Dal 23 aprile con repliche fino al 18 maggio 2025 il Teatro Franco Parenti ospita “Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro”, il nuovo, emozionante spettacolo diretto da Andrée Ruth Shammah, che firma anche il testo insieme a Federica Di Rosa. Liberamente ispirato al romanzo Madame Pylinska e il segreto di Chopin di Éric-Emmanuel Schmitt, il lavoro si conferma come una delle creazioni più ispirate e profonde dell’instancabile regista — forse, chissà, anche la sua ultima regia, come qualcuno mormora, ma certamente una delle più straordinarie.
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“Lezione d’amore” è molto più di una pièce teatrale: è un viaggio emozionale, culturale e umano costruito con rara eleganza e sensibilità. Un’esperienza che tocca il cuore e la mente, raccontando l’incontro tra due anime lontane eppure complementari: Madame A., un’affascinante insegnante di pianoforte, e il Giovane Svogliato, ragazzo fragile e disilluso.
A dominare la scena è una Milena Vukotic semplicemente immensa. Nei panni di Madame A., la Vukotic offre una lezione di teatro e di vita, incarnando la saggezza, l’ironia sottile, la dolcezza malinconica e la vitalità indomita del personaggio. La sua interpretazione è raffinata, intensa, mai enfatica: ogni gesto, ogni sguardo, ogni pausa vibra di significato.
Vederla in scena in occasione del suo 90° compleanno aggiunge una commozione speciale, rendendo questo spettacolo un autentico evento celebrativo di una carriera luminosa che ha attraversato il cinema, la televisione e il teatro con grazia e profondità rare.
Milena Vukotic riesce a farci sentire tutta la forza dell’arte che consola e trasforma, in un ruolo che sembra cucito su di lei e che, grazie a una serie di coincidenze e intuizioni della regista, rappresenta uno dei vertici assoluti della sua straordinaria carriera.
Accanto a lei, Federico De Giacomo nel ruolo del Giovane Svogliato si conferma un talento sensibile e vibrante, che il tempo saprà affinare e far brillare.
De Giacomo, già apprezzato in Chi come me, interpreta un ragazzo disorientato con profonda autenticità: le sue esitazioni, i suoi lampi di stupore e di dolore, il suo progressivo sbocciare alla vita sono resi con una naturalezza disarmante.
Il suo personaggio, inizialmente chiuso e rassegnato, trova in Madame A. una guida che non impone, ma accompagna, in un lento e delicato cammino di rinascita.
A completare il trio, Andrea Soffiantini presta il suo talento solido e maturo al Narratore, una presenza a metà tra l’esterno e l’interno della vicenda, che introduce, commenta e accompagna lo spettatore con tocco leggero ma incisivo.
Soffiantini regala ritmo e profondità alla narrazione, tessendo un filo invisibile che tiene insieme passato, presente e possibilità future, proprio come la musica che permea lo spettacolo.
La scena ideata da Gianni Carluccio è di grande impatto visivo e simbolico: una grande porta chiusa, un pianoforte e una scala a chiocciola che conduce a una camera sopraelevata. Elementi semplici, ma carichi di significato: soglie da attraversare, note da scoprire, scale da salire dentro se stessi.
Le proiezioni video di Luca Scarzella sono parte integrante della narrazione, fondendosi con la musica e la parola in un tutt’uno avvolgente, emozionante, capace di trasportare il pubblico in un’altra dimensione, sospesa tra sogno e memoria. Sorprendente la scena (proiettata) della passeggiata per le strade di Parigi per poi far rientro a casa, come in una scena cinematografica.
Le luci di Carluccio scolpiscono gli stati d’animo dei personaggi, mentre i costumi, curati da Nicoletta Ceccolini e realizzati nella sartoria del teatro, arricchiscono la scena con delicate pennellate di carattere.
La colonna sonora è un altro protagonista invisibile: da Schubert a Debussy, da Beethoven ad Alban Berg, passando per Sonia Wieder-Atherton e Michele Tadini, la musica avvolge ogni gesto e ogni parola, trasformando l’intera pièce in una vera e propria sinfonia teatrale.
“Lezione d’amore” parla di tempo: tempo da vivere, da ascoltare, da rispettare. Madame A. — musicista e donna di grande umanità — sa quando è il momento di restare e quando, con altrettanta grazia, è il tempo di andare.
La storia lascia sospesa una domanda dolcissima: il giovane allievo ha capito fino in fondo tutto questo?
Per scoprirlo non resta che lasciarsi trasportare da questa emozionante sinfonia teatrale, che per noi averla vissuta in coincidenza con i funerali di Papa Francesco, ha assunto una profondità ancora maggiore, unendo amore, poesia e dolcezza in una commozione che ha superato i confini del palco.
Alla fine, lunghissimi minuti di applausi hanno celebrato Milena Vukotic, Federico De Giacomo, Andrea Soffiantini e tutta la compagnia. Un tributo sentito, sincero, meritato per uno spettacolo che non si dimentica facilmente.
“Lezione d’amore” non è solo teatro: è una carezza all’anima.
Grazie ad Andrée Ruth Shammah per averci regalato questa perla di saggezza e amore e, grazie a Francesco Malcangio per averci permesso di ammirarla.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.