Recensione de ‘Il Compleanno di Harold Pinter’ in scena fino al 12 febbraio al Sala Umberto di Roma

Lo spettacolo “IL COMPLEANNO”   di Harold Pinter è in scena al Sala Umberto di Roma dal 31 gennaio per la regia di Peter Stein. Sul palco gli attori: MADDALENA CRIPPA – ALESSANDRO AVERONE – GIANLUIGI FOGACCI – FERNANDO MARAGHINI- ALESSANDRO SANPAOLI – EMILIA SCATIGNO.  Le scene sono di  Ferdinand Woegerbauer e i costumi Anna Maria Heinreich. Replica  fino al 12 febbraio 2023

Per altre informazioni sullo spettacolo, date orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

Un piatto di cereali, una fetta di pane fritto e una tazza di tè. Una tipica colazione inglese. La classica conversazione unilaterale tra la moglie casalinga e il marito che legge il giornale. Sembra essere una scena vista e rivista. Vissuta e rivissuta. Poi, un urlo da classica mamma che chiama il figlio adolescente affinché si svegli finalmente. Il giovane che scende dalle scale per sedersi al tavolo per fare colazione è apparentemente “normale”, forse un po’ annoiato, forse un po’ solo, forse un po’ perso. Forse un po’ “looser” come direbbero gli inglesi. E invece, la personalità contorta di Stanley si svela nel corso degli eventi della giornata. Dalla notizia dell’arrivo inaspettato di due uomini che chiedono ospitalità presso la casa in cui abitano i tre personaggi, il giovane inizia a diventare irrequieto.

Oggi è il suo compleanno. Quindi cerchiamo di non pensarci, no? Quindi l’atmosfera diventa rilassante, suppone lo spettatore. Ed invece no. Persino un regalo fatto a cuor leggero dalla signora incute una pesantezza strana. Un tamburo che nessuno sa suonare, e che più tardi quella sera sarà distrutto dal festeggiato stesso.

Entra una ragazza che sembra essere motivi d’interesse per il giovane. È la sua fidanzata? La sta semplicemente corteggiando? È una vecchia amica?

Fino alla fine, lo spettatore non ne ha la certezza. Sì, perché le relazioni tra i personaggi sono offuscate e poco chiare, come lo è la loro identità. Chi è questo giovane? Un nipote, un figlio, uno sconosciuto che vive con una semplice coppia di ultra settantenni? Chi sono questi due uomini che arriveranno nella casa? E questa casa è davvero un B&b oppure cela altri misteri?


L’arrivo dei due uomini, che sembrano soci in affari, stravolge un po’ il tutto. Restano per la festa di compleanno di Stanley, che si rivela un vero disastro. Nelle vicissitudini rappresentate, il tamburo rotto è il minore dei mali. La signora, padrona di casa, si atteggia da ventenne che ha alzato un po’ il gomito, uno dei due uomini mostra atteggiamenti da matto irascibile, mentre l’altro ci prova spudoratamente con la giovane forse ragazza di Stanley. A questo punto lo spettatore esclude che i due siano una coppia, siccome la giovane sembra quasi affascinata dalle lusinghe di basso valore dell’uomo, tanto da ricercare un contatto fisico non indifferente. Nella follia del momento, le luci si spengono. Poi si riaccendono. La giovane, in stato di ebrezza, è sdraiata sul tavolo mentre Stanley si allontana da lei con i pantaloni abbassati. Se si sia trattato di un atto di violenza sessuale o di un quasi atto di violenza sessuale, lo spettatore non lo sa, e gli altri personaggi non sembrano nemmeno accorgersene. Tale è il valore attribuito alla giovane ragazza, che infatti al mattino seguente contesta il suo sentirsi “usata”, dando la colpa di questo suo sentimento all’uomo che la sera prima la corteggiava apertamente.

Cosa è avvenuto durante la notte? Cosa è successo dopo la festa di compleanno? Stanley scende giù pronto per andare via, con due grossi lividi sotto agli occhi. Chi glielo ha causati? E dove lo stanno portando quei due uomini? Dicono che il giovane abbia bisogno di cure. La signora ritorna dopo essere andata a fare la spesa mattutina, e Stanley è già andato via. Lei non lo sa ancora, e il marito continua a leggere il suo giornale, imperterrito e indifferente.

Dubbi su dubbi, lasciando un sapore amaro …

Ferdinand Woegerbauer dall’inizio allestisce la su un soggiorno casalingo più o meno a cavallo della metà del secolo scorso, come anche l’epoca e’ evocata anche dai costumi, a cura di Anna Maria Heinreich.

Buona la prova attoriale  dell’intero cast che in scena danno vita ai personaggi di questa piece. Ottima la valente regia di  Peter Stein, capace di rendere chiaro e piacevole per lo spettatore un testo non facile.

In conclusione, “Il compleanno” è una commedia dark che esplora i temi del potere, dell’identità, del controllo e della manipolazione. L’uso del simbolismo, della metafora e del linguaggio ripetuto, incalzante, quasi un’arma a ripetizione di Harold Pinter crea un’atmosfera di tensione e incertezza in tutta l’opera, che è un commento sulla natura umana e sulla natura della nostra esistenza. È un’opera che, da anni, lascia un’impressione duratura sul pubblico e continua a essere un lavoro teatrale popolare e ahimè sempre attuale, per le nostre prigioni mentali.