Addio a Sandra Milo: a 90 anni ci lascia un’icona del cinema italiano dalla vita avventurosa

Sandra Milo, icona del cinema italiano, è deceduta all’età di 90 anni, lasciando dietro di sé una carriera cinematografica ricca di avventure e scandali. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata  oggi 29 gennaio dalla sua famiglia, mettendo fine a una vita intensa e colorata.

Nata Elena Salvatrice Greco il 11 marzo 1933 a Tunisi, la vita di Sandra Milo è stata plasmata da una serie di eventi drammatici e appassionanti. Crescendo durante la guerra, ha vissuto traslochi da Arezzo a Viareggio con la madre e la nonna. La sua passione per il cinema l’ha portata a Milano, ma prima di diventare un’icona dello schermo, ha affrontato sfide personali strazianti, tra cui aborti e violenze.

La carriera di Sandra Milo ha preso il volo negli anni ’50, lavorando con registi francesi e italiani di spicco. La sua interpretazione in “Adua e le compagne” le ha conferito visibilità, mentre il ruolo in “8 e mezzo” di Federico Fellini l’ha resa una presenza indimenticabile nel panorama cinematografico internazionale. La sua bellezza straordinaria e la sua versatilità l’hanno resa una figura unica, interpretando ruoli che spaziavano dalla sensualità alla commedia sofisticata.

La vita di Sandra Milo è stata segnata anche da scandali e tragedie personali, come la tragica morte della figlia Deborah e l’arresto del figlio Ciro per questioni di droga. La sua passione per la politica e il suo impegno nel Partito Socialista Italiano (PSI) hanno aggiunto un elemento di controversia alla sua figura pubblica, in particolare per la presunta relazione con Bettino Craxi.

Nonostante alti e bassi, la carriera di Sandra Milo ha attraversato decenni, affrontando cambiamenti nel cinema italiano e nelle dinamiche sociali. La sua partecipazione in programmi televisivi, giornalismo e anche reality show ha dimostrato la sua versatilità e la sua voglia di rimanere al passo con i tempi.

Il ricordo di Sandra Milo non sarà solo per la sua straordinaria carriera cinematografica, ma anche per la donna audace che ha sfidato le convenzioni e ha vissuto la vita con passione. La sua eredità rimarrà indelebile nell’immaginario collettivo del cinema italiano.