Il 56% delle imprese edili italiane ha subito furti, il 45% atti di vandalismo e il 57% segnala conseguenze dirette sulla sicurezza dei lavoratori. È il quadro allarmante che emerge dal Crime Report 2025 di BauWatch, azienda leader nel settore della sicurezza e videosorveglianza mobile, sulla base di un sondaggio condotto su 500 aziende italiane del comparto costruzioni.
I dati parlano chiaro: la criminalità nei cantieri è sempre più organizzata e sofisticata, con furti mirati, reti coordinate e tattiche furtive in aumento. Non si tratta più di ladri occasionali: il 73% delle imprese definisce i responsabili “professionisti” e quasi la metà (50%) denuncia un salto di livello nel modus operandi criminale.
Nord Italia in prima linea: furti e vandalismo colpiscono duro
Le regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest risultano le più colpite: rispettivamente il 21% e il 22% delle aziende di queste aree riferisce una maggiore incidenza di furti, mentre gli atti vandalici colpiscono il 18% nel Nord-Est e il 21% nel Nord-Ovest.
Particolarmente critici i furti di rame, soprattutto nel settore immobiliare commerciale (57%) e in quello residenziale/ristrutturazioni (51%), seguiti da edilizia commerciale (50%) ed energia (44%).
Settori più vulnerabili: immobiliare, ristrutturazioni ed energie rinnovabili
Nel 2024, i comparti più colpiti dai furti sono stati:
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Immobiliare: 73% ha subito almeno un furto
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Costruzione e ristrutturazione di edifici: 66%
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Edilizia commerciale: 59%
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Energia e rinnovabili: 54%
A confermare un senso diffuso di allarme, il 44% delle imprese italiane ritiene che la criminalità nei cantieri sia aumentata. Tuttavia, la sicurezza è ancora sottovalutata: 1 azienda su 2 ammette di non considerarla una priorità e il 47% si affida ancora solo a recinzioni perimetrali.
Impatti concreti: ritardi nei lavori e superamento dei budget
Le conseguenze di questa insicurezza si traducono in ritardi e costi aggiuntivi:
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Il 38% dei progetti ha subito ritardi
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Il 33% ha registrato ritardi fino a 4 settimane, il 19% oltre un mese
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Il 22% ha sforato il budget a causa di questi incidenti
Tra gli oggetti più rubati spiccano utensili di piccole dimensioni (49%), rame (49%) e cavi (35%).
Le best practice per difendere i cantieri: tecnologia, formazione e prevenzione
Per contrastare un fenomeno così capillare e dannoso, il Crime Report 2025 evidenzia quattro azioni chiave per le imprese:
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Integrare la sicurezza nella fase di progettazione: considerare i costi e i rischi già in fase di gara d’appalto.
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Passare da difese statiche a sistemi intelligenti: utilizzare videosorveglianza con AI, monitoraggio continuo e torri mobili.
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Formare il personale alla vigilanza attiva: educare alla prevenzione, al riconoscimento di comportamenti sospetti e all’uso dei protocolli.
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Proteggere oggetti e risorse con soluzioni moderne: rafforzare il controllo sugli strumenti più rubati.
Videosorveglianza mobile e intelligenza artificiale: il nuovo paradigma
Le soluzioni tecnologiche come le torri mobili di videosorveglianza con intelligenza artificiale stanno cambiando le regole del gioco. Attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rilevano automaticamente movimenti sospetti e attivano deterrenti come luci e speaker prima che il danno sia fatto.
Laura Casparrini, Managing Director di BauWatch Italia, sottolinea:
“Il compito che ci attende è trasformare l’intenzione strategica in una protezione tecnologica concreta. Oggi l’Italia è tra i Paesi europei più attenti a integrare la sicurezza nei budget di gara d’appalto: il 66% delle imprese lo richiede”.
BauWatch: sicurezza hi-tech per l’edilizia europea
Presente in 10 Paesi europei, BauWatch è un punto di riferimento nel settore della sicurezza tecnologica per l’edilizia. Con oltre 10.500 torri di videosorveglianza, un centro di controllo certificato e squadre interne specializzate, l’azienda offre soluzioni all’avanguardia per la protezione di cantieri, siti energetici, immobili abbandonati e infrastrutture critiche.
Per maggiori informazioni: www.bauwatch.com
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.