Addio a José ‘Pepe’ Mujica, il Presidente umile che ci ha insegnato la vera ricchezza

Lo scorso 13 giugno ci ha lasciato un uomo straordinario: José “Pepe” Mujica. Era l’ex presidente dell’Uruguay. Un Presidente umile, che ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare la gente e  che molti lo scambiavano per un barbone.

Mujica viveva in una piccola fattoria con una sola stanza da letto, insieme alla moglie e al loro inseparabile cane a tre zampe, Manuela. Ha fatto della sobrietà, della coerenza morale e dell’onestà intellettuale il suo stile di vita. Da Presidente donava il 90% del suo stipendio in beneficenza, convinto che un capo dovesse essere prima di tutto un esempio.

Era solito dire: «Non sono il presidente più povero, perchè il vero povero è colui che ha bisogno di tanto per vivere».

Rifiutò ogni lusso e privilegio, continuando a vivere come aveva sempre fatto: nella sua casa di campagna, tra i fiori, i libri, i suoi cani e le sue riflessioni. Sotto la sua guida, l’Uruguay compì passi da gigante, diventando un modello per molte nazioni. E fino all’ultimo giorno, Mujica ha continuato a lottare per gli ultimi, per chi non ha voce.

In un mondo dominato dall’apparenza, dal possesso e dall’ingordigia, dove tutti vogliono prendere e nessuno sembra più disposto a dare, Mujica è stato un simbolo di speranza. Un faro di umanità, sobrietà e gentilezza.

Un uomo semplice, con un’intelligenza straordinaria e una coerenza rara, che lo ha reso unico al mondo. Ha dimostrato, con la vita prima ancora che con le parole, che la semplicità è la vera ricchezza.

Grazie, Pepe, per essere stato luce in un mondo di tenebre. Buon viaggio e che la terra ti sia lieve!

E se tutti i politici del mondo — compreso il Papa, anch’egli uomo politico prima ancora che capo spirituale — prendessero esempio da Mujica? Come sarebbe il mondo?

Difficile immaginarlo. Ma ancora più difficile è credere che possa davvero accadere, in un’epoca in cui prevale l’avidità e il desiderio di accumulare ricchezze, spesso dimenticando i più deboli.