‘Scateniamo l’Inferno’: un  accattivante viaggio  con Dante nel metateatro della cultura giovanile, al Leonardo di Milano

E’  in scena solo fino ad oggi 20 gennaio 2024, all’MTM Teatro Leonardo  lo spettacolo “Scateniamo l’Inferno“, un fantastico viaggio attraverso le pagine della Divina Commedia di Dante Alighieri, scritto da Valeria Cavalli e diretto da Claudio Intropido,  che vuole essere uno sguardo fresco  a un testo della letteratura classica italiana.

Per altre informazioni sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE
Una sala professori, un bidello/operatore scolastico (Antonio Rosti), un professore giovane Andrea Roversi (Andrea Robbiano), scompigliato da una notte di poco riposo grazie ai dentini della sua bimba. Il primo vorrebbe terminare le sue pulizie prima dell’apertura della scuola; l’altro vorrebbe uno spazio per finire di preparare la sua lezione. Ognuno ha le proprie priorità, solo in apparenza in contrasto. La realtà è diversa. Entrambi amano Dante e la letteratura, entrambi amano l’insegnamento… sarà una scoperta sia per loro che per noi.

I due uomini si confrontano: come far piacere un classico Dante a ragazzi che si annoiano dopo 10 minuti?

Il professore propone una dialettica di slang giovanile; si riferisce a Paolo e Francesca e si potrebbe shippare (vedere bene 2 persone insieme), un grande amore, magari mai vissuto; oppure Skippare e passare oltre, non pensarci più. Una canzone rap per portare la loro passione nei cuori dagli studenti, muovendosi a ritmo di musica e di parole: un corpo magro e alto che entra in un mondo giovanile che altrimenti sarebbe lontano. Bravo Andrea! Nessuno tra i presenti potrà dormire; è probabile che si alzino e ti seguano in questa danza.

Altro ingresso a gamba tesa nella storia di Filippo Argenti, come tempo di dissing (modo per criticare o deridere una o più persone di solito dell’ambiente rap) nella canzone di Caparezza “Argenti vive” nella quale Argenti stesso attacca Dante per quello che ha detto contro di lui… quanto è specchio di Fedez e Morgan o Fibra e Caparezza!!!

Strategie tecnologiche per dividere l’imbuto dei gironi dell’inferno di Dante in dark web e bande di comunicazione. Ecco tutto rivisitato in chiave futurista, in una prospettiva di comprensione al di là di un testo dell’inferno da tutti conosciuto.

Nasce all’improvviso una sorta di metateatro: dal racconto delle nuove possibili presentazioni versione generazione Z e anche di più, parte un duetto dentro questa storia. Prof e bidello (nascostamente prof), accompagnati da una base musicale incalzante, riprendono il testo originale con la passione e l’ardire di chi ha metabolizzato il cuore di Dante e di Virgilio, suo accompagnatore. Ci portano nella dimensione dell’inferno: sul lago ghiacciato, tra i traditori, gli adulatori coperti dallo sterco puzzolente, i ladri, i seduttori, i maghi e gli indovini con la testa girata, i simoniaci… che corsa, che follia, fino ad arrivare nel profondo per incontrare Lucifero, l’angelo caduto, l’imperatore del doloroso regno. Serve una via di fuga per tornare in alto, per vedere il cielo.

Grazie al gioco di squadra di Valeria Cavalli che ne ha elaborato i testi, Claudio Intropido, che ne ha seguito la regia, Simonetta Muzio (professoressa puntuale nei testi), lo spettacolo risulta intrigante, accattivante e ricco di sorprese ed emozioni, con la componente ironica che ne sottolinea la profonda conoscenza dei testi.

 Grandi, grandissimi gli attori e protagonisti… davvero avete scatenato l’inferno!

Allora c’è posto anche per le accezioni alternative e tecnologiche: dentro un racconto passionale e partecipato a livello personale (non come mestiere), ci sta un rap provocatorio, un tappeto volante per trasportare la letteratura nelle realtà spazio temporali di una gioventù spesso priva di interesse per la cultura.

Straconsigliato a tutti, ma soprattutto a chi voglia conoscere un Dante Alighieri straordinario.