Gene Gnocchi e “Il movimento del NULLA” in scena al Parenti vi farà dubitare sul risultato delle elezioni negli ultimi anni

Il movimento del nulla
di Gene Gnocchi, Luca Fois, Massimo Bozza e Cristiano Micucci
con Gene Gnocchi
e con Diego Cassani
produzione International Music and Arts / Teatro Franco Parenti

 

Per altre informazioni sullo spettacolo, date orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

Gene Gnocchi non ha certo bisogno di presentazioni: comico italiano noto per il suo linguaggio arguto e la sua capacità di utilizzare le parole in modo creativo e divertente. La sua comicità spesso si basa sull’osservazione della realtà e sulla capacità di trovare il lato comico di situazioni quotidiane, utilizzando un mix di ironia e sarcasmo.

Lo spettacolo è strutturato esattamente come una convention in cui il pubblico è il popolo da convincere ad iscriversi a questo nuovo partito. Si parte dalla presentazione del candidato unico e assoluto, egli stesso, alla ricerca dello slogan “BASTA SLOGAN” fino alla scelta per alzata di mano dell’inno musicale “MENO MALE CHE GENE C’E’”.

Un’ora e mezza di monologo in cui si spiega prima la struttura semplicissima del partito, poi il programma articolato e il merchandising ufficiale con bandiere, magliette e gadget: ci mancava chiedesse anche un contributo spese. Anzi quasi ci è arrivato (“Siamo contro i finanziamenti pubblici, ma quelli privati sono ben accetti!”) descrivendo il tesseramento argento, oro e platino; quest’ultimo acquistabile a soli 10.000 euro che solo un improbabile nipote di Super Mario Bross, cioè Super Ugo ha potuto acquistare.

Si, infatti il comico ha avuto un’unica spalla che lo ha accompagnato: chitarrista di valore, 4 anni con i Pink Floyd, passato a fare l’idraulico montatore di box doccia (perché si guadagna di più!). Tutto finto ovviamente, se non fosse che Diego Cassani è davvero un chitarrista che incanta con alcuni virtuosismi.

In una sua intervista lo stesso autore dice: “Il monologo io l’ho provato leggendolo, poi mi sono reso conto che in realtà andava trattato come un vero e proprio comizio, e quindi dovevi avere le pause giuste, un po’ di parte letta e parte a braccio, improvvisata; si è venuta così a creare una dinamica completamente diversa, ma soprattutto, è una sfida, perché ogni volta che faccio lo spettacolo mi accorgo che cambia qualcosa, proprio a livello attoriale. Non è mai lo stesso spettacolo.”

E anche “Il successo del Nulla dice molte cose: dice che Gene Gnocchi ha avuto una felice intuizione, maturata dopo anni di frequentazione dei talk show nelle reti pubbliche e private, dice che la gente è stanca delle promesse disattese, dice che tanto vale dire chiaro e tondo che non c’è più nulla da promettere, se non il Nulla stesso.” Lo spettacolo finisce con una strana imitazione di Morgan dei Bluvertigo che ancora sto cercando di collocare e comprendere, ma forse non è necessario pensarci più di tanto perché nella serata di “non sense” c’era davvero tanta roba.

Fatto sta che Gene Gnocchi canta sul palco e canta anche bene. Ribaltando la realtà, Gene Gnocchi ci confonde così tanto che questo partito non è poi così paradossale!