‘Moi’ nelle Grotte del Valdemino: Lisa Galantini dà voce a Camille Claudel per il secondo appuntamento di ‘In & Out – Impronte di Donne’

Il 30 maggio a Borgio Verezzi, un intenso monologo firmato da Chiara Pasetti e diretto da Alberto Giusta porta in scena la storia dimenticata della scultrice Camille Claudel.

Dopo il successo dell’evento inaugurale Non fui Gentile, fui Gentileschi con Debora Caprioglio, la rassegna In & Out – Impronte di Donne prosegue il suo viaggio tra arte, mito e memoria con un nuovo appuntamento dedicato a un’altra figura femminile straordinaria e troppo spesso dimenticata: Camille Claudel.


Venerdì 30 maggio 2025 alle ore 21.30,
nelle suggestive Grotte del Valdemino di Borgio Verezzi, andrà in scena Moi, un testo scritto da Chiara Pasetti e interpretato dall’intensa Lisa Galantini, con la regia di Alberto Giusta. I costumi sono firmati Morgan – Maison Clauds Morene, mentre gli elementi scenici portano la firma di Renza Tarantino. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione culturale Le Rêve et la vie in collaborazione con TieffeTeatro Milano.La rassegna, fortemente voluta dal direttore artistico Maximilian Nisi, si inserisce come anteprima alla 59ª edizione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi e pone al centro l’identità femminile, attraverso cinque eventi che raccontano la complessità, la forza e la fragilità delle donne nella storia, nell’arte e nella letteratura.

Camille Claudel, protagonista dello spettacolo Moi, è stata una delle artiste più complesse e misconosciute della sua epoca, una scultrice dal talento eccezionale che riuscì a imporsi in un ambiente fortemente dominato da uomini. Nata nel 1864 in una famiglia borghese, manifestò fin da giovanissima una straordinaria predisposizione per la scultura. La sua formazione artistica avvenne presso l’Accademia Colarossi di Parigi, uno dei pochi istituti che accettavano anche studentesse donne. Qui incontrò Auguste Rodin, già affermato scultore, che ne riconobbe immediatamente la genialità, accogliendola come allieva nel suo atelier. Tra i due nacque una relazione intensa e tormentata, fatta di grande passione ma anche di conflitti, invidie e disparità di potere.

Claudel non fu mai una semplice musa: la sua opera mostrava uno stile personale, innovativo, a tratti visionario, capace di fondere tecnica accademica e potenza espressiva in modo del tutto originale. Le sue sculture, animate da una profonda introspezione psicologica e da una sensibilità moderna, conquistarono critica e pubblico, ma la sua figura rimase spesso oscurata dall’ingombrante presenza di Rodin, al quale per anni venne associata, a discapito della sua autonomia artistica.

A partire dal 1905, Camille iniziò un lento ma inesorabile distacco dalla vita pubblica. Ossessionata dal sospetto di furti artistici da parte di Rodin e tradita dal mancato sostegno della famiglia – in particolare della madre e del fratello Paul, noto scrittore e diplomatico – fu infine internata in manicomio nel 1913, con la diagnosi di paranoia delirante. Nonostante i medici dell’istituto considerassero la sua salute mentale compatibile con una vita al di fuori dell’ospedale, la famiglia impedì ogni possibilità di dimissione, condannandola a un’esistenza di isolamento e abbandono durata trent’anni. Morì nel 1943 all’età di 78 anni, sepolta in una fossa comune senza nemmeno il conforto del proprio nome inciso sulla lapide.

Solo in tempi recenti, con l’apertura nel 2017 del Musée Camille Claudel a Nogent-sur-Seine, la sua arte è stata finalmente riconosciuta e valorizzata.

Attraverso Moi, Lisa Galantini restituisce dignità e voce a una delle figure più emblematiche della storia dell’arte femminile, in un monologo che è anche denuncia, riflessione e riscoperta.

Il prossimo appuntamento della rassegna sarà venerdì 13 giugno con Clitennestra, uno spettacolo di e con Anna Zago, per la regia di Piergiorgio Piccoli.

Grotte di Borgio Verezzi
Via Battorezza 5 – ore 21.30
Biglietti: intero € 20,00 – ridotto € 18,00

Per prenotazioni: biglietteria@comuneborgioverezzi.it