Museo del Novecento: apre domani la mostra dedicata a Margherita Sarfatti

Milano, 20 settembre 2018 – Il Museo del Novecento di Milano e il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, inaugurano in contemporanea due diverse mostre dedicate alla figura di Margherita Sarfatti, frutto di un progetto unitario tra le due istituzioni, con un unico catalogo edito da Electa.

Le due esposizioni a Milano e a Rovereto, autonome a complementari, permettono di analizzare la complessa personalità di Margherita Sarfatti: al Museo di Novecento con un affondo sull’arte degli anni Venti a Milano, al Mart con una prospettiva sul ruolo di Margherita ambasciatrice dell’arte italiana nel mondo.

Baccio Maria Bacci
Il figliol prodigo
1925
olio su tela, 70,5 x 60 cm
Museo del Novecento, Milano

L’esposizione milanese, aperta nelle nuove sale espositive del Museo del Novecento dal 21 settembre al 24 febbraio 2019, è curata da Anna Maria Montaldo e Danka Giacon con la collaborazione di Antonello Negri, ed è allestita con la regia delloStudio Mario Bellini Architects.

Promosso e prodotto da Comune di Milano|Cultura con Electa, il progetto nasce con l’intento di raccontare come e quanto Margherita Sarfatti, con le sue scelte, i suoi scritti e la sua attività politica, abbia avuto un ruolo determinate nell’affermazione di quel gusto “novecentesco” che tanto ha influenzato la cultura italiana degli anni Venti, e nella creazione di un movimento artistico che ambiva all’affermazione internazionale.

Margherita Grassini (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961) nasce a Venezia in una importante famiglia ebrea, ma è con il cognome del marito Cesare Sarfatti, con il quale si trasferì a Milano nel 1902, che si affermerà come una delle figure chiave del sistema culturale italiano.

Giornalista influente, curatrice, intellettuale, arrivò a dettare la linea della critica dell’arte italiana per almeno due decenni: dalla fine della Prima Guerra Mondiale ai primi anni Trenta. Con la sua attività a sostegno di alcuni artisti, così come con la partecipazione alla vita culturale milanese e nazionale, Sarfatti contribuì, come nessun altro all’epoca, a delineare l’espressione del suo tempo.

Anselmo Bucci
Gli amanti sorpresi
1920-1921
olio su tela, 82 x 110 cm
Palazzo Cangi Neri,Quadreria Cesarini
Fossombrone (PU)

Donna intraprendente, ambiziosa e colta – grazie agli studi, ma anche alle frequentazioni familiari a Venezia e a quelle nei salotti milanesi – Margherita arrivò a ricoprire un ruolo di primissimo piano nella politica culturale dell’epoca, grazie anche al sodalizio con il capo del prima nascente, e poi affermato, partito fascista.

Nonostante la vicinanza agli ambienti politici e intellettuali internazionali, Sarfatti fu costretta a fuggire dall’Italia in seguito alla promulgazione delle leggi razziali (1938), per farvi ritorno dieci anni dopo in un contesto culturale radicalmente mutato e a lei ormai estraneo.

L’esposizione al Novecento invita il visitatore a seguire un racconto che ripercorre la vita di Margherita Sarfatti e allo stesso tempo propone un ritratto dell’ambiente in cui vive.

Il percorso si svolge attraverso 90 opere realizzate dai protagonisti di due decenni di arte italiana, in particolare del movimento “Novecento” di cui la Sarfatti è l’anima critica. Dipinti e sculture di 40 artisti, tra cui Boccioni, Borra, Bucci, Carrà, Casorati, de Chirico, Dudreville, Funi, Malerba, Marini, Medardo Rosso, Sironi e Wildt, sono contestualizzate attraverso fotografie, lettere, inviti ai vernissage e libri d’epoca, ma anche abiti, vetri e arredi, permettendo quindi un approfondimento più ad ampio respiro sulla Milano negli anni Dieci e Venti del XX secolo.

Si tratta del periodo in cui si inizia a delineare un moderno “sistema dell’arte” che vede coinvolti critici, galleristi, artisti e mercanti. Le mostre d’arte contemporanea guadagnano l’attenzione del pubblico borghese, base di un mercato artistico in crescita. Critici e giornalisti spesso firmano articoli dedicati alla gallerie milanesi e scrivono le introduzioni ai cataloghi che accompagnano le esposizioni.

Margherita Sarfatti, Ugo Ojetti, Raffaele Calzini, Vincenzo Bucci, Raffaele Giolli, Enrico Somarè sono tra i principali sostenitori delle nuove tendenze con posizioni teoriche, almeno all’inizio, non troppo distanti, basate sull’auspicio di unrecupero della solidità delle forme e di composizioni armoniose di matrice classica.

“Segni colori e luci. Note d’arte” è il titolo di una raccolti di scritti di Margherita Sarfatti pubblicata nel 1925, dalla quale emergono scelte, predilezioni particolari e idee generali sull’arte e gli artisti del tempo. Nel pensiero di Sarfatti la qualità estetica si concretizza in un fare disciplinato, dove “costruttivo” e “razionale” prevalgono su “sensibile” e “apparente”, nella prospettiva di “opere ugualmente lontane dalle passionali improvvisazioni e dalle imitazioni della realtà”. Il suo richiamo alla “sincerità” implica il “sacrificio dell’orpello”, la “rinunzia all’effetto facile, e perciò più piacevole”, cui contrappone “sobrietà e limitazione”: in sostanza, un’idea di sintesi salda e ben strutturata delle forme.

L’allestimento espositivo illustra l’attività e la parabola della vita di Margherita Sarfatti attraverso 11 sezioni: Milano, centro di modernità – Margherita Sarfatti nella città che cambia – La rete culturale milanese: artisti, critici, galleristi – Le note d’arte di Margherita Sarfatti: segni, colori e luci – La nascita del movimento artistico “Novecento” – Il “Novecento Italiano” – Il “Novecento Italiano” e la sua organizzazione – Gli orientamenti del gusto e gli acquisti pubblici: il caso delle collezioni milanesi – Il rapporto di Margherita Sarfatti col potere – Dalla redazione dell’Avanti all’esilio dall’Italia.

La mostra nasce anche dalla volontà di presentare al pubblico il patrimonio artistico e storico del Comune di Milano che proprio negli anni contestuali a quelli affrontati ha acquisito opere importanti della propria collezione: attraverso le scelte dei direttori del tempo è stata così documentata, in modo puntuale, una vicenda artistica fortemente legata all’identità de Milano in quegli anni.

Orari
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Ingresso
intero 10 euro
ridotto 8 euro
Informazioni
T. +39 02 88444061 c.museo900@comune.milano.it
museodelnovecento.org
electa.it