Il Misantropo di Molière: commedia e critica sociale in una magistrale esplorazione teatrale con attenta regia e un cast eclettico

Il Misantropo

L’opera teatrale “Il Misantropo” di Molière è uno dei capolavori più celebri della letteratura teatrale francese e una delle commedie più iconiche della storia del teatro. Quest’opera, scritta nel 1666, è una satira tagliente della società dell’epoca e offre un ritratto schietto e sarcastico dell’ipocrisia umana. Attraverso il personaggio principale, Alceste, Molière mette in luce le debolezze e le contraddizioni dell’umanità, offrendo al pubblico un’opportunità di riflessione critica sulla società del suo tempo.

Per questo è uno spettacolo imperdibile che, come già annunciato nel nostro precedente articolo di presentazione, a cui vi rimandiamo per altre notizie, cast, date, orari e prezzi, ha debuttato lo scorso 8 novembre e replicherà fino al 3 dicembre 2023 sul palco del Teatro Franco Parenti,  dove gli spettatori saranno trasportati attraverso una profonda esplorazione dei caratteri e dei personaggi, senza alcun pregiudizio, in un’affascinante regia che si distingue per la sua maestria e raffinatezza.

La replica a cui abbiamo o assistito  è quella di martedì 14 novembre, che prima del suo inizio è stata preceduta da un breve intervento della regista e direttore artistico del teatro Andrée Ruth Shammah, la quale ha voluto fare alcune precisazioni sul suo spettacolo, soprattutto per la presenza in sala di un numero consistente di giovani e, tra le altre cose, ha ribadito come questa messa in scena sia la più possibile fedele al testo originale.

Il Misantropo
La Trama

La trama de “Il Misantropo” ruota attorno alla vita di Alceste, un uomo che detesta la falsità e l’ipocrisia. Egli rappresenta l’archetipo del misantropo, un individuo che disprezza la società e la moralità imperante. La sua avversione per la società si riflette nel suo comportamento onesto e diretto, che spesso lo porta a conflitti con gli altri personaggi.

Tra gli altri personaggi troviamo Célimène, una giovane e attraente vedova che è ammirata da molti uomini, tra cui Philinte, l’amico di Alceste, che è il suo opposto in quanto cerca sempre di essere gentile e accomodante; e una serie di personaggi secondari, tra cui Oronte, Basco, Eliana, Clitandro ed altri, che rappresentano diversi aspetti della società parigina dell’epoca.


LA RECENSIONE
Luca Micheletti, noto attore, regista e cantante lirico, offre un’interpretazione unica, guidando gli spettatori attraverso un viaggio coinvolgente e provocatorio. La sua magistrale interpretazione del ruolo di Alceste, affiancato da un talentuoso cast, riesce a dare vita a un’opera che va oltre la semplice rappresentazione teatrale, perchè riesce a scavare in profondità nelle ferite e nei dolori del suo personaggio. In scena, si dipana una lotta solitaria di Alceste, un giovane inarrestabile nella sua ricerca della verità, ma costretto a confrontarsi con una società ipocrita.

La scelta di presentare il testo in versi settenari incrociati, curata da Valerio Magrelli, sotto la guida di Shammah, rispecchia un rispetto attento per le intenzioni originali di Molière. La regista, nel suo approccio attuale e raffinato, sottolinea la contemporaneità e la raffinatezza del testo, evitando qualsiasi cambiamento che possa comprometterne l’autenticità, come  sottolineato dalla stessa Shammah nel corso della conferenza stampa di presentazione.


La regia di Andrée Ruth Shammah, inoltre, non solo porta Molière verso il pubblico ma cerca anche di avvicinare il pubblico a lui, rendendo omaggio a uno dei più grandi uomini di teatro di tutti i tempi.  La sua regia si rivela rigorosa e disciplinata, priva di improvvisazioni, con l’obiettivo di cogliere l’essenza stessa dell’opera. In questa produzione intensa e provocatoria, la regia di Andrée Ruth Shammah emerge come un faro guida, illuminando il percorso attraverso le complesse emozioni e le sfide morali dei personaggi.

Questo spettacolo  pone grande attenzione ai dialoghi, che attraverso il suo piglio satirico e i giochi verbali tra i personaggi, riesce a suscitare il riso amaro, celando una visione pessimista della vita e delle relazioni.
Il Misantropo

In questa produzione, Shammah trasforma il palco in un luogo di riflessione e provocazione, avvicinando il pubblico al mondo di Molière in modo unico, così come è evidente che l’indiscusso talento di Luca Micheletti si fonde armoniosamente con la visione registica di Shammah, facendo emergere un personaggio in lotta con la sua stessa contraddizione.

Célimène, la vedova frivola e civettuola, assume un ruolo centrale nella trama, fungendo da catalizzatore per le dinamiche e le contraddizioni della storia. L’interpretazione di questo personaggio da parte di Marina Occhionero  è guidata da una raffinatezza e una profondità che la rendono più di un semplice personaggio, ma piuttosto una complessa tela di emozioni e motivazioni.

Il Misantropo
La regia di Shammah, anche in questo caso,
permette all’attrice di esplorare le sfumature della personalità di Célimène,  che va oltre la superficie delle sue azioni, rivelando un’anima tormentata e complessa, ma mentre si evidenzia la sua frivolezza e civetteria, allo stesso tempo si svela la profondità di una donna che, nonostante le sue debolezze, è capace di suscitare empatia, offrendo al pubblico un ritratto affascinante e multiforme di una donna immersa nelle sfide del suo tempo.

Il personaggio di Oronte, magistralmente interpretato da Corrado d’Elia è un poeta aristocratico della corte di Luigi XIV intriso di vanità e desideroso di lusinghe. La regia di Andrée Ruth Shammah enfatizza la sua presunzione poetica e la fragilità di fronte alle critiche, creando un individuo complesso e sfaccettato. L’interazione di Oronte con gli altri personaggi, in particolare con Alceste, genera tensioni e conflitti, mettendo in luce le differenze di valori e personalità. La sua presenza arricchisce la trama, contribuendo a delineare le dinamiche sociali e culturali del XVII secolo con ironia e acume.

Il Misantropo
Il personaggio di Clitandro, interpretato da Filippo Lai assume il ruolo di un nobile cortigiano. La sua presenza nella trama contribuisce a sviluppare ulteriormente le dinamiche sociali e relazionali. Clitandro si interfaccia con gli altri personaggi, in particolare con Alceste e Célimène, generando situazioni che mettono in luce le complessità delle relazioni aristocratiche del XVII secolo. La regia di Andrée Ruth Shammah cattura la sua figura in modo che si integrino armoniosamente le sue interazioni all’interno del contesto della storia, contribuendo alla ricchezza delle relazioni e delle sfumature della trama complessiva.

Si vorrebbe descrivere altresì tutti gli altri personaggi della messa in scena de “Il Misantropo”, ma per ragioni di spazio e per non stancare chi legge ci limitermo a dire che tutti contribuiscono in modo significativo alla trama, offrendo una varietà di sfumature emotive e dinamiche sociali. Ognuno, come Basco, Eliana, Lacasta, Orsina, Du Bois, il Secondo Servitore e la Guardia, porta con sé un contributo unico, grazie alla regia di Shammah, che riesce a coordinare abilmente queste diverse figure, sfruttando le loro interazioni per creare un affresco teatrale avvincente e ricco di sfaccettature per il pubblico.

Il MisantropoLa Satira Sociale
“Il Misantropo” è una critica acuta della società aristocratica francese del XVII secolo. Molière utilizza il personaggio di Alceste per evidenziare l’ipocrisia che pervade la società dell’epoca. Alceste è disilluso dalla mancanza di sincerità nelle relazioni umane e dalla falsità che vede intorno a sé.

Questo atteggiamento lo mette in costante conflitto con gli altri personaggi, e la sua intransigenza morale lo rende un personaggio complicato e affascinante.

Célimène, dall’altra parte, rappresenta il lato frivolo e superficiale della società. La sua capacità di incantare gli uomini e di mantenere un atteggiamento leggero è in netto contrasto con l’idealismo di Alceste. La tensione tra Alceste e Célimène riflette la lotta tra la sincerità e la vanità che permea la società dell’epoca.

Il Messaggio Universale e la riflessione
“Il Misantropo” di Molière è un’opera che ha una rilevanza eterna. La critica alla falsità, all’ipocrisia e alla vanità umana rimane attuale anche ai giorni nostri. Questa commedia offre al pubblico l’opportunità di riflettere sulla propria condotta e sui valori della società in cui viviamo.

Molière con questa commedia, ancora oggi, continua a suscitare interesse e apprezzamento per la sua profonda analisi della società e della natura umana. Attraverso il personaggio di Alceste e le situazioni comiche che si sviluppano attorno a lui, Molière ci invita a riflettere sulla sincerità e sull’ipocrisia che incontriamo nella nostra vita quotidiana, offrendoci una commedia intelligente e intrisa di umorismo che rimane ancora oggi una pietra miliare del teatro.

A fine spettacolo il pubblico applaude convinto, per lunghi minuti, l’intero cast schierato sul proscenio.