‘Io sono Penelope’: prima nazionale nelle Grotte di Borgio Verezzi per il gran finale di ‘In & Out – Impronte di donne’

Sabato 28 giugno 2025 alle ore 21.30, nella suggestiva cornice delle Grotte di Borgio Verezzi, andrà in scena in prima nazionale lo spettacolo “Io sono Penelope (guariscimi amore dal male d’amore)”, scritto e diretto da Fabrizio Lopresti e interpretato da Fiorenza Pieri, con la partecipazione dello stesso Lopresti nel ruolo di Ulisse.

A chiudere la rassegna “In & Out – Impronte di donne”, questo evento promette di essere un intenso viaggio teatrale, tra mito, attualità e sentimento. Una riflessione profonda sull’identità femminile e sul significato dell’attesa, del dolore e della resistenza di fronte alla guerra.

Penelope oggi: un archetipo universale

Chi è davvero Penelope? Non solo la moglie dell’eroe omerico Ulisse, ma ogni donna che, nel corso dei secoli, ha atteso, amato, sofferto. Penelope è la ragazza palestinese che perde il suo uomo in guerra, è la donna russa che saluta l’amato in partenza per un conflitto ingiusto, è la sposa ucraina che resta mentre il compagno combatte per difendere la propria terra, è la madre ebrea che non ha più notizie del figlio disperso.

L’opera, liberamente ispirata all’Odissea e ai fatti della Storia, ci presenta una Penelope più umana che epica: una giovane improvvisamente divenuta regina, sposa di un uomo leggendario partito per la guerra di Troia, rimasta sola a gestire un’isola e un destino non scelto.

Un monologo dell’anima e del corpo

Fiorenza Pieri dà voce a una Penelope dilaniata dal desiderio, dalla solitudine, dalla responsabilità. Una donna acerba, affamata d’amore, che avrebbe voluto solo invecchiare con l’uomo che amava, condividere il quotidiano, vivere la carne e lo spirito del loro rapporto. Invece si ritrova prigioniera dell’attesa, combattendo contro i doveri, la paura, le ombre dell’assenza.

Accanto a lei, Fabrizio Lopresti presta il corpo e la voce a Ulisse, affiancato dalle voci di Paolo Pilosio, Giuseppe Provato, Fabrizio Giacomazzi, Francesca Lorusso, che arricchiscono la drammaturgia di echi e rimandi emozionali. Un contributo speciale è dato anche dall’abito di scena di Penelope, realizzato dallo stilista Pierangelo Masciadri, che connota visivamente il personaggio come simbolo e corpo vivente della resilienza femminile.

Teatro nelle Grotte: suggestione e profondità

L’ambientazione unica delle Grotte di Borgio Verezzi conferisce allo spettacolo un’aura sacrale e atemporale. Il suono naturale della roccia, la penombra delle cavità, la risonanza delle voci: tutto contribuisce a rendere la rappresentazione un’esperienza immersiva, profondamente emozionante.

Io sono Penelope” non è solo un’opera teatrale: è un grido sussurrato contro la guerra, un inno all’amore che resiste, un ritratto potente e attuale della condizione femminile, oggi come allora.

Per altre info, vistita il sito Ufficiale.