Lo Zecchino d’Oro a Milano Music Week: 60 Anni di storia musicale italiana, da Mago Zurlì alla Generazione Alpha

La Milano Music Week è stata il palcoscenico di un affascinante viaggio attraverso i decenni della storia musicale italiana. Il panel organizzato da Sony Music Entertainment Italy e l’Antoniano, intitolato “Dal Mago Zurlì alla Generazione Alpha: Musica e Parole degli Ultimi 60 Anni d’Italia Raccontati con le Canzoni dello Zecchino d’Oro”, ha offerto uno sguardo approfondito su come questo festival iconico abbia riflesso e interpretato l’evoluzione della società italiana dal 1959 a oggi.

Il panel, composto da illustri relatori come Fabrizio Palaferri e Angela Senatore dell’Antoniano, insieme a Luca Fantacone e Lino Prencipe di Sony Music Italy, ha guidato il pubblico attraverso un viaggio emozionante, utilizzando nove brani rappresentativi dello Zecchino d’Oro. Da “Il pinguino Belisario” a “Mediterraneamente”, questi brani hanno agito come fili conduttori narrativi, illustrando non solo l’evoluzione del festival ma anche la trasformazione del linguaggio e dei costumi italiani nel corso degli anni.

Dall’epoca dei 45 giri nei mangiadischi arancioni alla magnificenza di oltre 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube, lo Zecchino d’Oro ha attraversato le epoche, rimanendo una costante fonte di intrattenimento per generazioni di italiani. Ma cosa rende così speciale questa melodia che ha accompagnato l’infanzia di molti?

Le risposte emergono nel corso dell’incontro, sottolineando che una canzone non è semplicemente una sequenza di note, ma piuttosto un viaggio intriso di significato. Oltre al brano stesso, oggi una canzone richiede una molteplicità di forme, come videoclip, cartoni animati e contenuti social, alimentando una strategia che pone sempre al centro il rispetto per l’esperienza dei bambini.

E, naturalmente, una canzone è il riflesso del suo tempo. Un esempio tangibile è la canzone del 1968 “Quarantaquattro gatti”, una metafora perfetta dell’onda di contestazione europea, con felini che marciano per rivendicare migliori condizioni di vita. Nel 1992, “Un giallo in una mano” racconta la cronaca del furto di un anello in un contesto di “mani pulite”, evidenziando la capacità dello Zecchino d’Oro di catturare l’aria del tempo.

Il linguaggio delle canzoni dello Zecchino d’Oro è un caleidoscopio dei mutamenti culturali italiani. Dai versi audaci della “zia Nena” nel 1981 alla sensibilità ecologica degli ultimi anni, la musica ha fatto da eco alla società e al suo linguaggio mutevole.

Infine, sono gli autori che hanno contribuito a plasmare la storia musicale italiana attraverso lo Zecchino d’Oro. Nomi come Pino Daniele, Lucio Dalla, Fabio Concato e molti altri hanno creato un patrimonio musicale unico, una library di oltre 832 brani che rappresenta un’antologia sonora dell’Italia degli ultimi 64 anni.