Edipo a colono: un’opera classica in chiave moderna e attuale – recensione

Lo spettacolo EDIPO A COLONO di Gigi Gherzi da Sofocle debuttato lo scorso 8 giugno chiude la stagione del Teatro Fontana di Milano  e replica fino al 18 giugno 2023.

Per altre informazioni sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.


LA RECENSIONE:

Un palcoscenico arredato da oggetti e reperti di un tempo storico passato: grazie a Federico Biancalani per gli allestimenti e per le rivisitazioni di locus allineate agli stati d’animo e al vissuto comune. In particolare, la costruzione di una sorta di “casupola” nel centro del palco: rifugio, tempio, casa, luogo di accoglienza e di introspezione. Lì, dove il peregrinare può finire e trovare un angolo di vita dentro la morte (genialità e passione). Tre personaggi che da questo tempo storico creano un passaggio obbligato al presente, dove incontriamo Edipo (Stefano Braschi), ormai vecchio e quasi cieco, accompagnato da sua figlia Antigone (Maria Laura Palmeri). L’Oracolo (Gigi Gherzi, anche regista) è portavoce degli dei, ma anche voce narrante fuori opera, per ricucire sulla trama drammatica e malinconica gli scorci di storia, nella memoria di date e avvenimenti. Voce fuori dal coro che ferma la recitazione, porta in un testo di storia perché chi ascolta non leghi la sua attenzione solo al dolore di un uomo prossimo alla fine, ma crei una linea del tempo ordinata e in sintonia con il testo dell’opera.

Il riferimento all’anno 405 a. C., alla conclusione della guerra del Peloponneso con la vittoria su Atene di Sparta, grazie all’aiuto persiano, parla di Sofocle come generale che ha combattuto con Atene; ora combatte con le parole e cerca un sostegno spirituale dalla dea Atena, protettrice di Colono. E’ un confronto Edipo Re/Edipo a Colono. Sofocle lavora su due ruoli così diversi, ma pur sempre specchio della civiltà del momento, trasmettendo forza e caparbietà nel primo caso e tristezza, angoscia e stanchezza della vita e del dolore nel secondo.

E’ un desiderio di ritorno, un percorrere una strada a ritroso. L’autore Sofocle fa rivivere in Edipo che ritorna a Colono, sua patria natia,  l’epoca d’oro di Pericle, quando Atene ha raggiunto uno splendore così importante da superare Sparta. Lui, il potente tiranno di Tebe, assassino del padre e marito della madre, è ora un senza dimora che chiede ospitalità a Teseo, per trovare un luogo sicuro di morte.

Il bagaglio che si porta sulle spalle parla di cattivi rapporti con i figli, di arroganza, di presunzione… ma ormai lascia spazio alla stanchezza di un vissuto che presenta il conto.

Le musiche e il video (grazie a Nadia Baldi e Ornella Banfi) scandiscono con un ritmo incalzante i passi di Antigone figlia/sorella/badante che, nella sua solitudine di single, accompagna l’intercedere di Edipo al momento finale.

Le azioni fuori dal palco,  con gli attori che escono dalla zona di rappresentazione classica, creano una condivisione di quei valori che solo un Edipo stanco e malconcio può portare allo scoperto: la caducità dei valori umani, gli errori giovanili che riflettono le loro conseguenze nel presente, ogni cosa ha un prezzo da pagare, a volte molto alto. Parlano di guerra, di lutto, di violenza: quali temi più attuali?

Anche se le vacanze sono vicine e il nostro pensiero scappa dalla città per raggiungere mari e monti, ne consiglio la visione: un’opera classica arricchisce sempre, anche nelle versioni più alternative e rivisitate in chiave tanto moderna quanto attuale e spunto di riflessione.