Don Juan in Soho di Patrick Marber, in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 21 al 26 febbraio

21 – 26 febbraio – sala Shakespeare
Don Juan in Soho
di Patrick Marber, ispirato al Don Giovanni di Molière
regia Gabriele Russo
con Daniele Russo, Alfonso Postiglione, Mauro Marino e cast in via di definizione
scene Roberto Crea, costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
progetto sonoro Alessio Foglia
produzione Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini

 

Gabriele Russo firma l’allestimento di Don Juan in Soho, la commedia in cui Patrick Marber (candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Closer), partendo dal Don Giovanni di Molière, racconta le vicende dello spregiudicato DJ, un Don Giovanni contemporaneo, antieroe fascinoso, amorale e ambiguo, ma al tempo stesso sfacciatamente autentico, che si muove tra le mille luci di Soho, il quartiere della trasgressione londinese. Intorno a lui, ruotano un caleidoscopio di tipi umani: l’escort, l’arrivista, la radical chic e una Elvira attivista ecologista, che il regista immagina come una Carola Rackete dei nostri giorni.

Molière è uno di quegli autori che è stato contemporaneo al suo tempo. I suoi testi, divertenti, poco confortanti e spesso piuttosto volgari, vivono di un linguaggio molto vicino a quello delle persone comuni: Molière faceva satira, una satira molto feroce e senza sconti. Già dai tempi in cui ho messo in scena Il Misantropo (2007) ho sentito che in quest’autore c’erano incredibili possibilità di riscrittura. L’ipocrisia, l’indifferenza, lo squallore che Molière sapeva raccontare, esibire, con magistrale naturalezza, non solo può essere portato nel presente, ma può essere spinto molto in avanti….

La chiave della mia messinscena più che giocare sulle ambientazioni, sullo scenario (che comunque resta un elemento centrale, presente persino nel titolo) si concentra e riflette sulla recitazione. O ancora meglio, sulla lingua, sui tanti modi possibili e qui necessari di porgerla attraverso gli slang, le cadenze specifiche, gli accenti locali. Come in un impasto o se si vuole un ventaglio ricco ma coerente. Questo è per me il punto in cui si gioca la credibilità, il patto di verosimiglianza con il pubblico. Un filo più che mai sottile che paradossalmente risulta più complesso da ottenere quando si mette in scena un testo classico che utilizza il voi e termini e modi ormai desueti. Una messinscena che pur non rinunciando alla ‘forma teatro’ gioca la sua partita tutta nel rapporto con il pubblico. Nella smaccata riconoscibilità dei segni e dei personaggi, rinunciando apparentemente alla metafora e lasciando che essa sia sotterranea. Lavorando su un primo livello di fruizione che non abbia il timore di essere pienamente popolare. Di parlare al presente, senza filtri…

Don Giovanni è un emblema di ciò che è inaccettabile, c’è però una radicalità nuova nel suo personaggio: quella di non recitare un ruolo, ma di esserlo. Allo stesso modo diventano radicali e corrispondenti al presente le domande che porta con sé questo specifico modo di agire: pur di sopravvivere e mantenere un’apparenza di vita immutata rispetto al passato, fino a che punto sono disposto a sacrificare le mie libertà? E fin dove è circoscritto il campo della libertà individuale se va a ledere la libertà altrui? Quanto costa agli altri e oserei dire al pianeta la libertà delle proprie azioni? Infine, tornando più semplicemente al testo, fino a che punto un DJ ha diritto di vivere ed agire come meglio crede, a discapito di tutto e tutti?
Gabriele Russo

TEATRO ELFO PUCCINI
corso Buenos Aires 33, Milano
– Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00
Prezzi: intero € 34 / <25 anni > 65 anni € 18 / online da € 16,50
– Durata: 1 ora 40
– Biglietteria: tel.
02.0066.0606
biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021