Con oltre 6000 visualizzazioni in meno di una settimana, il film documentario “Il Guerriero mi pare strano”, diretto da Alessio Consorte, sta riscuotendo un grande successo online. Rilasciato gratuitamente sul canale YouTube dedicato, questo lavoro esplora l’autenticità del celebre Guerriero di Capestrano, una figura iconica per gli appassionati di archeologia e storia.
Un’Iniziativa Culturale per Tutti
L’iniziativa ha richiamato non solo appassionati del settore, ma anche un pubblico più ampio, curioso di conoscere la storia e le teorie critiche sull’origine del Guerriero di Capestrano. Consorte ha dichiarato con entusiasmo: “In tanti mi hanno chiesto di poter continuare a guardare e studiare questo lavoro. Perciò, ho deciso di lasciare il film definitivamente a disposizione di tutti“. Questo gesto rappresenta un forte impegno nella promozione della cultura, offrendo a tutti un accesso libero a contenuti di valore.
La Parola agli Esperti
A testimoniare l’importanza del documentario, il professor Rocco Mazzeo dell’Università di Bologna, luminare nel campo della conservazione dei beni culturali, ha elogiato il lavoro di Consorte, definendolo una sintesi eccellente di ricerca documentaria, studi iconografici e indagini scientifiche. “In questo documentario, ricerca documentaria, studi iconografici e indagini scientifiche sono ben presentate“, ha affermato Mazzeo, evidenziando l’accuratezza e il valore del film.
Nuove Teorie Sull’Autenticità
Consorte ha recentemente pubblicato immagini della statua, mettendo in luce particolari controversi. Nella zona dell’epigrafe, infatti, è evidente la presenza di uno strato di gesso che sembra essere stato applicato intenzionalmente per dare una patina artificiale alla statua. Il regista ipotizza che i punti di rottura siano stati creati in un secondo momento, dopo la cottura al forno, per simulare l’effetto del tempo.
Attesa per il Giudizio del TAR
Consorte attende ora una risposta dal TAR per la nomina di un commissario ad acta, segnalando che la sentenza precedente non è stata ottemperata. Il regista auspica chiarezza sull’autenticità non solo del Guerriero, ma anche della Dama e delle stele italiche, oggetti anch’essi messi in dubbio nel fil e al centro di controversie storiche e culturali.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.