Fratellina: lo spettacolo della coppia Scimone-Sframeli conquista il pubblico al Franco  Parenti di Milano

Lo spettacolo “Fratellina” di Spiro Scimone per la regia di  Francesco Sframeli è stato  in scena al Franco Parenti di Milano, purtroppo solo per quattro repliche dal 30 marzo al 2 aprile, conquistando il pubblico milanese.

Per altre info sullo spettacolo, vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE

Fratellina” è l’ultima attesissima opera prodotta dalla compagnia Scimone-Sframeli dopo quattro anni di studio e perfezionamento. Dopo il debutto in prima assoluta al Teatro Fabbricone di Prato a dicembre 2022, è approdato a Milano sul palco del Teatro Franco Parenti.

“Fratellina”, il cui titolo è di per sé, più che una ricerca di identità di genere, un connubio dell’amore fraterno tra entità, è uno spettacolo che esalta l’assurdo per mettere luce nella realtà. Due anime, Nic e Nac, si affacciano timidamente con grazia sulla scena teatrale.

Scimone e Sframeli, interpretano, con poesia e disincanto, la solitudine e l’insensatezza della condizione umana. Ad accompagnarli nel loro viaggio verso la grazia e la comunicabilità, Sorellina e Fratellino, rispettivamente interpretati da Giulia Weber e Gianluca Cesale.

La scenografia di Lino Fiorito sottolineano l’incomunicabilità e l’isolamento degli esseri. La scena è simmetricamente divisa da due coppie di letti, muniti di persiane veneziane, al cui interno le anime trovano giaciglio e da cui, aprendo o chiudendo la serranda, possono affacciarsi o isolarsi dal mondo.

Il mondo qui rappresentato è surreale, senza luogo, dimenticato da tutti. Il giorno e la notte, non hanno una locazione temporale. Un ticchettio tonfo e crudo ne scandisce il ritmo e la durata, un sole di cartone e una luna storta segnano l’inizio e la fine di un nuovo giorno.

Tutto, in scena, riconduce ad un sogno onirico fanciullesco dove la drammaturgia è nonsense, senza una costruzione logica temporale arricchita da dialoghi surreali e tragicomici.

Le parole si privano del loro significato e diventano mezzo di espressione emotiva. Il ritmo è dolce, poetico, musicale. Il linguaggio diventa carezza, comunicabilità tra anime dimenticate e sofferenti.

In un mondo in cui l’isolamento sociale ne fa da padrone, in cui l’empatia è dimenticata, le parole vengono in soccorso e si trasformano nel primo approccio di gentilezza verso l’altro. La forza comunicativa delle parole di Scimone, i toni gentili e pacati dei personaggi, regalano una speranza di cambiamento, di apertura all’altro in un mondo surreale fatto di grazia.

Fratellina è un’opera poetica che dà potere e vita al teatro, quale rappresentazione del vero attraverso l’assurdo. Le parole, nella loro purezza, prendono vita, scarne di senso logico, per colpire direttamente l’anima dello spettatore. Un viaggio da cui si esce confusi ma, intimamente, appagati.