Il focus di EssilorLuxottica durante la ‘Myopia Awareness Week 2025’: un confronto multidisciplinare tra esperti per affrontare l’epidemia silenziosa della miopia infantile.
Milano, maggio 2025 — In un’Italia in cui oltre il 35% dei bambini sotto i 14 anni è già miope, ma solo un genitore su tre conosce davvero cosa sia la miopia e come affrontarla, EssilorLuxottica ha acceso i riflettori su una questione di crescente importanza sanitaria. Lo ha fatto con un evento di spessore, ospitato martedì 20 maggio presso il Tortona Experience Center di Milano, in occasione della “Myopia Awareness Week 2025″, la settimana internazionale dedicata alla sensibilizzazione sulla miopia promossa dal Brien Holden Vision Institute.
L’evento ha visto la partecipazione di figure multidisciplinari, tra cui:
- Prof. Paolo Nucci, Professore Ordinario di Oftalmologia Università di Milano, Presidente SIOPS, Consigliere SISO
- Dott.ssa Carla Tomasini, Pediatra e Nutrizionista Infantile
- Prof. Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica Università Vita-Salute San Raffaele Milano, Presidente CONPROSO, Consigliere SISO
- Giancarlo Montani, Ottico-Optometrista, Docente all’Università del Salento
- Enrica Ferrazzi, Founder di Occhi dei Bimbi
- Orsola Baggio, Co-founder GoMamiGo
- Dott.ssa Elena Maffezzoni, Ortottista, Clinica San Giuseppe Milano
- Michele Allamprese, Direttore Esecutivo APMO, Associazione Pazienti Malattie Oculari
- Alessandra Barzaghi, Marketing Director Lenses Wholesale EssilorLuxottica Italia

Un confronto concreto per una consapevolezza condivisa
L’incontro, intitolato “Il ruolo della famiglia oggi nella salute visiva dei bambini e nella gestione della miopia”, ha visto la partecipazione di medici, ottici-optometristi, ortottisti, pediatri e rappresentanti di associazioni, affiancati da mamme ed educatrici impegnate attivamente nella divulgazione. La moderazione della nota, ma anche simpatica, giornalista tv Lorena Bianchetti ha guidato un dialogo serrato e costruttivo, con l’obiettivo comune di fornire ai genitori strumenti pratici per riconoscere e prevenire precocemente i disturbi visivi nei più piccoli.
«È più semplice visitare un bambino molto piccolo di quanto si pensi», ha spiegato con fermezza il Prof. Paolo Nucci, Ordinario di Oftalmologia presso l’Università di Milano e figura di riferimento nel campo della chirurgia oftalmica pediatrica. «Il vero ostacolo – ha proseguito – non è la complessità clinica, ma l’ansia del genitore, che spesso frena o rimanda un controllo pensando che sia prematuro o invasivo».
Il Professore ha voluto sfatare un luogo comune ancora troppo radicato: quello secondo cui l’occhio del neonato non sarebbe “esaminabile” nei primi mesi. In realtà, gli strumenti diagnostici e le competenze cliniche oggi disponibili permettono di individuare già nei primissimi giorni di vita segnali di potenziali disturbi visivi, come cataratta congenita, retinopatie o difetti refrattivi gravi.
«In Italia – ha aggiunto – abbiamo la fortuna di poter contare su un sistema pediatrico diffuso e competente: il pediatra di libera scelta accompagna il bambino fin dalla nascita e può rappresentare il primo anello della catena preventiva. Per questo è essenziale che la formazione e la collaborazione tra pediatri e oculisti sia continua».
Infine, ha ricordato che la prevenzione può iniziare già in sala parto, con semplici screening neonatali – come il test del riflesso rosso – che, se eseguiti correttamente, possono salvare la vista e la qualità della vita del bambino. La sua riflessione si è chiusa con un invito concreto ai genitori e agli operatori sanitari: «Non aspettate che il bambino parli o che dica di non vedere”. La visione è un processo che si costruisce nei primi anni: intervenire presto fa tutta la differenza».
Le testimonianze: dalla diagnosi tardiva all’impegno educativo
A colpire nel corso dell’evento sono state le testimonianze personali di mamme che hanno trasformato una difficoltà familiare in un motore di cambiamento sociale, dando vita a progetti di sensibilizzazione capaci di influenzare positivamente il tessuto educativo e sanitario. Tra queste, Enrica Ferrazzi, fondatrice del progetto Occhi dei Bimbi, ha condiviso con emozione la propria esperienza: la diagnosi tardiva di ambliopia della figlia è stato un momento di svolta che ha acceso in lei il desiderio di colmare un vuoto informativo che tocca moltissime famiglie. Da quel momento, Ferrazzi ha intrapreso un percorso di attivismo che si è concretizzato nella nascita di una community online dedicata alla prevenzione visiva, cresciuta nel tempo fino a diventare un vero e proprio ecosistema educativo.
«Abbiamo creato contenuti editoriali, canzoni, manuali illustrati e materiali pensati per coinvolgere i bambini in modo giocoso ma consapevole – ha raccontato –. L’obiettivo è semplice ma profondo: fare della prevenzione visiva qualcosa di naturale, integrato nella quotidianità. Solo così possiamo arrivare a tutte le famiglie, senza barriere culturali o linguistiche». Con Occhi dei Bimbi, Ferrazzi ha costruito un modello che unisce medicina, creatività ed educazione, in collaborazione con pediatri, oftalmologi, ortottisti, educatori e artisti. Un lavoro di rete che ha attirato anche l’interesse di aziende come EssilorLuxottica, con cui ha recentemente collaborato alla stesura di un opuscolo informativo pratico e facilmente consultabile, utile ai genitori per orientarsi fin dai primi segnali. Un progetto che dimostra quanto l’esperienza personale, se sostenuta da competenze e visione, possa diventare un potente strumento collettivo di cambiamento.
Accanto a lei, Orsola Baggio, mamma da pochi mesi e co-fondatrice della piattaforma digitale GoMamiGo, ha sottolineato, con passione, l’importanza di un’informazione chiara, affidabile e facilmente fruibile, soprattutto nei primi mesi di vita del bambino, quando i genitori si trovano spesso sopraffatti da dubbi e fonti contrastanti. «Riceviamo troppe informazioni, spesso confuse – ha spiegato –. Per questo abbiamo scelto di creare una rete solida, coinvolgendo oltre 80 esperti tra pediatri, psicologi, nutrizionisti e professionisti della salute infantile, per offrire contenuti semplici, autorevoli e davvero utili per i genitori».
L’obiettivo di GoMamiGo è costruire uno spazio digitale di fiducia, dove ogni genitore possa trovare risposte pratiche, aggiornate e verificate, evitando il rischio della disinformazione online che, specialmente su temi legati alla salute, può avere conseguenze rilevanti.
La voce della scienza: prevenzione, tecnologia, collaborazione
Dal confronto è emersa con chiarezza una verità: la miopia non è solo un difetto refrattivo, ma una condizione in crescita esponenziale, con importanti conseguenze sulla qualità della vita e sulla salute futura.
Il ruolo dell’ortottista, ha spiegato la Dott.ssa Elena Maffezzoni, è cruciale per istruire le famiglie e coinvolgere i bambini in un percorso di consapevolezza e prevenzione visiva fin dai primi anni di vita, dichiarando: «L’ortottista non è solo una figura tecnica, ma un vero e proprio ponte tra il mondo medico e la quotidianità delle famiglie. Siamo spesso tra i primi a notare segnali precoci di difficoltà visiva nei bambini e possiamo intervenire con tempestività, offrendo spiegazioni chiare e rassicuranti ai genitori».
Nel suo intervento, la Dott.ssa Maffezzoni ha sottolineato come sia fondamentale saper utilizzare un linguaggio accessibile, calibrato all’età e alla sensibilità dei piccoli pazienti. «Non basta dire a un bambino non avvicinarti troppo al libro, ma spiegargli in modo giocoso perché è importante far riposare gli occhi, alternare attività ravvicinate con momenti di osservazione a distanza e passare tempo all’aperto. Il nostro obiettivo è coinvolgerli attivamente nella cura della propria vista, facendo in modo che comprendano l’importanza delle buone abitudini visive».
Ha inoltre ribadito come il momento dell’esame ortottico possa rappresentare un’occasione educativa: «Durante una valutazione ortottica possiamo insegnare ai genitori a osservare segnali comportamentali che spesso passano inosservati, come uno strabismo latente, una chiusura di un occhio durante la lettura, un calo di attenzione nei giochi da vicino». Questo approccio, ha spiegato, è particolarmente efficace quando si lavora in sinergia con pediatri, oculisti e ottici-optometristi, creando una filiera integrata della prevenzione.
Un altro aspetto messo in evidenza è l’importanza dell’ambiente: «Spesso bastano piccoli accorgimenti per migliorare la salute visiva del bambino: una corretta illuminazione durante lo studio, pause regolari durante l’uso di dispositivi digitali, e – soprattutto – il gioco libero all’aperto, almeno due ore al giorno. Questo è un fattore determinante nel rallentamento della progressione miopica».
Infine, ha ricordato come anche il momento del gioco possa essere uno strumento diagnostico e educativo: «Attraverso attività ludiche mirate possiamo far emergere eventuali difficoltà visive e allo stesso tempo insegnare al bambino, in modo naturale, a “prendersi cura” dei propri occhi. La prevenzione, per essere davvero efficace, deve essere vissuta come un processo quotidiano, semplice e coinvolgente».
Anche la Dott.ssa Carla Tomasini, pediatra e nutrizionista infantile, ha offerto un richiamo alla responsabilità genitoriale quotidiana, sottolineando come la salute visiva debba essere considerata parte integrante del benessere globale del bambino, al pari della nutrizione o della crescita psicofisica.
«Nel mio studio i genitori sono estremamente attenti all’alimentazione, ai vaccini, allo sviluppo del linguaggio. Ma quando parlo loro di vista, spesso scopro una disinformazione diffusa o, peggio, un senso di sottovalutazione», ha affermato. La Dott.ssa Tomasini ha spiegato come molte famiglie, pur animate dalle migliori intenzioni, manchino delle conoscenze necessarie per accorgersi dei primi segnali di difficoltà visiva, che nei bambini piccoli possono essere silenziosi o mascherati da altri comportamenti.
Il suo intervento ha avuto un taglio molto pratico: ha elencato piccole azioni quotidiane che possono fare una grande differenza, come osservare attentamente il comportamento del bambino durante il gioco, controllare eventuali atteggiamenti anomali come l’inclinazione della testa o il bisogno di avvicinare molto gli oggetti, e soprattutto ridurre il tempo trascorso davanti agli schermi. «Una delle indicazioni più semplici e più potenti che possiamo dare alle famiglie è: portate i bambini all’aria aperta almeno due ore al giorno. Questo non solo favorisce la salute degli occhi, ma sostiene anche lo sviluppo motorio, l’equilibrio emotivo e la qualità del sonno», ha ricordato.
Ha poi evidenziato come il ruolo del pediatra sia centrale non solo nella diagnosi precoce, ma anche nell’educazione della famiglia. «Il pediatra è la prima figura sanitaria con cui i genitori costruiscono un rapporto fiduciario. Per questo è fondamentale che anche noi ci formiamo costantemente sulla salute visiva e sappiamo come integrare questo tema nei bilanci di salute. In particolare, quando ci sono precedenti familiari di miopia o di uso di occhiali in età pediatrica, è nostro compito insistere su controlli più approfonditi e su strategie di prevenzione mirata».
Infine, ha ribadito l’importanza di un approccio multidisciplinare e collaborativo: «La sinergia tra pediatri, oculisti, ortottisti e ottici-optometristi è la vera chiave per un’efficace presa in carico del bambino miope. Ma il primo passo inizia a casa, con genitori consapevoli, attenti e informati».
Un appello alle istituzioni: investire nella prevenzione
A rilanciare la questione su scala più ampia, il Prof. Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha lanciato un appello accorato affinché la salute visiva dei bambini torni al centro delle politiche sanitarie pubbliche. «Un tempo i controlli visivi per i più piccoli erano sistematici, strutturati, e garantiti da un sistema di prevenzione che funzionava – ha ricordato – ma oggi, purtroppo, questi strumenti si sono fortemente indeboliti». Secondo Bandello, si tende a intervenire solo quando il difetto visivo è già evidente, ma spesso i segnali sono subdoli, poco riconoscibili, e molti bambini crescono convivendo con difficoltà che potrebbero essere intercettate e corrette molto prima. «Non basta più attendere che il bambino si avvicini troppo a un oggetto o inclini la testa per accorgersi che qualcosa non va. Occorre reintrodurre screening visivi obbligatori, mirati e periodici, come parte integrante del percorso di crescita, già nei primi anni di vita».
Il professore ha poi puntato il dito contro una tendenza allarmante: la progressiva disattenzione nei confronti delle specializzazioni mediche non direttamente connesse alla sopravvivenza immediata. «Nel nostro sistema sanitario, troppo spesso, l’oculistica pediatrica viene trascurata, sacrificata in favore di settori considerati più “urgenti” – ha denunciato – ma un politico lungimirante dovrebbe comprendere che investire in prevenzione, soprattutto in ambito visivo, significa costruire salute a lungo termine, ridurre i costi futuri per il sistema sanitario e garantire un miglioramento della qualità della vita sin dall’infanzia».
Con parole ferme ma appassionate, Bandello ha invocato una presa di responsabilità da parte delle istituzioni e un maggiore coordinamento tra scuola, sanità e famiglia: «La vista è un senso fondamentale per lo sviluppo cognitivo, relazionale ed emotivo di un bambino. Ignorarlo è un errore che non possiamo più permetterci. Serve una cultura della prevenzione sistemica, non episodica. E questa cultura deve nascere ora, per accompagnare i bambini di oggi verso un futuro in cui possano guardare il mondo con occhi sani e consapevoli.»
Il ruolo delle associazioni e l’impegno dell’azienda
Michele Allamprese, Direttore Esecutivo di APMO – Associazione Pazienti Malattie Oculari – ha portato la voce delle associazioni pazienti, sottolineando il ruolo cruciale che queste realtà svolgono nel colmare il divario tra il mondo medico-scientifico e i bisogni concreti delle famiglie.
«APMO è nata tre anni fa con l’obiettivo di promuovere la prevenzione primaria e secondaria delle patologie oculari, dando voce ai pazienti e costruendo una rete di supporto informata e attiva. Siamo orgogliosi di essere stati scelti dal Brien Holden Vision Institute come partner italiani per la Myopia Awareness Week 2025: un riconoscimento importante, che ci spinge a fare ancora di più», ha affermato Allamprese.
Ha poi evidenziato come le associazioni non debbano essere viste come semplici enti di supporto, ma come attori fondamentali in grado di generare conoscenza, promuovere cultura della prevenzione e stimolare politiche sanitarie più inclusive. «Anche se siamo una realtà no profit, abbiamo sposato questa missione con convinzione. Riteniamo essenziale costruire alleanze stabili con le istituzioni, il mondo accademico, i professionisti sanitari e il settore privato, come nel caso di EssilorLuxottica.
«Solo così – ha concluso – possiamo garantire che la prevenzione diventi davvero sistemica, accessibile e continuativa per tutte le famiglie, indipendentemente dal contesto socio-economico».
In chiusura, Alessandra Barzaghi, Marketing Director EssilorLuxottica Italia, ha confermato l’impegno strategico del gruppo nel sensibilizzare e informare in modo continuativo, sottolineando come la missione aziendale vada ben oltre la sola produzione di lenti e dispositivi ottici. «EssilorLuxottica è un’azienda che si pone all’intersezione tra ottica e tecnologia, ma soprattutto che vuole generare impatto sociale concreto», ha dichiarato. «Lavoriamo ogni giorno per creare consapevolezza, perché una buona visione non è solo una questione clinica, ma una componente essenziale della qualità della vita. È per questo che ci impegniamo a dialogare con le famiglie in maniera accessibile, chiara, coinvolgente, attraverso campagne educative, iniziative sul territorio e materiali divulgativi come l’opuscolo Missione Occhi dei Bimbi. La prevenzione non può essere un’azione sporadica: deve diventare un’abitudine culturale. E noi vogliamo essere parte attiva in questo cambiamento, collaborando con istituzioni, scuole, professionisti della salute e associazioni per costruire insieme un futuro in cui ogni bambino abbia gli strumenti per vedere il mondo al meglio».

Un evento di valore, chiuso in bellezza
L’evento si è concluso con una sontuosa e gustosa Standing Dinner, che ha trasformato il networking in un’occasione di confronto disteso tra colleghi, professionisti e partecipanti. In un clima di partecipazione autentica, la cena ha suggellato una giornata densa di contenuti, in cui il dialogo ha aperto la strada a nuove alleanze e collaborazioni per un futuro dove la vista dei più piccoli sia davvero al centro delle priorità familiari e sociali.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.