torrido e le temperature previste sfioreranno i 40 gradi. Sarà superato record dell’agosto 2003 in cui furorno registrati 38,3°C. Non ci rimane che sperare il caldo sia accompagnato almeno da una leggera ventilazione, per far si che non aumenti troppo il tasso di umidità, attualmente attestato intorno al 60% che se aumentasse farebbe percepire un caldo ancora maggiore.
Ora dopo l’anticiclone africano è arrivato l’anticiclone delle Azzorre che farà alzare ulteriormente le temperature a partire da giovedì prossimo e si attende dunque un fine settimana di fuoco, difficile da gestire specie per gli anziani e le persone particolarmente vulnerabili per patologie respiratorie e cardiocircolatorie.
Ma come dice un vecchio adagio non sappianmo ancora di che morte morire e per questo vogliamo fare un po’ di chiarezza sulla situazione caldo, basandoci su quanto dicono gli esperti del meteo, secondi i quali la Terra sta andando incontro ad un “riscaldamento globale” e i terreni agricoli al nord, dove invece prima erano sempre verdeggianti, ora sono in difficoltà idrica. I disagi maggiori sono causati dalla prolungata assenza di pioggie e, le poche cadute in alcune zone lombarde, non sono state, minimamente sufficienti, a soddisfare il bisogno delle coltivazioni. Sopravvivono solo le grandi piante boschive grazie alle loro radici profonde che assorbono umidità dal terreno.
Siamo dunque in pieno di una crisi climatica e dell’emergenza più grave degli ultimni vent’anni. A risentirne non solo l’uomo, ma anche agricoltura e allevamento aninale. A livello nazionale, si calcola una perdita di 2 miliardi di euro dovuti in gran parte alla siccità.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.