Il Teatro Carcano ospita “L’Attesa” di Remo Binosi, per la regia di Michela Cescon, in scena fino al 13 novembre. Uno spettacolo che racconta il corpo e le emozioni della donna, evocandone e ripercorrendone tutte le sue forme.
Per altre informazioni sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.
Due donne, lontane socialmente, ma accumunate da un simile destino, riempiono la scena teatrale:
nient’altro ne è protagonista. Un letto e una stanza, spoglie ma di fattezza nobiliare, compongono la scenografia, rendendosi unici testimoni delle sofferenze, delle paure, delle voglie e delle gioie della contessa Cornelia e della sua serva Rosa.
Anna Foglietta nei panni di Cornelia, donna sedotta e abbandonata, sconta il peccato dell’amore che, nel suo corpo, da passione si è fatto vita, trasformandosi in vergogna di una gravidanza. Rosa,abilmente interpretata da Paola Minaccioni, umile serva, le farà compagnia accompagnandola nel viaggio verso la nascita del frutto dell’amore clandestino. Allontanate e prigioniere per nascondere la gravidanza, Cornelia e Rosa attenderanno, insieme, la nascita dei loro figli. La prigionia viene sottolineata dalla presenza continua in scena delle due donne, entrambe, infatti, non abbandonano mai il palco, le uscite di scena sono assenti. Questa scelta sottolinea una continuità del tempo e una fisicità dell’essere. Accumunati da un simile destino, le due donne col passare del tempo diventano un’unica cosa, così diverse eppure così simili.
Il registro linguistico, un nobile linguaggio contrapposto al dialetto, così come gli abiti di scena, solo gli unici fattori di distinzione; Cornelia, vestita di seta incastonata in un abito rosso e nobiliare, e Rosa con umile vestito blu, sottotono e sommesso. Il tema servo-padrone viene sommessamente rievocato e, allo stesso tempo, annullato.
Un muro di cemento che si abissa sul palco, così potente, invalicabile e presente, delimita la scena e simboleggia la mente di Cornelia. Durante la sua presenza, i pensieri più intimi della contessa vengono svelati. Momenti di pensieri singoli si intervallano a momenti di segreti condivisi tra le due donne.
L’Attesa ripercorre in maniera fisica, erotica a tratti anche un po’ forzata il momento di intimità del cambiamento del corpo della donna, attraverso tutte le sue fasi. La gravidanza, l’amore, la passione, l’amicizia e l’eros vengono evocati e sinuosamente rappresentati. Una narrazione, che se a volte un po’ troppo lenta, si contrappone a momenti di forte impatto erotico, giocando con movimenti del corpo e registri vocali diversi, costellato, a tratti, di comicità. La donna in tutte le sue sfaccettature, esistenziali e passionali, è al centro dell’opera. Uno spettacolo che riesce a commuovere e a regalare momenti di femminile affettuosità e complicità.