Guido Coraddu in concerto a Milano il 24 maggio per Piano City: il jazz sardo tra improvvisazione e memoria

Guido Coraddu

Un viaggio tra le sonorità della Sardegna e l’improvvisazione jazz contemporanea nel live al Mutuo Soccorso.

Sabato 24 maggio 2025, alle ore 21.00, il pianista Guido Coraddu sarà in concerto presso il Mutuo Soccorso di Milano (Via Rizzoli), nell’ambito del Festival Piano City Milano. Un appuntamento speciale del tour che da mesi sta portando Coraddu in giro per l’Italia con il suo progetto “Miele Amaro”, un’esplorazione delle radici e delle trasformazioni del jazz sardo.

Guido CoradduIl concerto milanese sarà una nuova tappa di un cammino artistico che si muove tra la Sardegna e la Penisola, tra ricerca musicale e improvvisazione. Nato nel 2022, il progetto Miele Amaro prende nome dalla celebre antologia di cultura sarda scritta da Salvatore Cambosu nel 1953. In quell’opera, come nella musica di Coraddu, si avverte il gusto della memoria, ma anche l’amaro sapore della trasformazione e della resistenza.

A distanza di tre anni dalla pubblicazione del CD, il progetto ha assunto nuove forme. Il repertorio originale si è ampliato, accogliendo composizioni contemporanee, quasi tutte scritte nel nuovo millennio, sia da nomi illustri come Paolo Fresu, Antonello Salis, Marcella Carboni e Paolo Angeli, sia da voci emergenti del jazz isolano. Le esecuzioni, dominate dall’improvvisazione pianistica (che rappresenta circa il 90% del concerto), mutano di sera in sera, riflettendo la pluralità delle esperienze che compongono il paesaggio musicale della Sardegna.

Guido Coraddu
Come spiega lo stesso Guido Coraddu:

Anche il mio stesso modo di suonare è diventato più personale […] Chi dovesse assistere a qualcuno dei concerti di questi mesi assisterebbe a esecuzioni molto diverse degli stessi brani da una sera all’altra”.

Il jazz sardo, nelle mani di Coraddu, si presenta come un arcipelago musicale, dove ogni isola – ogni brano, ogni autore – racconta una storia diversa, ma parte di un’identità condivisa. Le trascrizioni e improvvisazioni sul palco diventano così una mappa sonora in cui ritrovare quarant’anni di musica sarda: dalle avanguardie al folk rivisitato, dai paesi sperduti nell’entroterra alle piazze internazionali.