L’eredità economica di Papa Francesco: Vaticano in crisi tra debiti, patrimonio svenduto e riforme incompiute

Secondo un’inchiesta a firma di Luigi Bisignani pubblicata su Il Tempo, l’eredità lasciata da Papa Francesco al termine del suo pontificato è segnata da un forte squilibrio economico e da riforme incompiute. Nonostante l’intento di promuovere sobrietà e trasparenza, la situazione finanziaria della Santa Sede è oggi profondamente compromessa: un disavanzo di 30 milioni di euro nel bilancio 2023, riserve liquide ridotte, ospedali cattolici in difficoltà e un patrimonio immobiliare in dismissione.

Tra i casi più critici emerge l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, svuotato e ceduto a fondi privati, e l’ospedale Bambino Gesù, che ha perso gran parte delle sue riserve sotto la gestione Enoc. Anche il Policlinico Gemelli versa in condizioni preoccupanti, con oltre un miliardo di debiti. A peggiorare il quadro, la gestione dell’APSA dopo la scomparsa del cardinale Pell ha visto una drastica riduzione del patrimonio disponibile, con edifici svenduti e opere d’arte dimenticate nei sotterranei.

L’Obolo di San Pietro è crollato del 51% solo nel 2023 e l’8 per mille ha subito una flessione significativa. A fronte di tutto questo, alcuni cardinali chiedono una riflessione urgente: è etico conservare immobili e opere invisibili, mentre si chiudono seminari e strutture sanitarie?

Papa Francesco ha certamente rotto equilibri consolidati e opachi, ma secondo Bisignani la riforma economica della Chiesa si è fermata a metà. Oggi il Vaticano si trova di fronte a un bivio: continuare sulla via del cambiamento strutturale o rischiare di non potersi più permettere neppure la sua missione caritatevole.