Al Teatro Franco Parenti, non si sbaglia mai: in scena fino all’11 marzo ‘Prima di ogni altro amore’ – recensione

Debuttato il 6 marzo, rimane in scena fino all’11 marzo al Franco Parenti di Milano lo spettacolo “PRIMA DI OGNI ALTRO AMORE” – Incanto per Maria Callas e Pierpaolo Pasolini di Sergio Casesi – regia e spazio scenico Alberto Oliva con Gea Rambelli Stefano Tosoni  – Testo vincitore del Premio Franco Enriquez 2022 alla drammaturgia.

Per altre informazioni sullo spettacolo, date orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE
Bisogna saper fingere per poter ridere. Questa una delle frasi spiazzanti è di certo incisive, all’interno del testo ben articolato e a favore di una recitazione calda e piena di cambi di intenzioni attoriali. Uno spettacolo che racconta, naviga gli accadimenti e certamente sviscera una parte nascosta da quello che la storia ci racconta da un secolo.

Un rapporto a distanza, passionale e articolato, questo è quello che viene fuori dalla meticolosa e ricercata scrittura della sceneggiatura. I due attori, in quasi un’ora e mezza di spettacolo si godono l’intimità  Sala 3 del teatro Franco Parenti, sconfiggendo con un incalzante e a tratti tragica interpretazione, con i loro tecnicismi e con delle richieste registiche determinate, fisiche e che in qualche modo enfatizzano le tecniche attoriale e, nel contempo, grazie a degli intensi silenzi lasciano spazio al liberarsi del pensiero del pubblico. Perché il silenzio è quel momento d’attesa dal sapore d’infinito, dove il pensiero si sviluppa.

Nello svilupparsi dello spettacolo si delineano chiaramente le caratteristiche dei due giganti artistici che sono stati, da un lato la Callas, con i suoi virtuosismi vocali e le molteplici delusioni amorose con uomini approfittatori e distanti dal vero sentimento dell’amore che lei ricercava quasi con ossessione. Dall’altro, un Pasolini combattuto interiormente per le vicissitudini della società e preoccupato dalla direzione che il consumismo avrebbe portato la popolazione di un’Italia agli albori della ripresa economica ma, che secondo lui, sarebbe stata la fine dei valori e della piena consapevolezza di pensiero.

I due attori si confrontano con queste direttive storiche e si adeguano a quelle registiche, di Alberto Oliva, che chiede loro un viaggio interiore verso la dissimulazione delle personalità umana, a favore di quella intima e artistica dei due protagonisti.

La soprano tende, infatti, ad una riviviscenza interiore di Medea, innamorata e delusa, fuori dalla propria patria, amata in virtù della sua magia, il suo canto unico e capace di infiammare il cuore dell’intero mondo ma sola, terribilmente sola, è costretta a dare voce alle più profonde emozioni delle centinaia di donne che interpreta sulla scena, e non può fare nulla contro la privazione d’amore, lei, straniera agli affetti più importanti.

Il poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo italiano; considerato tra i maggiori intellettuali italiani del Novecento, vive il conflitto interiore di Giasone, eroe del vello d’oro, della poesia e in generale della volontà creativa, è invece scopritore del mondo, conquistatore attraverso l’arte di ogni angolo, luminoso o buio, dell’umano.

Prima di ogni altro amore di Sergio Casesi è questo, e molto altro, grazie al lavoro corale e di ricerca, che è evidente si stato svolto con un’accurata dedizione e portato in scena da una brillante e virtuosa coppia di attori che, anche fisicamente, richiamano alla memoria i due grandi del passato: Pier Paolo Pasolini, interpretato da Stefano Tosoni e Maria Callas dall’attrice e cantante Gea Rambelli, coppia artistica in piena evoluzione e crescita, che si donano totalmente alla pratica attoriale e al pubblico che ha gremito la sala del teatro Franco Parenti, godendo in maniera intima del testo vincitore del Premio alla drammaturgia Franco Enriquez 2022.

Spettacolo da vedere e rivedere, perché molte sono le riflessioni che può suscitare in ognuno di noi, ed il plauso va certamente a chi sceglie di lottare e scrivere per ideali, a chi lavora e si impegna per la messa in scena, alle produzioni che prediligono i contenuti che possano donare messaggi e, di certo, al pubblico che sceglie la “sfida” culturale intrisa di interrogativi. Sono le domande al nostro io che creano vitalità e curiosità nell’indagare nelle incertezze che il carattere, la società, i rapporti possono creare. Insomma è la difficoltà che aguzza l’ingegno ma, andare a teatro, non è difficile.

Si ricordano gli appuntamenti nel pre e post spettacolo del 9 e 10 marzo, il cui particolari potete leggerli sulla nostra presentazione.