Dal 28 maggio 2025 torna nelle sale italiane “Il sale della terra”, il documentario diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado che celebra la vita e l’opera del celebre fotografo brasiliano Sebastião Salgado, scomparso lo scorso 23 maggio a Parigi all’età di 81 anni. A distribuirlo è Officine UBU, in un omaggio sentito a uno degli sguardi più profondi e poetici del nostro tempo.
Candidato all’Oscar come Miglior Documentario nel 2015 e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes – Un Certain Regard, Il sale della terra è un viaggio visivo e intimo nell’universo artistico e umano di Sebastião Salgado. La regia firmata dal regista tedesco Wim Wenders – fotografo a sua volta – e da Juliano Ribeiro Salgado – figlio del protagonista – intreccia testimonianze personali, immagini di repertorio e la potenza lirica degli scatti in bianco e nero che hanno reso celebre Salgado in tutto il mondo.

Un testimone della condizione umana
Nel corso di oltre quarant’anni, Salgado ha attraversato più di 40 Paesi documentando conflitti, migrazioni, povertà, lavoro e degrado ambientale. Ogni sua fotografia è un racconto profondo, un gesto di empatia, una denuncia visiva. Ma è anche un inno alla resilienza e alla bellezza della Terra, culminato nel progetto “Genesi”, una colossale esplorazione dei luoghi più incontaminati del pianeta.
Lontano dal sensazionalismo, il suo obiettivo ha sempre cercato l’essenza dell’umanità. Per questo nel 2016 era stato accolto all’Accademia Francese delle Belle Arti con il titolo di “grande testimone della condizione umana e dello stato del pianeta”.

Uno sguardo che resta
Nel documentario, Salgado si racconta in prima persona. È l’occasione per riscoprire le origini della sua vocazione fotografica, le difficoltà familiari, i viaggi spesso estremi e i traumi vissuti nell’assistere ai drammi del mondo. Wenders, con la sua voce fuori campo, accompagna il racconto con discrezione e partecipazione, mentre Juliano mostra il Salgado padre e uomo, in un ritratto che unisce l’epica al quotidiano.
Guarda QUI il trailer.

Un film necessario
Il sale della terra non è solo un documentario biografico. È una riflessione sul valore dell’immagine, sulla responsabilità di raccontare la realtà e sul rapporto tra uomo e natura. Oggi, nel contesto di una crisi ambientale e sociale globale, la visione di Salgado appare più attuale e necessaria che mai.
Riportarlo al cinema è un atto di memoria, ma anche un invito alla consapevolezza: un modo per ringraziare chi ha saputo farci vedere l’umanità con occhi nuovi.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.