Trains di Macie J. Drygas premiato per il miglior riuso d’archivio. Soundtrack to a Coup d’État e Man Number 4 trionfano rispettivamente come miglior lungometraggio e miglior cortometraggio.
Le sale di Trastevere sono state letteralmente invase da giovani, studenti, cinefili e curiosi per la terza edizione di UnArchive Found Footage Fest, culminata nella cerimonia di premiazione tenutasi domenica 1° giugno presso il Cinema Intrastevere di Roma. Con oltre 6000 spettatori complessivi, il festival conferma la crescente attenzione verso il cinema d’archivio e il suo potenziale creativo, critico ed ecologico.
Prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), il festival ha proposto una settimana intensa di proiezioni, installazioni, incontri e performance, consolidando il suo ruolo come piattaforma internazionale per il riuso creativo di immagini d’archivio.
I vincitori della giuria internazionale
Ad aggiudicarsi il Premio per il Miglior utilizzo creativo del materiale d’archivio è stato Trains di Macie J. Drygas, un’opera che ha saputo trasformare il found footage in un treno narrativo tra sogno e incubo, restituendo senso e potere evocativo alle immagini del passato.
Il Miglior lungometraggio è andato a Soundtrack to a Coup d’État di Johan Grimonprez, film politico e necessario che affronta il tema del golpe con sguardo lucido e montaggio raffinato, interrogando il rapporto tra arte e potere.
Il Premio per il Miglior cortometraggio è stato attribuito a Man Number 4 di Miranda Pennell, che ha sconvolto e coinvolto il pubblico con un originale uso dello schermo desktop come spazio critico tra visione e responsabilità.
Una Menzione speciale è andata a Like a Sick Yellow di Norika Sefa, per la sua capacità di rendere il ricordo familiare un dispositivo politico intimo e universale.
I premi della giuria studenti UnArchive 2025
Guidata dal regista Agostino Ferrente, la Giuria Studenti ha confermato l’attenzione delle nuove generazioni verso la pratica del cinema d’archivio, premiando opere capaci di dialogare con il presente attraverso il riuso del passato.
Il Premio per il Miglior riuso creativo è stato assegnato a I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská, straordinario ritratto d’artista costruito con migliaia di fotografie.
My Armenian Phantoms di Tamara Stepanyan ha ricevuto una menzione speciale per la sua narrazione personale intrecciata alla storia del popolo armeno, mentre Razeh-Del di Maryam Tafakory è stato riconosciuto per la sua forza politica e la rivendicazione dello sguardo femminile come atto di resistenza.
Man Number 4 ha conquistato anche la giuria studenti come miglior cortometraggio, mentre Soundtrack to a Coup d’État ha ottenuto il riconoscimento anche in questa categoria, a testimonianza dell’unanime impatto dell’opera.
Un festival in crescita, tra memoria e futuro
La proiezione speciale di Subject: Filmmaking di Edgar Reitz e Jörg Adolph ha concluso una giornata intensa, suggellando un’edizione che ha lasciato il segno. UnArchive si conferma molto più di un festival: è un laboratorio di pensiero e immaginazione, dove il riuso d’archivio si rivela atto estetico, politico e sostenibile.
Il bando per partecipare alla quarta edizione del festival sarà aperto in autunno. Tutti gli aggiornamenti saranno disponibili sul sito ufficiale www.unarchivefest.it e sui canali social del festival.