Emozioni senza tempo: ‘Il Piccolo Principe’ al Teatro Repower di Milano/Assago, un successo che conquista grandi e piccini fino al 24 marzo!

Lo spettacolo “IL PICCOLO PRINCIPE”,  prodotto da Razmataz Live e diretto Stefano Genovese, dopo aver ottenuto apprezzamenti significativi sui palchi italiani,  è ritornato al Teatro Repower di Milano/Assago, dove continuerà a ricevere applausi sia dai grandi che dai piccini fino al 24 marzo, consolidando il  successo con consensi incontestati che si accumulano replica dopo replica.

Per altre notizie sullo spettacolo, date, orari e prezzi, vedi articolo di presentazione.


LA RECENSIONE

Molti conoscono la storia de “Il piccolo principe”, letta da soli o con i propri figli. Il famoso testo di Antoine De Saint-Exupéry è stato oggetto di insegnamento per i bambini e i ragazzi: dai dialoghi con i personaggi che il protagonista incontra nel suo viaggio, emergono comportamenti degli adulti che aprono conoscenze nuove e filtri di comprensione per grandi e bambini, soprattutto riguardo ai rapporti e alle relazioni che siamo in grado di iniziare e mantenere nel corso della vita.


La storia si svolge nel deserto africano, dove un aviatore (Davide Paciolla), che sarà il narratore e l’interlocutore del principe (Alessandro Stefanelli/Gabriele Tonti), atterra per un guasto al suo aereo. Tra i due è un incontro speciale; all’aviatore viene chiesto: “Mi disegni per favore una pecora?”, una pecora non vecchia, non laconica, non spettinata… insomma, una pecora fatta su misura per le richieste del bambino regale. L’animaletto deve essere di piccola taglia perché l’asteroide B-612 da cui proviene il principe è di piccole dimensioni, possiede tre vulcani ed è infestata dagli arbusti di baobab che, molto velocemente, diventano alberi infestanti. La pecora avrà il compito di mangiarne i primi rametti in modo da non farli crescere, ma non dovrà mangiare i fiori, soprattutto non dovrà assolutamente toccare la sua amata rosa. Per questo chiede all’aviatore di costruire una museruola da far indossare alla pecora.


Infatti, sul suo asteroide si trova la rosa (Claudia Portale), una rosa speciale, amabile, così profumata che, a ogni sua apparizione, noi spettatori ne sentiamo il forte profumo, fissando nella nostra memoria un ricordo profondo, come quello del piccolo… sarà un motivo per lui per tornare a casa.

Durante il suo viaggio incontra degli strani personaggi, tutti adulti egocentrici e con valori effimeri, lontani dal senso più profondo dell’esistenza: un re (Matteo Prosperi) che vuole solo comandare, ordinare ai suoi sudditi inesistenti ogni cosa da fare; un uomo vanitoso/una star (sempre Matteo Prosperi) convinto che qualsiasi visitatore sia giunto lì solo per adularlo; un ubriacone (Giulio Lanfranco) che si vergogna di bere, ma continua a farlo; un uomo d’affari (ancora Giulio Lanfranco), un lampionaio (Vittorio Catelli), che continua ad accendere e spegnere il lampione come fosse una stella intermittente; un geografo (Matteo Prosperi), che, non essendo un esploratore non sa indicare al principe dove si trovino oceani, monti e città; una volpe (Ludovico Cinalli), unica a stabilire volontariamente un legame fatto di rispetto e sudditanza: “Ammaestrami e ti sarò amica, anche se soffrirò quando te ne andrai”. Tutte queste persone vivono da sole e le loro vite sono assorbite dai rispettivi mestieri. Il principe non capisce il modo di ragionare dei personaggi (e di conseguenza del mondo degli adulti); è disturbato dal narcisismo e dall’esibizionismo dei personaggi e dalla loro brama di possedere tutto, anche le stelle…


Questi personaggi, tutti loro, sono riconoscibili per i costumi (grazie a Paolo Silvestri), ma, nell’ambito di questo spettacolo esuberante e travolgente diventano catalizzanti per l’ introduzione di tecnicismi (come l’astronave della star), per l’arte circense sulle scale, i trampoli, il palo del lampione; per i giochi di equilibrio, come l’ubriacone che rimbalza sul tappeto elastico, nascosto e mimetizzato in una fossa sul palco. Tutto intorno, un paesaggio desertico privo di particolarità… forse per pochi istanti tra una esplosione di colori (accentuati dalla cura dei particolari delle luci ad opera di Giovanni Pinna), di pianeti sospesi, di personaggi che arrivano da ogni dove e si inoltrano tra gli spettatori, si fanno cercare per non perdere neanche un attimo di questa folle corsa.


La regia di Stefano Genovese e le scene gestite da Carmelo Giammello, intrecciano  i racconti, gli habitat, i sentimenti, intercalati dalle espressioni del viso e della voce un Piccolo Principe con entrambe le P maiuscole per indice di gradimento. Sono personaggi intensi, ognuno singolo abitante del proprio pianeta. Così sono gli adulti: spesso chiusi nel proprio mondo fatto di lavoro o di interessi privati o monopolio di tempo e spazio da riservare a se stessi solamente.

Piccolo Principe
Impossibile non seguire gli accompagnamenti musicali:
da “Startman” di David Bowie, a rivisitazioni di “Volare” e “ Azzurro”, canzoni che abbiamo cantato e sentito in modi fantasiosi, ma che, ancora una volta, in questo contesto, hanno saputo risaltare momenti di forte intensità e di ludica partecipazione.

Non poteva mancare la chicca finale: il lancio dei pianeti/palloni in mezzo al pubblico. La simpatia di vedere grandi e bambini rispondere all’arrivo di una palla colorata con un tuffo, un tocco moderato o fortissimo, una risata… Quanto è vero che solo noi possiamo scegliere di far vivere quel piccolo principe che si nasconde dentro di noi!!

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano

Una solo consiglio:IMPERDIBILE!