La Divina Commedia Opera Musical: riparte dal 25 gennaio lo straordinario viaggio nei teatri italiani

E’ stato presentato questa mattina al Teatro Arcimboldi di Milano il kolossal  “La Divina Commedia Opera Musical”, ispirato alla Divina Commedia scritta da Dante Alighieri, che sarà nuovamente disponibile per un pubblico con sete di sapere e curioso di effettuare un viaggio introspettivo, grazie al bel canto e al volgo, al servizio del viaggio nel trovare o ritrovare se stessi.

Alla conferenza stampa sono intervenuti:
Andrea Ortis Regia e testi – Marco Frisina Musiche  –  Gianmario Pagano Testi – Lara Carissimi Produttore esecutivo – Antonello Angiolillo Dante – Andrea Ortis Virgilio – Myriam Somma Beatrice – Leonardo Di Minno Ulisse/Catone/Guido Guinizzelli  – Valentina Gullace Francesca/Matelda  – gipeto Caronte/Ugoli -o/Cesare/San Bernardo – Antonio Sorrentino Pier delle Vigne  – Sofia Caselli Pia de’ Tolomei/La Donna

Raccontare tre volumi dell’icona della lingua italiana in teatro all’interno dei tempi scenici, poteva sembrare un’impresa impossibile da realizzare, ma Monsignor Marco Frisina ha sentito l’esigenza di ascoltare le melodie che provenivano dagli stessi personaggi del poema dantesco e comporre per loro delle arie che avremo il piacere di avere nuovamente in scena in molti teatri italiani:
Dal 25 al 27 gennaio 2024 SENIGALLIA Teatro La Fenice Dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024 MILANO TAM Teatro Arcimboldi Dal 13 al 25 febbraio 2024 ROMA Teatro Brancaccio Dal 29 febbraio al 3 marzo 2024 TORINO Teatro Alfieri Dal 7 al 9 marzo 2024 CATANZARO Teatro Politeama

Certo in due ore circa di spettacolo non sarebbe stato fattibile leggere tutti i capitoli dei tre libri e né tantomeno rappresentare tutti i personaggi che si succedono nel viaggio extra-terreno che Dante, da mortale, si è regalato permettendo a sé stesso e ai suoi lettori che da 700 anni, grazie alla sua opera, hanno il privilegio di vivere questa esperienza mediante la lettura del Poema. E credo proprio che anche lo stesso Dante sarebbe orgoglioso di vedere oggi il suo scritto essere divenuto, “La Divina Commedia Opera Musical”, un kolossal vincitore della Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, del titolo per ben due volte di Miglior Musical al premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e di vantare la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, il patrocinio del Ministero della Cultura nel 2021, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri.

Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza. Creare musica è frutto di ispirazione e di un’immersione nella solitudine artistica per sviscerare le sensazioni che i personaggi del Poema hanno suscitato a Monsignor Marco Frisina, ed è dopo questa accurata ricerca musicale che allora le musiche diventano pronte alla condivisione e soprattutto colonna sonora dell’opera letteraria italiana per eccellenza. Per il presbitero compositore e direttore di coro italiano, ogni personaggio ha un diverso linguaggio creativo e nella La Divina Commedia Opera Musical, ci sono ben tredici parti musicalmente reali, fino ad inserire i concertati dell’opera.

Infatti ogni capitolo rappresentante i tre mondi ultraterreni posseggono differenti impostazioni musicali, l’Inferno dal sapore aspro, amaro e di certo drammatico; il Purgatorio pastello e malinconico; mentre il Paradiso si struttura tra note di luce, gioia e di magnifico stupore. Invece le diverse timbriche vocali accuratamente scelti, stanno a rappresentare le diversità dell’essere umano.


Di certo non saranno solo la musica, il ballo anche acrobatico e il bel canto ad accompagnare il copioso pubblico che ha imparato ad amare il kolossal che, ricordiamo è stato ideato nel 2007 e andato in scena anche nella magnifica cornice dell’Arena di Verona. Un’altra parte fondamentale, infatti, sarà l’attento utilizzo di alcune parti della lingua volgare usata dal sommo Poeta, allora utilizzata per poter arrivare più facilmente ad un pubblico più ampio; un’attenta ricerca di discernimento a favore del testo nel massimo rispetto dell’uso della parola, per dare un cospicuo valore al significato stesso del termine “Parola”.

Così è divenuto possibile leggere la Divina Commedia con il linguaggio del teatro. Il regista Andrea Ortis è entusiasta di poter donare agli occhi attenti e alle menti fresche la sua messa in scena, infatti è con orgoglio che riferisce, durante la conferenza stampa al teatro Arcimboldi, che ci saranno ben tre matinée dedicate alle scuole e, che vista l’esperienza delle trascorse edizioni, per gli alunni il poter assistere a questo spettacolo, gli genera una cospicua curiosità, i quali spesso stazionano la loro attenzione verso uno o l’altro personaggio, approfondendo con la lettura di altri testi e ampliando così i loro studi.

Questo spettacolo è molto di più di una storia narrata, ogni capitolo, ogni personaggio, ogni musica, ogni gesto, ogni parola può generare allo spettatore più o meno attento degl’input preziosi per il suo personale viaggio interiore e trovare o ritrovare la propria direzione. Dante nell’immortalità della sua opera che continua a essere la più potente descrizione dell’animo umano, per peccati, debolezze, paure e ossessioni.


Dante e il suo viaggio senza tempo che va avanti da più di sette secoli,
la Divina Commedia. In essa il Poeta si ritrova ad affrontare e superare una prova che mai nessuno aveva concepito prima, l’attraversamento da uomo dei tre regni ultraterreni: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel primo, naviga tra le rovine spaventose della dannazione eterna: è una discesa agli inferi senza ritorno. Nel Purgatorio, il percorso è inverso: c’è la possibilità dell’espiazione con il passaggio definitivo al Paradiso, dove una donna, la sua Beatrice, è il volto della luce e l’ancora al cui pensiero lui si aggrappa nei momenti di maggiore sconforto. La Divina Commedia Opera Musical sviluppa il cammino allegorico e segue Dante nella ricerca tormentata di sé stesso in un’epoca che per confusione morale e politica lui non vuole accettare.

Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi nel segno tracciato dal padre della lingua italiana. Il Dante viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della sua voce e rappresenta la maturità dell’irrequieto e sofferente poeta che, a metà della sua vita, ha trovato nella scrittura la salvezza. Ricorda così, con tenerezza, lo smarrimento e la paura provati di fronte a una selva oscura e a tre fiere: è l’incipit del capolavoro che sul palcoscenico viene “sfogliato” come un libro animato.

Dante, scortato e rincuorato dalla guida di Virgilio, suo maestro e suo autore, passa, girone dopo girone, nell’Inferno, dai tormenti della Città di Dite ai sospiri dell’amore infedele, ma eterno, di Francesca; dai mari tempestosi e mortali di Ulisse alle foreste pietrificate di Pier delle Vigne fino ai laghi ghiacciati dove sconta la sua condanna nelle tenebre più fitte il conte Ugolino. Usciti «a riveder le stelle», oltre Lucifero, Virgilio conduce Dante in Purgatorio. È il teatro della seconda cantica, luogo costruito dalla fantasia dantesca con una logica perfettamente antitetica all’Inferno: coperto di boschi, è un monte che sale e via via si stringe. Ne è custode Catone, che Dante elegge a simbolo di libertà. In Purgatorio incontra la cortesia di Pia de’ Tolomei e poi, sulla punta più alta del colle, il sorriso felice di Matelda. Sarà quest’ultima, non potendo Virgilio andare avanti, ad accompagnare il poeta fiorentino verso l’incontro finale con Beatrice, in Paradiso dove regna «l’Amor che move il sole e l’altre stelle».

La visionaria regia di Andrea Ortis dà allo spettacolo un potere avvolgente, di crescente tensione. Le musiche di Marco Frisina si fondono ai testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis. Le scene mobili costruite sui disegni di Lara Carissimi portano il pubblico in un’atmosfera magica rafforzata da proiezioni in 3D di ultima generazione. Splendide le coreografie acrobatiche di Massimiliano Volpini nella preziosa cornice delle luci di Valerio Tiberi e delle proiezioni di Virginio Levrio.