Il progetto LIFE Drylands, promosso dall’Università di Pavia, si avvicina alla conclusione tracciando un bilancio dei risultati ottenuti nel ripristino delle zone aride a rischio in Piemonte e Lombardia. Durante l’incontro con i rappresentanti della Commissione Europea, il team ha presentato i progressi ottenuti, evidenziando un significativo aumento della biodiversità nelle aree coinvolte.
L’iniziativa, avviata nel 2019 e finanziata dall’Unione Europea e dalla Fondazione Cariplo con un budget di 1,3 milioni di euro, ha interessato 8 siti Natura 2000 tra cui la Brughiera del Vigano e il Parco della Valle del Ticino. Il progetto ha mirato a ripristinare habitat degradati attraverso interventi su praterie, brughiere e corineforeti, contribuendo alla crescita di specie di piante vascolari, muschi, farfalle e carabidi. Ad esempio, le specie di orchidee nella zona di Trecate sono aumentate da 62 a 297 tra il 2021 e il 2022, mentre le interazioni tra piante e impollinatori sono più che raddoppiate.

Durante le visite con il team di monitoraggio, la coordinatrice scientifica del progetto, prof.ssa Silvia Assini, ha spiegato come gli interventi abbiano migliorato la struttura degli habitat, riducendo la vegetazione invasiva e favorendo la ricolonizzazione di specie vegetali e animali. Joseph Van Der Stegen, rappresentante della European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency, ha elogiato l’efficacia delle attività svolte, sottolineando il valore del progetto nella rete europea Natura 2000.

Le azioni di restauro hanno incluso tecniche avanzate come il sod-cutting e la top-soil inversion per ripristinare le condizioni ottimali del suolo. Gli interventi si concluderanno ufficialmente nel febbraio 2025 con un convegno in cui saranno presentati i risultati finali, coronando cinque anni di lavoro per la conservazione delle Drylands italiane.
