Lo spettacolo “La Signora delle Camelie“ ha debuttato ieri sera 14 novembre 2024, in prima nazionale, al Teatro Fontana di Milano con la regia di Giovanni Ortoleva e replicherà fino al 24 novembre 2024.
Altre notizie sullo spettacolo, cast, date orari e prezzi, sul nostro articolo di presentazione, che si può leggere qui.
RECENSIONE
Portare in scena La Signora delle Camelie di Alexandre Dumas figlio è sempre una sfida, ma sotto la regia di Ortoleva, il classico ottocentesco si trasforma in una potente denuncia sociale. Il testo, che ha ispirato versioni teatrali, cinematografiche, televisive e opere immortali come La Traviata di Giuseppe Verdi, diventa uno specchio tagliente e attuale della nostra società, capace di attraversare i secoli per interrogare il nostro presente.

La rappresentazione si apre con un narratore che introduce il racconto e lo attraversa facendo riferimento ai diversi personaggi, tra cui il padre di Armando, che poi andrà ad interpretare.
Il regista sceglie una chiave minimalista per la scenografia: al centro della scena, uno sfarzoso palchetto da teatro dai fregi dorati e tappezzeria rossa scarlatto, appoggiato su una piattaforma rotante che, mossa dagli attori stessi, diventa di volta in volta teatro, salotto o camera da letto. Questo espediente, unito a un uso sapiente delle luci e a costumi sontuosi dell’epoca, catapulta lo spettatore in un’ambientazione che mescola fascino e inquietudine.

Marguerite Gautier (Anna Manella) è un’eroina che sfida il tempo: nella sua fragilità e ribellione, rappresenta il simbolo di una donna schiacciata dal patriarcato e dal classismo. La Manella offre un’interpretazione di grande intensità, passando con naturalezza dalla spensieratezza iniziale alla disperazione finale. Accanto a lei, Armando Duval (Alberto Marcello) si distingue per una recitazione appassionata, che trasmette la tensione tra amore e orgoglio, tra il desiderio di ribellione e la sottomissione alle convenzioni sociali.

Il cast secondario, composto da Gabriele benedetti , Nika Perrone e Vito Vicino, arricchisce la narrazione con personaggi complessi e sfaccettati. Gastone, Prudenza e il narratore/Dumas padre non sono semplici figure di contorno, ma veri e propri motori della vicenda, che contribuiscono a mantenere alta la tensione emotiva. Gli attori in scena lo fanno con grande talento ben caratterizzando i loro personaggi.

La regia di Ortoleva è il vero cuore pulsante dello spettacolo. Con una cura maniacale per i dettagli, il regista mette in scena un mondo che intreccia romanticismo e crudele realtà. Le musiche di Pietro Guarracino amplificano ogni emozione, mentre i movimenti scenici curati da Anna Manella aggiungono dinamismo e profondità. L’intera rappresentazione si sviluppa come una “cronaca impietosa di un omicidio sociale”, dove ogni elemento — dalle scelte registiche al linguaggio corporeo degli attori — contribuisce a svelare la brutalità nascosta dietro le illusioni romantiche.

La scena finale, con Armando che legge le lettere di Marguerite, è un pugno allo stomaco. Qui si rivela la ferocia cortese di Dumas, che con lucidità disarmante racconta un amore spezzato non solo dal destino, ma da una società incapace di accettare ciò che è diverso.
La Signora delle Camelie di Ortoleva è uno spettacolo teatrale e si può anche dire un grido che scuote le coscienze, una riflessione sulla misoginia, il patriarcato e le ipocrisie che ancora oggi ci accompagnano. È una rappresentazione che non si limita a incantare lo spettatore, ma che lo sfida a guardare oltre le apparenze.
Il pubblico applaude a lungo a fine spettacolo gli attori, il regista e il cast creativo. Guarda il video qui.
Un’esperienza intensa, della durata di solo 1 ora e 20 minuti circa, che vale la pena di vivere.
Crediti foto Giulia Lenzi