Perfetti Sconosciuti: una trasposizione teatrale riuscita con un cast eccezionale vince la scommessa al Manzoni di Milano

Dopo aver visto la commedia “Perfetti Sconosciuti“, in scena al Manzoni di Milano, si può dire che  la trasposizione teatrale dell’omonimo  film del 2016 di Paolo Genovese  è  una scommessa vinta “. Bene ha fatto Paolo Genovese,  a fare il salto dal grande schermo al palcoscenico, curandone sempre la regia.  Il risultato è una versione teatrale sostanzialmente efficace, asciutta e semplice, concentrata su dialoghi e personaggi, che Paolo Genovese, dopo un film di successo, ha voluto regalare al pubblico.

Per altre notizie sullo spettacolo, date, orari e prezzi, vedi  articolo di presentazione.

LA TRAMA
La trama ruota attorno a un gruppo di amici che si ritrova per una cena durante un’eclissi di luna. Per gioco, decidono di condividere i propri telefoni cellulari, ascoltando ogni messaggio e telefonata ricevuti nel corso della serata. Questo “innocente” gioco provoca una serie di casualità ed equivoci che mettono in crisi le varie coppie, svelando i segreti più intimi dei personaggi.

Paolo Genovese, esordiente nella regia teatrale, ha mantenuto intatte le battute del film, regalando al pubblico momenti comici e sorprendenti. Il cast, composto da talenti come Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti e Astrid Meloni, ha reso ogni personaggio unico e complesso.


LA RECENSIONE
Lo spettacolo oscilla brillantemente tra il drammatico e il comico, coinvolgendo lo spettatore nel “qui e ora” teatrale. La regia ha saputo gestire le scene in modo intelligente, suddividendo gli spazi della casa (ambientazione unica firmata da Luigi Ferrigno) e giocando con le luci (firmate da Fabrizio Lucci) che supportano una narrazione dinamica e coinvolgente.

La trama si sviluppa con la rivelazione dei segreti dei protagonisti tramite il vivavoce del telefono o dei messaggi letti a voce alta dagli attori, mentre i dialoghi cruciali avvengono nel bagno, con pareti trasparenti illuminate ad hoc. La scenografia realistica, con una cucina funzionante e cibi veri, contribuisce a coinvolgere il pubblico che reagisce con risate e commenti, talvolta anche eccessivi e a voce troppo alta (Sigh).


Le dinamiche delle coppie emergono in modo esilarante,
con gag che coinvolgono personaggi come Lele e Carlotta, interpretati rispettivamente da Dino Abbrescia e Anna Ferzetti. Il personaggio di Peppe, interpretato da Emmanuele Aita, si presenta come l’anima buona che accetta il gioco per far emergere la verità, che forse aveva in cuore da tempo di rivelare agli amici facendo outing sul proprio orientamento sessuale.


L’aspetto più interessante della trama è la riflessione sulla natura umana, sottolineando la sottile linea tra vita segreta e pubblica, e come i segreti si nascondano dietro le conversazioni quotidiane. Il finale aperto offre diverse interpretazioni, inducendo lo spettatore a riflettere sulla propria vita e sui rapporti con gli altri.

Per questo “Perfetti Sconosciuti”  si presenta come uno spettacolo coinvolgente, divertente ed emozionante. Il successo di oltre 137 repliche dimostra che una storia potente può emozionare il pubblico in diversi modi, specialmente con un cast affiatato e di spessore.

L’INTERPRETAZIONE DEI PERSONAGGI
Gli attori di “Perfetti Sconosciuti” hanno  eseguito un’interpretazione convincente dei loro personaggi, portando in scena una gamma di emozioni che va dalla commedia al dramma, mantenendo sempre alta l’attenzione dello spettatore, dove equivoci e i colpi di scena non si contano.


Paolo Calabresi,
nel ruolo del “saggio'” chirurgo estetico, ha donato al personaggio un tocco di saggezza e ironia. La sua interpretazione ha reso il personaggio più che un semplice stereotipo, evidenziando le sfide e i conflitti interiori in modo convincente.

Astrid Meloni, nel ruolo di Eva, ha interpretato il personaggio con intelligenza e carisma. La sua performance ha reso Eva una figura intrigante, giocando un ruolo chiave nella trasformazione della trama da innocente gioco a vera roulette russa.



Dino Abbrescia,
nel ruolo di Lele, ha consegnato una performance esilarante e piena di energia. La sua abilità nel gestire le dinamiche comiche della storia ha contribuito significativamente a mantenere alto il ritmo e l’umorismo dello spettacolo.

Anna Ferzetti
ha brillato nel ruolo di un personaggio con una presenza scenica forte e un notevole senso del ritmo comico. La sua interpretazione ha reso il personaggio vivace e divertente, contribuendo a creare momenti di grande comicità durante lo spettacolo.


Alice Bertini, nel ruolo di Bianca, ha interpretato il personaggio naïf e bullizzato con un tocco di dolcezza e vulnerabilità. La sua presenza ha aggiunto un elemento di simpatia alla storia, creando una connessione emotiva con lo spettatore.

Marco Bonini, nel ruolo del caustico personaggio, ha fornito un’interpretazione raffinata e incisiva, regalando al pubblico momenti di pungente umorismo. La sua presenza scenica ha conferito al personaggio una profondità che va oltre la semplice comicità, sottolineando le sfumature della sua personalità in modo sfaccettato.

Emmanuele Aita, nel ruolo dell’amico gay incompreso, ha affrontato il compito con sensibilità ed empatia. La sua interpretazione straordinaria ha donato profondità al personaggio, portando alla luce le sfumature delle sue relazioni e contribuendo a sfatare stereotipi in modo toccante.


Complessivamente, il cast eccezionale di “Perfetti Sconosciuti” ha saputo donare vita a personaggi unici e complessi,
offrendo allo spettatore un’esperienza coinvolgente e memorabile. L’abilità nel bilanciare comicità, dramma e emotività ha contribuito al grande successo della trasposizione teatrale, dimostrando la versatilità e il talento degli interpreti.

A fine spettacolo, dopo i tanti a scena aperta, arrivano gli applausi scroscianti, che sembrano non finire mai,  i quali  gratificano chi sta sul palco a ricevere la giusta  “mercede” della propria fatica e dimostrano il valore della storia narrata, capace di  emozionare sempre, sia essa cinema o teatro,  importante che a farlo sia un cast affiatato e di spessore, come quello di questa versione.

Il MESSAGGIO
Conosciamo veramente chi ci sta vicino?
È già difficile conoscere se stessi recitava il  motto del filosofo Socrate vecchio millenni ma ancora valido. Secondo Socrate  è fondamentale  il rapporto con gli altri attraverso la conversazione, ma in queste si sovrappongono sempre i segreti che ognuno di noi conserva nel proprio interiore e non sempre si è un libro aperto con la moglie, i figli, l’amico o  il collega.

Per questo ci  sentiamo di consigliare, senza dubbio, lo spettacolo a chi vuole passare un’ora e mezza di evasione, divertimento e abbia anche voglia di riflettere, ma raccomandiamo di NON FARE MAI questo gioco, perchè “nuoce gravemente alla salute della coppia”  ma anche dei rapporti in generale.

Questo non è un invito a continuare a vivere nell’ipocrisia, bensì di trovare una soluzione meno cruenta per tutti,  nel caso si senta la neccessita di parlare e redimersi. Anzi è anche un invito  ad ascoltare di più gli amici e i famigliari e non fermarci troppo a fare discorsi superflui che  ci impediscono di capire le vere  problematiche,  i bisogni dell’altro che vuole comunicare una sua necessità ma non riesce a trovare lo spiraglio giusto, l’aggancio per cominciare e così rimanda.

A chi non è capitato di dire a posteriori, dopo un evento spiacevole e qualche volta drammatico,  è “troppo tardi”  oppure avere il rimpianto e pensare “ma come mai nessuno si era accorto prima?” la risposta è perché nessuno  ha voluto ascoltare i messaggi nascosti dell’altro, non quelli di un cellulare, ma quelli del cuore, del corpo di chi ci sta vicino e che pure lancia messaggi in vari modi.