Successo per i Brit Floyd  al Teatro Arcimboldi di Milano,  con il  più grande show dedicato ai Pink Floyd nella notte più lunga dell’anno

Nella oscura e misteriosa notte delle streghe, una luna crescente ha illuminato le splendide vetrate del Teatro Arcimboldi, dove da lì a breve, si sarebbero ascoltate le intramontabili melodie dei Pink Floyd, a prendere vita e ad aleggiare insieme agli spiriti vaganti della notte di Halloween. E’ questa la sensazione che hanno ricreato e generano, sin da quando hanno cominciato il percorso che li ha visti arrivare alla formazione dei Brit Floyd,  dal 2011 in giro per il mondo e la scorsa notte a Milano, palcoscenico di tanti show che sfamano la curiosità e le aspettative di un pubblico esigente, attento ma altrettanto generoso al cospetto di una cotanta qualità.

Il gruppo di formazione britannica ha infatti stupito ed emozionato con il suo spettacolo ispirato totalmente alla “Madre” band dei Pink Floyd. Una formazione che ricrea fedelmente l’atmosfera dell’ultimo tour dei Pink Floyd datato 1994, grazie all’attento front-man storico della band, Damian Darlington, che ha fondato la band dopo aver suonato con l’Australian Pink Floyd Show per diciassette anni.

Darlington, nasce chitarrista e basa la sua formazione su generi diversi, country, jazz, rock … ma il colpo di fulmine arriva quando a l’età di 13 anni fu’ spettatore dei suoi beniamini in concerto per la prima volta nel 1987, durante l’ A Momentary Lapse of Reason Tour. Da lì in avanti seguì ogni loro passo, evoluzione, vicissitudine, rimanendo affascinato dalla loro musica, tanto da ripromettere a se stesso di riuscire a suonare la chitarra riproducendo tutti quegli splendidi riff. Quasi il tutto esaurito del Teatro Arcimboldi, può unirsi a tutti coloro che possono testimoniare che Darlington c’è riuscito, ed anche in un modo eccellente.

Il percorso che lo ha visto arrivare alla formazione dei Brit Floyd è stato lungo e articolato, passando per l’esperienza trascorsa in un’altra cover band dei Pink Floyd, gli Australian Pink Floyd Show, dove ha suonato insieme ad altri membri dell’attuale formazione per diciassette anni. Nel 2011 Damian Darlington, direttore musicale, chitarrista e cantante, decise di staccarsi da quella formazione per avvicinarsi ancora di più alla riproduzione fedele delle storiche tracce, come dice lui stesso in un’intervista: ” … facciamo più attenzione ai dettagli di ogni elemento dello spettacolo, dalla musica alle immagini e alle luci: tutto è molto più perfetto, la passione traspare nello spettacolo … È coerente, è un viaggio emotivo attraverso il catalogo dei Pink Floyd. “. Solo con questa decisione e meticolosità che i Brit Floyd ricreano fedelmente l’atmosfera dell’ultimo tour dei Pink Floyd datato 1994: un evento unico, imperdibile, pieno di spettacolari giochi di luce e intensi momenti di magica teatralità.

Dal 2011 Brit Floyd ha girato il mondo con moltissime date sold out e lo show è diventato un vero e proprio fenomeno, ergendosi come uno dei più amati tributi rock mai visti. In questo cocktail di sensazioni visive e sonore ci si lascia trasportare grazie alla musicalità di The Dark Side Of The Moon, The Wall ed altre… inclusa Echoes, suonata ‘nota per nota’ nella sua interezza: una nuova ed inedita produzione che include i momenti salienti dalle canzoni più note della band, tra cui hits come Wish You Were Here, Animals e The Division Bell, ma non solo! Un omaggio speciale ad Echoes, brano iconico dei Pink Floyd, con una performance non-stop di 23 minuti della canzone originale scritta cinquant’anni fa, nel 1971, per l’album Meddle. Questi sono gli ingredienti che hanno reso davvero speciale la notte del 31 ottobre a Milano, nell’ormai da tempo principe dei teatri milanesi, l’Arcimboldi.

A fare da cavaliere alla musica c’è stato un ineccepibile lavoro di regia alle luci, ai laser e al ledwall, elementi improrogabili per ricreare la giusta atmosfera ma, altrettanto complicati da progettare e gestire con questa precisione. Dettagli che hanno permesso di ricreare le emozioni fedeli al messaggio che i Pink Floyd che trasmetteranno per sempre, pur col cambiare dei tempi, e credo che sia proprio questo l’elemento chiave che rende immortale una creazione artistica, il messaggio comunicativo. Messaggio che, come in questo caso, è di evidente lettura e di svariata possibilità interpretativa, così da calzare a pennello alle menti recettive e alle anime pulsanti del pubblico. Da sottolineare l’elemento storico contemporaneo, la bandiera dell’Ucraina, che prende vita dentro il prisma di Dark Side Of The Moon, i Brit Floyd hanno infatti deciso di inneggiare alla pace e alla solidarietà verso il popolo martoriato dalla guerra, facendo fuoriuscire dal prisma i colori sociali della bandiera ucraina, anziché il fascio di colori che, nella lettura di Storm Thorgerson, sta a simboleggiare le idee e le azioni.