Direttamente da oltremanica arriva “Tutti parlano di Jamie – Il Musical“, spettacolo nuovo e contemporaneo, edizione italiana del pluripremiato musical “Everybody’s talking about Jamie”: una storia di formazione ispirata ad una storia vera.
Per altre notizie sullo spettacolo, vedi il nostro articolo di presentazione.
Il musical ha tratto ispirazione dal documentario televisivo del 2011 “Jamie: Drag Queen at 16” sulla vita reale Jamie Campbell. Jamie è cresciuto a Bishop Auckland, una città di mercato situata nella contea di Durham, in Inghilterra, e nonostante l’ambiente conservatore, ha sempre amato sperimentare con i suoi vestiti. Sul suo Instagram si legge: “Sto ancora scalando il muro nella mia testa. Non permettere a nessuno di dirti che i tuoi sogni sono troppo grandi! La nostra più grande lotta è quella all’nterno delle nostre stesse teste. Dobbiamo smettere di attenerci a standard così irrealistici e dobbiamo trovare la libertà nel fluire con il viaggio.” Una frase che coinvolge proprio come lo show, che di fatto è un’acchiappaconsensi e mette d’accordo un po’ tutti. Scintillante, divertente e dirompente, “Tutti parlano di Jamie – Il Musical” è un insieme di temi attuali (sempre attuali): il rapporto tra un figlio e una madre, famiglie interrotte, padri assenti, desiderio di emergere, lotta al bullismo, scuola inadeguata.
Chi ha scritto la sceneggiatura credo abbia pensato “questo spettacolo farà il botto”. Ed è così: il linguaggio è così moderno e la storia così veritiera che la platea è piena di giovanissimi con famiglie al seguito. Figlio di “Priscilla”, “A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar” e “Billy Elliot”, Jamie (interpretato da Giancarlo Commare) rappresenta una sintesi perfetta adattandosi perfettamente a questo ultimo decennio. Si lascia alle spalle un po’; di vergogna ed esalta invece la Generazione Z più adatte al cambiamento, ma anche i Millenials (o parte di loro) poiché la mamma di Jamie (qui interpretata da Barbara Cola) è una donna che non ha paura di quello che il figlio vuole diventare. Il passo in più che viene fatto da questo spettacolo è la trasformazione di una vicenda che nel 2000 poteva dare scalpore ad una vicenda che fa da sfondo poiché tratta come una realtà ormai consolidata e incastonata. Le cose le mette in chiaro subito il personaggio protagonista dalle prime battute quando dice “Uh! Un ragazzo gay! Che novità!”, mettendo subito lo spettatore al giusto livello e ricordando a tutti che siamo nel 2023.
Questo non significa che non ci sia spazio per raccontare anche i dolori di un ragazzo che in piena adolescenza prova a mettere tutti i tasselli del suo carattere per individuare una personalità o affondare negli abissi di un padre assente che non accetta che il figlio abbia voglia di essere sé stesso. Qui la cosa divertente è che l’attore che interpreta il padre di Jamie (Umberto Noto), interpreta anche una delle favolose Drag Queen con un cambio trucco da record: ottimo contrappasso teatrale.
Scenografie mobili d’effetto e luci studiate alla perfezione creano la sensazione di una periferia inglese mentre le musiche sono un po’ spente, lunghe e ridondanti. Non c’è un vero motivetto che ti rimane in testa tornando a casa. Mi aspettavo più Lady Gaga di Adele, ma vabbè.
Nel complesso si passa una serata divertente, tra battute spassose con un linguaggio modernissimo e temi generazionali: effetto High School Musical e Glee.
INFO:
Biglietti da 31 euro
Per informazioni, contattare le due linee dedicate:
INFOLINE 020064081 – Tasto 1 per Teatro Nazionale – Tasto 2 per Teatro Lirico SMS o WhatsApp 344.1996621