Ha debuttato ieri giovedì 10 ottobre al teatro Manzoni di Milano, ‘Il Berretto a Sonagli’, spettacolo che abbiamo presentato nel nostro precedente articolo e a cui vi rimandiamo per altre informazioni, pertanto non ci dilunghiamo nel raccontare la trama che è nota a tutti.
Possiamo però dire che l’opera scritta da Luigi Pirandello è ancora oggi di grande contemporaneità. Questo perchè i temi trattati raccontano storie eterne come la gelosia ed il tradimento. Oggi, nonostante un contesto sociale molto diverso da quello in cui è ambientata la commedia, la gelosia continua a mietere vittime fra entrambi i generi, a volte modo incruento e, purtroppo, talvolta in modo cruento specie nel genere femminile, come ci riporta la cronaca.
Rimane dunque immutato il dualismo tipico delle novelle del Pirandello che ben sapeva cogliere questi aspetti dell’umana fragilità, disseminata di contraddizioni, dove spesso si dice una cosa e se ne pensa un altra completamente opposta: il tradimento, il dolore, l’amore, la verità e la finzione, dominano i nostri rapporti con gli altri. Capita spesso, in modo tristemente ipocrita, di azionare la “corda civile” di cui parla Pirandello, per tenere alta la nostra onorabilità in pubblico. Questo, ahimè, può accadere perfino all’interno della famiglia nei rapporti col coniuge, figli, fratelli ecc. con i quali i dialoghi, per quieto vivere, vengono “filtrati” per non rompere gli equilibri. Allora come dice Pirandello siamo dei “pupi” manovrati da noi stessi e ci illudiamo di essere uomini liberi.
Il protagonista è l’ottimo e valido attore Gianfranco Jannuzzo, che sul palco è affiancato da Emanuela Muni, Alessio Di Clemente, Rosario Petix, Alessandra Ferrara, Carmen Di Marzo e la partecipazione di Anna Malvica diretti dalla regia di Francesco Bellomo.
Ma ritorniamo a Ciampa, scrivano che lavora presso la famiglia del Cavalier Fiorica, interpretato da Gianfranco Jannuzzo, il quale in conferenza stampa aveva affermato di affrontare il suo personaggio con orgoglio e responsabilità ricordando che è stato interpretato prima di lui da grandi attori come Eduardo De Filippo, Turi Ferro e Salvo Randone.
Dopo averlo visto in scena, si può dire che Gianfranco Jannuzzo non ha nulla da invidiare ai suoi illustri colleghi e, col suo talento più che rodato, a dimostrazione della sua camaleontica ecletticità, è stato capace di imprimere carattere e forza alla figura di Ciampa, rendendolo pienamente credibile per il pubblico in sala, che più volte applaudiva convinto la sua performance a scena aperta.
Ciampa, infatti, non è certamente un personaggio facile da interpretare e non è affatto comico, tuttalpiù è tristemente ironico, arrivando perfino a toccare i toni del dramma. Egli è una maschera del suo tempo, che decide di agire secondo quello che sente, proteggendo il suo onore e quello della sua donna in un periodo storico in cui era finanche ammesso il delitto di onore, che poteva spingerlo a eliminare i due amanti commetendo un crimine per il quale la società di quel tempo non lo avrebbe certo biasimato!
Non c’è dunque nulla di maschilista nè di possessivo in Ciampa, ma solo una volontà protettiva di se stesso e della sua donna, che scatta spontaneo e con la forza della disperazione trova la soluzione che salva l’onore di tutti.
Questo spettacolo può definirsi, quindi una storia di amore assoluto, che riflette le contraddizioni sociali di quella società, ma anche della nostra.
Ottima l’interpretazione di Beatrice, la padrona di casa e moglie del Cavaliere, da parte di Emanuela Muni, che è capace di rendere molto bene, con la sua recitazione, la grinta di questa figura di donna femminista che cerca di far emergere la verità, di provocare lo scandalo a tutti i costi senza curarsi dei danni che avrebbe procurato a se stessa e agli altri.
Buona la prova teatrale degli altri interpreti che con bravura e versatilità hanno saputo dare corpo e spessore ai loro personaggi. Particolarmente incisiva l’interpretazione di Anna Malvica nel ruolo di donna Assunta, che con la sua simpatia conquista il pubblico e attira applausi.
Gli applausi, a fine spettacolo, arrivano a lungo e scroscianti per tutti. Gianfranco Jannuzzo ringrazia il pubblico, ricorda la signora Walda Foscale e invita sul palco il regista Francesco Bellomo, a cui si deve l’originalità di questo spettacolo.
Le musiche originali sono state scritte appositamente e ricreano l’atmosfera giusta al testo rendendolo ancora più gradevole. Anche il brano cantato inizialmente è talmente orecchiabile da far presa sul pubblico che la canticchia all’uscita.
Le scene sono azzeccate e riportano lo spettatore nell’atmosfera delle case siciliane dell’epoca. E’ proprio grazie all’utilizzo di questi drappi scuri che il regista ha potuto inserire il prologo in flashback dove, tra il vedi e non vedi, si colgono in flagranza gli amanti segreti.
Lo spettacolo si consiglia anche a chi ha già visto versioni diverse perchè questo segue un angolazione del tutto nuova, più larga e più aderente al testo originale e allo spirito Pirandelliano. Siamo sicuri che se il suo autore assistesse a questa rappresentazione ne rimarrebbe soddisfatto.
Per vederlo avete tempo fino al 27 ottobre, ma si consiglia di prenotare per tempo, perchè potreste non trovare posto o averne uno in una posizione non troppo favorevole per godere appieno le scene di questo spettacolo.
Biglietti dispononili su TicketOne
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.