Una conferenza stampa introdotta come sempre dalla vulcanica direttrice artistica Andrée Ruth Shammah ha svelato, lo scorso 2 luglio, i primi importanti dettagli della nuova stagione del Teatro Franco Parenti. Al centro, due grandi filoni tematici che attraversano trasversalmente il cartellone 2025/26: la Grande Età e i giovani.
Prima di addentrarsi nella presentazione, è intervenuto l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, che ha sottolineato come l’attività del Parenti sia “un faro culturale per la città”, reso possibile dalla visione instancabile e lungimirante di Shammah, capace di unire arte, progettualità e comunità.
Il Teatro Franco Parenti e la Grande Età: memoria, longevità e valore del tempo
Nel cuore della nuova stagione del Franco Parenti si colloca un’importante riflessione sul tempo che passa, sull’esperienza e sul valore della memoria. In collaborazione con la Fondazione Ravasi Garzanti, da anni impegnata nella promozione di una cultura della longevità, prende forma un filone progettuale che non solo celebra la ricchezza dell’età matura, ma la valorizza come risorsa sociale, culturale e affettiva.
A sancire l’importanza di questo tema è il festival di apertura stagione, dal 24 al 30 settembre 2025, pensato come una settimana di eventi diffusi e multidisciplinari, che segna anche la riapertura del Teatro della Quattordicesima, uno spazio storico restituito alla collettività dopo anni di silenzio. Questo evento assume un significato altamente simbolico: rimettere in moto un luogo sospeso nel tempo significa anche riattivare la memoria e connetterla con il presente e il futuro.
Tra gli spettacoli proposti:
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La giovinezza è sopravvalutata, monologo ironico e filosofico in cui Paolo Hendel riflette sull’età, le rughe, l’esperienza e l’autoironia come antidoto all’oblio sociale degli anziani.
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Age Pride, scritto da Lidia Ravera e interpretato da Alessandra Faiella, una vera e propria “manifestazione teatrale” per l’orgoglio di invecchiare, che mette in discussione i tabù sull’età e i modelli dominanti di successo e bellezza.
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Mattia e il nonno, tratto dal romanzo di Roberto Piumini, è un delicato viaggio tra generazioni, nel quale il confine tra realtà e fantasia diventa spazio d’incontro e crescita.
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Una vita che sto qui è un atto unico di intensa profondità, portato in scena da Ivana Monti, che presta corpo e voce a una donna che si racconta attraverso le ferite, i ricordi e le epifanie quotidiane di una lunga esistenza.
Il festival include anche una selezione di film e documentari che mettono al centro i temi dell’età e dell’identità nel tempo – tra questi il progetto Senectus Open, dedicato al racconto della terza età in chiave artistica – e l’incontro pubblico “I custodi della memoria”, momento di confronto tra studiosi, autori e testimoni diretti sull’importanza della trasmissione intergenerazionale dei saperi.
Ma il percorso non si esaurisce nel festival. Per tutto l’anno, il Parenti ospiterà titoli che declinano il tema della Grande Età in forme e linguaggi differenti, con protagonisti artisti e interpreti che hanno attraversato più di una generazione di pubblico.
Tra questi:
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La Reginetta di Leenane di Martin McDonagh, tragicommedia nera e disturbante che esplora il rapporto madre-figlia e la prigione domestica, con Ivana Monti e Ambra Angiolini dirette da Raphael Tobia Vogel.
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Lezione d’amore con Milena Vukotic, regia di Andrée Ruth Shammah, è una dichiarazione di affetto alla vita, alla poesia e alla consapevolezza che l’amore non ha età.
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Visite della compagnia I Gordi, è un’originale creazione senza parole che attraverso maschere ed espressioni mimiche racconta l’intimità, le routine e i silenzi di una casa di riposo.
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Il reading teatrale Terzo Tempo di Lidia Ravera, con Lucia Vasini, Paolo Hendel e Francesco Brandi, mette in scena una narrazione collettiva e poetica in cui la vecchiaia diventa una stagione dell’esistenza ancora capace di sogni, desideri e trasformazioni.
Completano il programma una serie di attività collaterali:
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gruppi di lettura tematici sul rapporto tra tempo, memoria e narrazione
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una rassegna cinematografica sulla longevità, ospitata dalla Fondazione Corriere della Sera, con film d’autore e documentari d’inchiesta
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incontri e tavole rotonde aperte al pubblico, pensati per stimolare un dialogo intergenerazionale e ridurre lo stigma sociale legato all’età.
L’età sospesa: un progetto per adolescenti e giovani adulti

Il secondo pilastro della stagione è interamente dedicato al mondo giovanile, grazie al progetto speciale L’età sospesa, realizzato in collaborazione con la Fondazione Guido Venosta e con il sostegno di Banca Ifis.
Il presidente Giuseppe Caprotti ha dichiarato:
“Offrire spazi di ascolto, relazione ed espressione significa contribuire concretamente alla costruzione di una società più consapevole, inclusiva e solidale”.
Fulcro del progetto è lo spettacolo Chi come me di Roy Chen, con la regia di Andrée Ruth Shammah, che racconta con empatia le fragilità psichiche di cinque adolescenti. Da questa esperienza scenica è nato un laboratorio permanente fatto di incontri pubblici, percorsi creativi e momenti di formazione destinati a studenti, docenti, educatori e famiglie.
Tra le attività legate al progetto:
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Il laboratorio scolastico Diario delle mie catastrofi (a cura del Centro Formazione Supereroi)
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Il laboratorio teatrale Theatre Quest, rivolto a ragazze e ragazzi dagli 11 ai 18 anni (condotto da Laura Pasetti)
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Un ciclo di incontri pubblici con esperti come Umberto Galimberti e Matteo Lancini
Altre foto della conferenza
Il programma si estende anche a un cartellone di 18 spettacoli, dedicati a tematiche giovanili o firmati da artisti under 35. Tra questi:\
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Leggera, leggerissima di e con Francesca Iasi, sul tema dei disturbi alimentari
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Capinera di Rosy Bonfiglio, rilettura verghiana sul desiderio e la libertà
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L’eco della falena di Cantiere Artaud, regia di Ciro Gallorano
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Il principe dei sogni belli di Tobia Rossi, sulla disabilità e l’affettività
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Secondo piano di Michele Eburnea, su crisi e precarietà affettiva
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Giacomina di Salvatore Cannova, sull’amicizia intergenerazionale
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I corpi che non avremo di Francesco Toscani, regia di Andrea Piazza, sull’ossessione per l’immagine
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Confini di Nimrod Danishman, una storia d’amore omosessuale tra guerra e intolleranza
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Solo quando lavoro sono felice di Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa, critica al culto del lavoro
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Amen di Massimo Recalcati, regia di Claudio Autelli, un’intensa preghiera laica per il futuro
Nuove reti e progettualità
Il Parenti aderisce a The Youth Club, iniziativa di Fondazione Cariplo per favorire l’accesso dei giovani alle arti performative, con spettacoli, concerti, corsi e percorsi per le scuole. Inoltre, grazie al progetto Rigener-Azioni – Trame di Comunità, promosso dalla Fondazione Pier Lombardo e sostenuto dalla Fondazione Monte di Lombardia, nella primavera 2026 nascerà la Bottega dell’Arte di Trivolzio (PV), un nuovo polo culturale per giovani e over 65.
Il Teatro Franco Parenti, ancora una volta, abbraccia il tempo non come limite ma come possibilità, scegliendo di raccontare il passaggio delle stagioni della vita attraverso il linguaggio universale del teatro.,
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.