Salento mon amour à Paris: affascinati i giornalisti e corrispondenti della stampa estera a Parigi

Il Salento affascina i giornalisti parigini e i corrispondenti della stampa estera a Parigi Grazie alle Città di Galatina e gli otto comuni di Union 3: Arnesano, Carmiano, Copertino, Lequile, Leverano, Monteroni di Lecce, Porto Cesareo e Veglie E arriva il plauso del direttore generale della Camera di commercio italiana a PARIGI: “Bene così, per destagionalizzare

Incontri, confronti, meraviglia! Successo di Salento mon amour à Paris, l’evento fuori fiera organizzato per la settima edizione a Parigi, dalla rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it). Dopo la partecipazione alla giornata inaugurale della Fiera internazionale del turismo, Salon Mondiale du Tourisme di Parigi, il 16 marzo scorso, si è svolta la conferenza stampa evento nel ristorante parigino “La Poesia”, che, fondato da una famiglia francese, è un omaggio alla bellezza della Grotta della Poesia, un salotto letterario e culturale dove vengono fatti degustare piatti tipicamente meridionali e salentini dal bravo chef Giuseppe.

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https://www.youtube.com/watch?v=YFFGIE9rXsk&t=31s

Ambasciatori i prodotti tipici, capaci di farsi capire in tutte le lingue: le bollicine di Cantine Due Palme e i vini di Negroamaro di Cantina San Donaci. In campo il meglio della ricettività turistica: la Masseria Chicco Rizzo (www.masseriachiccorizzo.it), il camping Torre
Castiglione (www.torrecastiglione.it) l’hotel
Vespucci (www.vespuccihotel.it), www.angolodibeppe.it
www.intervallohotel.it, www.lidoleucasia.it , www.ilcortilettoportocesareo.it ,
www.lidolapineta.it , www.rivadelsole.org, www.viva-vacanze.it. A
sostenere imprese e territorio è una delle banche più solide d’Italia la Bcc
di Leverano (www.bccleverano.it)

Accolti giornalisti francesi, tedeschi e internazionali professionisti italo francesi e persino una delegazione di studenti del Liceo italiano Leonardo Da Vinci a Parigi, interessati al turismo scolastico. Grandi promotori sono stati i Comuni di Galatina e di Union 3, l’aggregazione di Comuni formata da Arnesano, Carmiano, Copertino, Lequile, Leverano, Monteroni, Porto Cesareo e Veglie.

Al mattino gli amministratori presenti hanno incontrato nelle più grandi fiere internazionali del turismo, le Salon Mondial du tourisme a Parigi, giornalisti e tour operator internazionali ai quali hanno raccontato il fascino dei loro territori, anche con l’aiuto della rivista Spiagge, cartacea, in formato pocket.

A sorpresa la conferenza stampa è stata allietata dalla danza della pizzica, soavemente interpretata dalla Ballerina Giulia Palese, che fa parte de I Carbonari un gruppo di pizzica attivo soprattutto a Parigi.

I giornalisti sono stati affascinati dalla Bellezza di Porto Cesareo, raccontata dal vicesindaco, Anna Peluso e da tutto il territorio di Union 3, rappresentato dalla giornalista Carmen Mancarella e in video conferenza dalla presidente di Union 3, Guendalina Federico e dai primi cittadini dei Comuni di Copertino, Sandrina Schito, di Carmiano, Gianni Erroi e di Galatina, Fabio Vergine.

A raccontare la città di Galatina con un intervento articolato ed emozionante è stata l’artista internazionale Romina De Novellis, italo francese, che si è sofffermata sulle tante bellezze della cittadina e in particolare sul fenomeno del tarantismo.

PLAUDE ALL’INIZIATIVA DI UNION 3 E DI GALATINA IL DIRETTORE GENERALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN FRANCIA: Il Salento è sulla buona strada per destagionalizzare. Dalla sala stampa del Salon Mondial du tourisme, plaude all’iniziativa di Union3 e della Città di Galatina, il direttore generale della Camera di Commercio in Francia, Annibale Fracasso di Torrepaduli, il quale ha dichiarato in una video intervista:
L’iniziativa delle Città di Galatina e dei Comuni di Union 3 è veramente lodevole. Anche se sembra affascinante, è inutile andare a promuovere il Salento in Giappone, per avere poi un ritorno di cinque turisti. E’ importante invece promuoverlo nel cuore dell’Europa, dove ci sono i voli diretti: con Basilea, Ginevra, Parigi… e avere… 500mila turisti. Ai francesi in particolare non piace il turismo del far nulla. Cercano invece esperienze ed emozioni e il Salento ne regala veramente tante”.

GUARDA LA VIDEO INTERVISTA del direttore Fracasso di Torrepaduli
https://www.youtube.com/watch?v=8RM4hupkS6I&t=2s

GIARDA  LA CONFERENZA STAMPA, EVENTO
FUORI FIERA A PARIGI, INTEGRALE
https://www.youtube.com/watch?v=ZWJdN2j_33E  &t=16s

Ma facciamo un viaggio ideale alla scoperta dei territori che tanto hanno affascinato i giornalisti parigini e la stampa estera a Parigi.

GALATINA DESTINAZIONE GALATINA, DOVE TUTTO INIZIA Dice il sindaco, Fabio Vergine: “Galatina è famosa per diversi motivi. Intanto chi dice Galatina, dice pasticciotto. Infatti è qui che è nato il dolce simbolo del Salento, dove la pastafrolla dura e leggermente salata incontra la morbida e dolcissima crema. Il pasticciotto è armonia dei contrasti ed è nato proprio ad opera della famiglia Ascalone nel ‘700, a Galatina, prima di diffondersi in tutte le pasticcerie del Salento (e anche d’Italia). Ed è sempre a Galatina, che è nato il fenomeno del tarantismo, che ha ispirato il famoso festival Notte della Taranta. Nell’ultima edizione dell’agosto 2022 anche l’amato cantante francese Stromae è stato chiamato ad interpretare i canti e le danze della tradizione popolare salentina: la pizzica.

La pizzica nasce dal fenomeno del tarantismo. In passato infatti donne e uomini che secondo la tradizione contadina venivano morsi da un ragno velenoso (la taranta) erano obbligati, per guarire, a danzare senza sosta al ritmo dei tamburelli accompagnati da violini e fisarmonica.

Le danze avvenivano nella cappella di San Paolo, a Galatina, dove si guariva al termine delle danze, bevendo l’acqua benedetta del pozzo. Ancora oggi se si danza la pizzica nelle piazze del Salento, ci si libera da tutti i veleni.

Spettacolare è poi la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, interamente affrescata. Venne realizzata tra la fine del ‘300 e gli inizi del 400 dalla regina Maria d’Enghien e dal suo sposo, Raimondello del Balzo Orsini, che fecero arrivare a Galatina pittori della scuola giottesca, della scuola tedesca e quella locale.

Tutte le pareti sono interamente affrescate e raccontano la vita di Gesù, della Madonna, il martirio di Santa Caterina d’Alessandria… Gli affreschi venivano considerati la Bibbia dei poveri per educarli alla vita dei Santi e della Sacra Famiglia.

Ma non mancano le passioni umane, tanto che si dice che la regina Maria d’Enghien fece dipingere l’odiata cognata, Giovanna La Pazza mentre si faceva palpeggiare da tre mori, nella scena del Giudizio universale! Galatina, infine, ha dato i natali e ha ispirato grandi artisti come Pietro Cavoti e Gaetano Martinez, di cui si può ammirare l’opera LA LAMPADA SENZA LUCE”.

Tanta concentrazione di bellezza e di fascino ha spinto l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Fabio Vergine con il vicesindaco e assessore al turismo, Maria Grazia Anselmi a coniare un nuovo claim: DESTINAZIONE GALATINA, DOVE TUTTO INIZIA. CONCLUDE IL SINDACO:
Galatina si indirizza, per sua vocazione, verso viaggiatori o operatori del settore colti e curiosi che vogliono scoprire destinazioni, dove vivere esperienze autentiche, all’insegna dello slow tourism e sentirsi veri abitanti del luogo”.

ARNESANO, FORNI DI PIETRA E CHIESE BAROCCHE Dice il sindaco di Arnesano, Emanuele Solazzo: “Un profumo intenso di pane appena sfornato ci guida ad Arnesano: qui esistono ancora i forni di pietra che sfornano il pane cotto sulla pietra e lievitato con lievito madre. La sera poi le trattorie e le locande vi delizieranno con piatti tipici della tradizione. E potrete scegliere tra ben tre cantine che producono ottimi vini. Nel centro storico spicca la chiesa madre dagli altari barocchi che custodisce la statua del Crocefisso, cui, la prima domenica di luglio è dedicata una grande festa, in ricordo di un miracolo avvenuto nel 1848. Un gioiellino è la chiesa di San Francesco, detta la chiesa piccola, dove si possono ammirare altari barocchi che sembrano veri e propri ricami. Cammina cammina si arriva poi davanti alla casa dello scienziato Selvaggio Guarini, vissuto nel ‘500, dove si ammira uno stemma con il Tetragrammaton, l’impronunciabile e sacro nome di DIO. Da non perdere il Palazzo marchesale dai saloni interamente affrescati.”

Arnesano custodisce anche un interessante sito archeologico nel Rione Riesci dove venne rinvenuto l’Idoletto preistorico con volto di civetta, datato 2.400 a.C. e di cui il Comune custodisce una copia. Tutto l’anno è possibile assistere ai concerti organizzati dall’Associazione Sistema Musica Arnesano fondata dalla grande pianista Beatrice Rana e dalla sorella Ludovica. Dolci campagne circondano il centro abitato, considerato un grande giardino dall’aria sana, caratteristica da cui deriva il nome del paese, ARNESANO appunto.

Andiamo ora a Carmiano. CARMIANO, L’ARTE DEL GUSTO Dice il sindaco, GIOVANNI ERROI: “Carmiano vi prenderà per la gola, grazie alle aziende enogastronomiche: dal pane fatto con lievito madre e con tutti i tipi di farina ai prodotti da forno, pensati per tutti i gusti e anche con farine particolari, dall’olio extravergine di oliva, ai vini alle grappe. Si rifanno alla migliore arte dolciaria le pasticcerie, che sfornano il tipico pasticciotto e realizzano veri e propri capolavori al cioccolato.
Nel centro storico ci si ferma sulla Piazza del Tempo, dove si affaccia il piccolo Teatro comunale, dedicato alla cultura e agli eventi. Poco distante si può ammirare la Chiesa dell’Immacolata, il cui altare barocco è stato realizzato dallo stesso autore della Chiesa di Santa Croce a Lecce: Giuseppe Zimbalo. L’8 dicembre di ogni anno tutti i cittadini danno vita a una grande e sentita Festa in onore della Madonna Immacolata. Immense distese verdi circondano il centro abitato. In campagna è possibile imbattersi nelle tipiche costruzioni rurali del Salento, le Masserie. E’ rimasta intatta la Masseria Li Pampuli, dove si possono ammirare le fortificazioni e il grande cortile. Infine meritano una sosta la Chiesa di campagna della Madonna di Magliano. dove, secondo la leggenda, un pastorello nel ‘700 trovò il quadro della Vergine e la Chiesa della Madonna del Turrisu, dove ogni anno i carmianesi sono soliti trascorrere la Pasquetta, dando vita anche alla tradizionale cuccagna. Carmiano vi aspetta per non lasciarvi più andar via.”

COPERTINO LA CITTA’ DEL SANTO CHE VOLAVA DICE IL SINDACO, SANDRINA SCHITO: “Copertino vi incanterà. Il suo fiore all’occhiello è castello angioino, curato dalla Sovrintendenza. Sulla porta di ingresso, vi è già il suo biglietto da visita: non solo lo stemma gentilizio, ma anche armi e armature per dimostrare la potenza militare e scoraggiare eventuali nemici. Tutto il castello è circondato da un profondo fossato e le sue torri sono a sperone, per reggere meglio agli attacchi da armi da fuoco.”

Attraversare le sue ampie sale d’armi significa ascoltare l’energia della pietra e provare l’emozione di ripercorrere gli stessi passi, fatti un tempo da cavalieri e armigeri,indaffarati con piani di difesa e di attacco! Magnifica la cappella gentilizia degli Strafella, interamente affrescata con le tombe dei nobili, rette da cariatidi a forma di sfinge e leoni! Ma Copertino è famosa al mondo perché ha dato i natali a San Giuseppe, il Santo dei Voli, protettore degli studenti e dell’Aviazione. Il suo corpo riposa a Osimo, ma il suo cuore batte a Copertino. E’ custodito nella chiesetta, che si trova di fronte alla casa dove nacque: una stalla. Tutto parla di Lui: La Chiesa delle Clarisse, nel cuore del centro storico, dove il Santo, spiccò il primo volo, andando in estasi per amore della Madonna e poi ancora il famoso Santuario della Grottella, annesso al convento dove San Giuseppe fece vita monastica. Anche il castello è legato a lui: il papà ne era il custode! Copertino eccelle nella produzione di olio extravergine di oliva, di buon pane e di ortaggi. Un profumo di uva appena pigiata e di mosto pervade tutta la città in settembre, quando si festeggia San Giuseppe (16 e 17) e si portano le uve di Primitivo e Negroamaro, vendemmiate, nelle cantine, che le trasformano in grandi vini apprezzati in tutto il mondo.

LEQUILE, ANGELI AFFRESCATI E CHIESE CON FREGI IN ORO Dice il sindaco Vincenzo Carlà Lequile vi sorprenderà con i suoi gioielli. Resterete a bocca aperta nell’ammirare gli affreschi che si trovano nel refettorio del Convento dei frati francescani, ancora ben conservati. Campeggia l’Ultima Cena, circondata, sulle pareti laterali da scene sulla vita dei Santi e lo storico incontro tra San Domenico e San Francesco. Ma è la cornice di angioletti lungo le pareti laterali che vi divertirà e vi emozionerà. Gli angioletti, nudi e paffutelli, giocano chi con una zucca, chi con un coniglietto, chi con un animale fantastico, chi con la spada (tanto da ferire un amichetto) e sembrano veramente muoversi. Sembrano vivi e allegri e danno movimento a tutta la sala, rimasta intatta anche con i suoi arredi originari. Al piano superiore del convento ecco un altro gioiello, l’antica biblioteca dei frati che conserva pregiati libri antichi! Raggiungiamo poi la chiesa di San Vito, protettore di Lequile. Elegante e maestosa, dagli altari barocchi, ha l’altare principale sormontato da un’Aquila, simbolo di Lequile e molti dei fregi sono dorati!

Una grande scoperta è anche la chiesa madre, ampia e ricca di altari barocchi in foglia oro e tele pregiate. Il centro storico è poi ricco di palazzi gentilizi di notevole bellezza e pregio.

LEVERANO, LA GRANDE RICCHEZZA DI OLIO, VINO, ORTAGGI E FIORI Spiega il sindaco di Leverano, Marcello Rolli Olio, vino, fiori e ortaggi sono le ricchezze di Leverano, tanto che appaiono scolpiti anche sul frontespizio della chiesa madre. Domina il centro storico la Torre voluta dall’Imperatore Federico II, bella da vedere anche all’interno grazie ai volontari della Pro Loco. Guardava e guarda ancora oggi il mare in tutta la sua maestosa bellezza, accendendosi di rosso al tramonto. Poco distante, ecco il convento dei frati francescani, mentre tutto il centro storico si sviluppa a forma di cerchio, tanto che i giovani amano passeggiare, percorrendone l’anello chiamato lu giru ti lu muru. Vi si affacciano stupendi palazzi eleganti ora dipinti di bianco, ora dipinti di rosso amaranto. Amranto è anche il colore delle cantine della nostra cittadina, che esportano vini in tutto il mondo.

Vi è anche un birrificio artigianale sempre più apprezzato a livello italiano ed europeo. Anche i fiori di Leverano sono richiesti in tutto il mondo e, per rendere omaggio al florovivaismo e all’arte decorativa, ogni anno organizziamo un importante evento di livello internazionale: “Leverano in fiore”. Il nostro mercato dei fiori, è considerato tra i primi 13 in Italia. Leverano vi sorprenderà con tutti i suoi tesori.

MONTERONI, CITTA’ UNIVERSITARIA Spiega il sindaco di Monteroni di Lecce, Mariolina Pizzuto Monteroni di Lecce ha tantissimi gioielli. Il primo è il palazzo ducale dagli ampi saloni che domina il centro storico. Voluto dalla famiglia Monteroni, venne abitato da illustri casati come quello del vicerè spagnolo Lopez y Royo. Il suo volto è scolpito sul frontepizio del palazzo accanto a una maschera allegorica e alla sirena con due code. Le sue ampie sale sono utilizzate, tutto l’anno per tantissimi eventi culturali. Poco distante ecco la chiesa madre, dagli altari barocchi dove spiccano l’altare del Crocefisso e preziose tele. Monteroni è città universitaria: infatti ospita il grande polo dell’Università del Salento, Ecotekne con aule, dipartimenti e sale convegni. Tantissimi studenti, professori e ricercatori la scelgono per viverci. Del resto, sul finire dell’800, la nostra cittadina venne scelta anche dalla nobiltà leccese come luogo di villeggiatura per la dolcezza delle sue campagne. Vennero costruite le famose ville nella valle della Cupa, dall’architettura sofisticata. Erano e sono ancora oggi circondate da stupendi giardini all’italiana. Geniali e creativi sono i nostri imprenditori che offrono prodotti di eccellenza in tutti i campi: vini, oli extravergine di oliva, succhi di melagrane e persino il capocollo ubriaco. Da visitare la botteghe di cartapesta e di gioielli creativi. I ciclisti di tutto il mondo conoscono Monteroni per via del maestro Carlo Carlà che, con il suo ingegno ha aiutato i campioni a vincere gare internazionali. La bellezza del nostro paese non sta solo nei suoi monumenti, ma anche nella creatività dei suoi abitanti. Vi aspettiamo tutti a Monteroni.

PORTO CESAREO, TRAMONTI INFUOCATI E LA VIA DELLE PESCHERIE Dice il vicesindaco Anna Peluso Tutti i centri dell’Unione Union 3 sono vicinissimi a Porto Cesareo che, con le sue meravigliose spiagge dalla sabbia bianca e i fondali bassi è gettonatissima ed è particolarmente adatta ai bambini.

A Porto Cesareo centro si possono ammirare spettacolari tramonti. A poche centinaia di metri dal lungomare ecco, l’isola dei conigli, chiamata così perché durante la Seconda Guerra mondiale venne ripopolata con conigli.  A volte l’isola è raggiungibile persino a piedi. Nel centro, ecco la colorata via delle pescherie, vere e proprie boutique del pesce, che d’estate si trasformano anche in ristoranti. Porto Cesareo è famosa per l’Area Marina Protetta e il Parco regionale terrestre che si estendono fino al territorio della confinante Nardò. Il Centro di educazione ambientale, con sede nella Torre di Torre Lapillo, organizza escursioni guidate. L’azzurro del mare ha ispirato una famosa canzone italiana di Battisti e Mogol: Acqua Azzurra, Acqua Chiara.

I fondali del mare nascondono siti archeologici: al largo di Torre Chianca si possono ammirare a occhio nudo, ancora adagiate sulla sabbia, 4 colonne romane e lì venne trovata la statuina del Dio Thot, il dio egizio della sapienza e della morte, la cui copia può essere ammirata nella Torre di Torre Chianca. L’obiettivo è di arricchire sempre di più l’offerta turistica puntando anche sul turismo culturale.

VEGLIE, IL CONVENTO DELLA FAVANA Dice il commissario, A Veglie il complesso monastico della Madonna della Favana è uno scrigno che custodisce incredibili tesori. A partire dalla chiesa del convento dalle volte interamente affrescate! Si entra poi nel chiostro e nel grande refettorio dei frati francescani, che facevano sì una vita durissima di lavoro e preghiera, ma amavano anche circondarsi di opere d’arte. Così ecco il grande affresco dell’Ultima Cena con una descrizione dettagliata dei prodotti tipici salentini. Viene considerato il primo manifesto della tavola a chilometro zero: le fave (da cui il nome Madonna della Favana) i carciofi, il pane ben lievitato e persino un agnellino arrosto, che sembra vivo!

Poi si scende nella cripta. Si starebbe ore a contemplare la Madonna dolcissima dagli occhi a mandorla, affrescata nel gesto di allattare il suo Bambino. Regale sì per i suoi pregiati vestiti e la corona dorata, ma molto umanizzata. Tappa poi nella piccola chiesa Madonna della Pietà per ammirare gli affreschi che raccontano la Via Crucis e, a pochi metri di distanza, eccoci in un frantoio ipogeo dalle macine di pietra, ben conservato e aperto al pubblico. I frantoi ipogei devono considerarsi i pozzi petroliferi del Salento, perchè si “estraeva” l’olio che serviva per illuminare le piazze e le vie delle principali capitali europee e sostenere la rivoluzione industriale inglese. E’ grazie all’olio, l’oro giallo, se Salento è così ricco d’arte. Misteriosi conventi tutti affrescati, cripte bizantine, torri e castelli, il Salento ha tutte le carte in regola per affascinare viaggiatori attenti e curiosi in tutti i mesi dell’anno.