‘Mai Generation’ con la regia di Stefano Cordella, dal 18 al 20 febbraio al Teatro Litta

MAI GENERATION
Ideazione e regia Stefano Cordella
drammaturgia collettiva
con Daniele Crasti, Francesca Gemma, Francesco Meola, Dario Sansalone  
aiuto regia e collaborazione alla drammaturgia Noemi Radice 
disegno luci Giuliano Almerighi – sound design Gianluca Agostini
scene e costumi Andrea Colombo
Tecnico Lorenzo Crippa – si ringrazia Stefano Montrasio
organizzazione Valeria Brizzi, Carolina Pedrizzetti
con il sostegno di Mibac, Fondazione Cariplo, Gecob eventi e PianoInBilico – produzione Oyes

dal 18 al 20 febbraio 2020 – Teatro Litta  

Mai generation” è uno spettacolo che vuole parlare al mondo degli adolescenti e al loro naturale desiderio di cambiamento. Tutto si svolge all’interno di una scuola occupata dove i ragazzi possono sentirsi improvvisamente adulti, cittadini del proprio mondo e responsabili delle proprie scelte. Immerso nel presente con tutte le sue contraddizioni, il racconto prende a tratti la strada del confronto generazionale con la stagione del 68: mentre i ragazzi di quegli anni reclamavano il bisogno di uscire da rigidi schemi sociali, gli adolescenti di oggi si sentono in bilico tra aspettative (proprie, collettive e genitoriali) e mancanza di prospettiva. Tra votazioni, slogan e proteste emerge il mondo quotidiano dell’adolescenza fatto di paure, slanci, imbarazzi e nuove scoperte.

TEMATICHE AFFRONTATE
Le aspettative e il giudizio

A partire dal confronto con i ragazzi su cosa voglia dire essere adolescenti oggi, la prima, epidermica, emozione che affiora è quella della paura. Emerge la paura di non essere all’altezza delle proprie aspettative e soprattutto delle aspettative dei genitori, che oggi possono essere restrittivi, ma allo stesso tempo comportarsi da pari, confondendo piani e desideri. Emerge la paura di restare indietro rispetto alle tappe della vita considerate obbligate, quali, su tutte, quelle legate all’affettività e alla scoperta della propria sessualità.

Allo stesso tempo, però, le paure sono accompagnate da un grande senso di rivalsa e da una consapevolezza nuova dei propri turbamenti. I ragazzi intraprendono una lotta sotterranea, ma continua, contro aspettative, pressioni sociali e giudizi esterni: questa è la lotta che abbiamo voluto enfatizzare, mettendo in scena storie di adolescenti che tentano, a volte affrontando il fallimento, di ribellarsi agli stereotipi e alle coercizioni imposte dai condizionamenti culturali.


Il confronto con il 68
Mentre gli adolescenti degli anni Settanta reclamavano a gran voce il bisogno di uscire da rigidi schemi sociali, gli adolescenti di oggi si trovano di fronte a uno scenario liquido, per usare una definizione del celebre sociologo Zygmunt Bauman, dove “l’incertezza è l’unica certezza”. Il futuro diventa una trappola ecologica, lavorativa, economica, sociale, in cui ci si sente in bilico tra aspettative (proprie, collettive e genitoriali) e mancanza di prospettiva. L’evoluzione ha preso la forma della regressione, viene detto nello spettacolo.

I protagonisti hanno richieste pratiche (i muri scrostati, l’edificio scolastico parzialmente inagibile), ma queste istanze sembrano celare ben altre necessità di ascolto.

La presenza all’interno dello spettacolo di spezzoni di documentari e film legati al Sessantotto, insieme a interventi di personaggi adulti che hanno vissuto in prima persona quei moti rivoluzionari, dà modo ai ragazzi di confrontarsi con una generazione che ha lottato per ottenere alcuni diritti civili e sociali che oggi rischiamo di dare per scontati, e che potrebbero invece diventare motore di altre importanti e necessarie conquiste, in un periodo storico in cui piaghe sociali come razzismo, nazionalismo e sessismo stanno tornando prepotentemente attuali.

la partecipazione diretta alla vita collettiva
Nel contenitore dell’occupazione scolastica, i giovani protagonisti danno voce a una spinta rivoluzionaria intrinseca, troppe volte calpestata. Hanno domande confuse, permeate da slogan e frasi fatte; portano soluzioni a volte poco concrete; rischiano di rifugiarsi nell’ideologismo, o in un disilluso iperrealismo, ma a loro modo chiedono un futuro a propria misura, perché pretendere un futuro è ancora possibile.

Motivazione PREMIO HYSTRIO ICEBERG 2018 – Compagnia Oyes
Nell’osservare il percorso artistico degli Oyes, si percepisce un chiaro senso di solidità. Sono infatti un gruppo numeroso ma senza isterismi, caratterizzato da poche ma pensatissime produzioni, con un brillante lavoro organizzativo alle spalle e la capacità di vincere in scioltezza premi e bandi, diventando in breve una realtà riconosciuta su scala nazionale. Ma in questa concretezza si aprono anche improvvisi squarci di sana follia. Come ad esempio riscrivere Cechov calandolo nel contemporaneo in Vania o in Io non sono un gabbiano. È stato proprio questo azzardo, il coraggio di guardare in faccia la tigre senza uscirne con le ossa rotte, a segnare una svolta nella giovane compagnia nata nel 2010 intorno a un gruppo di diplomati dell’Accademia dei Filodrammatici, dandole una riconoscibilità artistica sempre più precisa. Le drammaturgie originali, come Va tutto bene o Il preferito, divengono così ispirazione per uno sguardo registico maturo, capace di intrecciare la propria autorialità con la semplicità del segno estetico e con un senso collettivo del fare teatro. Per la serietà con cui stanno facendo crescere un progetto ambizioso e per quel pizzico di sfrontatezza creativa che da sempre caratterizza i talenti più belli assegniamo alla Compagnia Oyes il Premio Hystrio Iceberg 2018.

INFORMAZIONI

MTM Teatro Litta
Corso Magenta, 24
da martedì a giovedì ore 20:30
durata: 60 minuti

Biglietti: Intero 25€, Convenzioni 20€, Ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20€, Under30/Over65 15€, Scuole di teatro e Università 15€, Ridotto DVA 12,50, Scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10€

spettacolo in abbonamento: Arcobaleno, Arcobaleno tandem, Arcobaleno over 65, Carta regalo x2, Carta regalo x4,

Scarica l’App di MTM Teatro e acquista con un clic

BIGLIETTERIA MTM
Corso Magenta 24, Milano
Tel. 02 86 45 45 45 – biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30